Carte di credito anche per cattivi pagatori: tutto quello che c'è da sapere

Aggiornato il 11/11/2024
di Paolo Marelli
In 30 sec.
  • le banche difficilmente accettano le richieste di carte di credito dai cattivi pagatori
  • i protestati sono iscritti nella speciale lista del Crif come soggetti a rischio
  • per avere una carta di credito occorre estinguere i debiti pregressi
  • in alternativa, attivate una carta prepagata con IBAN o una carta revolving

Carte di credito cattivi pagatori è una strada in salita. Infatti non è mai semplice ottenere una carta di credito, dato che le banche chiedono una serie di garanzie per l’emissione di questo strumento di pagamento che deve sempre essere abbinato a un conto corrente.

Carte di credito per cattivi pagatori

Fra le garanzie richieste dalle banche ci sono busta paga, cedolino della pensione, o entrate mensili regolari. In alcuni casi, una banca può anche richiedere la figura di un garante, cioè un soggetto terzo che si faccia carico di saldare il credito concesso dalla banca tramite i pagamenti eseguiti con la carta.

Di conseguenza, è facile intuire come sia ancor più difficile ottenere una carta di credito nel caso di:

  • cattivi pagatori;
  • soggetti protestati

Queste due categorie sono infatti considerate particolarmente a rischio dagli istituti di credito e questo è il motivo per il quale le loro richieste sono solitamente respinte.

Tuttavia, esistono delle carte di credito anche per i cattivi pagatori. Di seguito saranno presentate quali sono le migliori soluzioni disponibili e cosa fare per averne una. 

Come richiedere una carta di credito se ho un cattivo credito

Cattivo pagatorecattivo creditosoggetto a rischio sono tutte indicazioni che le banche tengono in grossa considerazione quando si tratta di accettare o meno una richiesta per una carta di credito.

Se si è in più occasioni in ritardo nel pagamento delle rate mensili di un finanziamento (mutuo o prestito) o se trascorre troppo tempo dalla scadenza delle rate e si è insolventi, si è iscritti alla lista dei “cattivi pagatori” del Crif. Essere registrati alla Centrale Rischi costituisce una sorta di “pregiudizio” che rende molto più difficile ottenere una carta di credito, in quanto si è “classificati” come soggetti che non hanno onorato il pagamento di un debito.

Di conseguenza, una banca è restia a concedere una carta di credito che permette di pagare subito una spesa, ma di vedersela addebitata sul conto corrente d’appoggio alla metà del mese successivo. La banca teme di non vedersi restituita la somma concessa a credito con il pagamento eseguito con la carta.

Come superare questo ostacolo? Anzitutto, pagando i debiti e facendoli cancellare dalla lista dei “cattivi pagatori” del Crif. In secondo luogo, è possibile fare richiesta di una carta di credito revolving, che prevede un rimborso a rate delle spese e, quindi, diluendo nel tempo il rimborso aiuta le persone che hanno un saldo esiguo sul conto corrente. In terzo luogo, attivando o una carta ricaricabile o una carta prepagata con IBAN che può sostituire di fatto un normale conto corrente.

Prima soluzione per avere una carta di credito

Il primo suggerimento che si può dare a una persona protestata è di provare a saldare i propri debiti per poter fare richiesta (senza problemi) di una carta di credito. 

Nella pratica, i soggetti debitore sono inseriti nella lista dei cattivi pagatori del Crif e nel Registro dei Protesti della Camera di Commercio: riuscire a uscire da tali elenchi rappresenta una possibilità in più per poter ottenere una carta di credito, richiesta che, in caso contrario, sarebbe quasi sicuramente rifiutata.

Soltanto nel momento in cui si riuscirà a saldare del tutto le proprie insolvenze, il proprio merito creditizio tornerà a essere classificato come positivo.
 

Cosa sono le carte revolving

Passando alle tipologie di carte di credito che possono essere ottenute dai cattivi pagatori, rientrano le cosiddette carte revolving. Di cosa si tratta e qual è la loro caratteristiche?

Le carte revolving sono carte di credito flessibili e sicure che permettono al titolare di:

  • rimborsare i pagamenti degli acquisti in modalità rateale;
  • scegliere l'importo mensile della rata di rimborso.

Altro vantaggio risiede nella possibilità di poter scegliere in qualsiasi momento di rimborsare l'intera cifra dovuta, cioè con un rimborso a saldo.

La carte revolving, di solito, prevedono dei costi abbastanza alti:

  • canone annuo;
  • commissioni;
  • interessi previsti. Per esempio, il TAEG può essere anche pari al 25%. 

Uno dei metodi attraverso i quali un cattivo pagatore può riuscire a ottenere una carta revolving consiste nel quinto dello stipendio o della pensione.

Sebbene la reputazione sia danneggiata agli occhi degli istituti di credito, sarà comunque possibile ottenere una carta di credito revolving tramite la cessione del quinto anche se la banca potrebbe richiedere un premio di rischio molto elevato.

I costi delle carte revolving

TASSI DI INTERESSE SPIEGAZIONE
TAN Il tasso annuale nominale riguarda gli interessi applicati alla rateizzazione del finanziamento
TAEG

Il tasso annuale effettivo globale comprende le voci di costo come:

  • istruttoria
  • assicurazione
  • commissioni
  • mediazioni bancarie

Le carte di credito revolving sono convenienti per le banche. Infatti hanno costi fissi:

  • canone annuo;
  • commissioni:
  • spese di gestione.

Poi ci sono i costi variabili, come i tassi di interesse (TAN e TAEG) che variano da banca a banca.

I tassi di interessi delle carte revolving sono solitamente molto alti, quindi si tratta di strumenti da utilizzare con una certa parsimonia. Nel momento in cui se ne sottoscrive una, si dovranno decidere elementi quali la durata del rimborso, l’importo minimo della rata, lo scoperto massimo a disposizione, oltre agli interessi previsti. 

La scelta di una carta prepagata

Una seconda soluzione alla quale possono avere accesso i cattivi pagatori, che sono alla ricerca di una carta di credito, è rappresentata dalla carta prepagate.

Si tratta di una carta ricaricabile rilasciata con maggiore facilità dagli istituti di credito per due motivi:

  • non prevede l’anticipo di contanti da parte della banca;
  • non c’è il rischio che il “credito” anticipato dalla banca al titolare non sia restituito;
  • permette di pagare soltanto nei limiti del saldo caricato sulla carta stessa.

Le carte prepagate sono ricaricabili.  Di norma, ogni banca stabilisce un importo massimo caricabile sulla carta. L’operazione di ricarica ha modalità e costi che variano da banca a banca.
 

Le carte prepagate con IBAN

LA PAROLA CHIAVE SPIEGAZIONE
IBAN
  • IBAN è l’acronimo di International Bank Account Number
  • È un codice con 27 caratteri alfanumerici in Italia
  • All’estero il numero dei caratteri può variare da Paese a Paese
  • Deve sempre contenere: 2 lettere rappresentanti la nazione (IT per l'Italia), 2 cifre di controllo, il codice BBAN nazionale
  • L’IBAN identifica in modo univoco un conto corrente e l’intermediario
  • Il codice IBAN è indispensabile per ricevere o fare bonifici e per ricevere l'accredito del proprio stipendio/pensione

Oltre alle carte ricaricabili standard, esistono anche le carte prepagate con IBAN, chiamate “carte conto”, perché possono sostituire un conto corrente tradizionale, pur avendo la flessibilità di una carta ricaricabile.

Oltre ai pagamenti online e negozi fisici, essendo dotate di codice IBAN, queste carte permettono di:

  • eseguire e ricevere bonifici;
  • accreditare stipendio o pensione;
  • addebitare le utenze domestiche.

Una carta conto, a differenza di un conto corrente, non permette di emettere assegni.
 

La carta prepagata con IBAN è estremamente vantaggiosa per il cattivo pagatore per il fatto che non è associata a un conto corrente, quindi non ci sono rapporti creditizi con la banca che la emette, che ne risulta pertanto tutelata.

Questa tipologia di carta di pagamento è leggermente più costosa rispetto alle semplici carte prepagate, in quanto è dotata di IBAN, ma non presenta i costi elevati di gestione delle carte revolving.

Carte di credito per cattivi pagatori: un’altra possibilità

Esiste, infine, un’altra possibilità che consiste nel richiedere una carta di credito rivolgendosi direttamente alle società che si occupano della cancellazione dei debiti. Si tratta di carte diverse dal solito e con delle caratteristiche specifiche. Questa però è una soluzione rischiosa e onerosa, che oggi non rappresenta più una garanzia come in passato. 

Anche per questa tipologia di prodotto sono comunque richiesti dei costi elevati: si potrebbero infatti dover pagare nel momento del rilascio tra i 500 e i 1.000 euro.

In alcuni casi potrebbe infatti trattarsi di carte di credito anonime, che sono collegate a conti aperti all’estero.

Questi strumenti di pagamento potrebbero non essere accettati in Italia, in quanto l’utilizzo di mezzi di pagamento anonimi non è più possibile.

La procedura di cancellazione dal Crif

La soluzione più efficace per non avere difficoltà nell’ottenere una carta di credito consiste nel farsi cancellare dalla lista dei cattivi pagatori del Crif, saldando i propri debiti. 

In questa evenienza, sarà necessario compilare degli appositi moduli di eliminazione dall’elenco dei cattivi pagatori: si dovrà quindi fornire la documentazione che permetta di dimostrare di aver pagato i propri debiti. 

Il problema consiste nel fatto che le banche e le finanziarie hanno comunque la possibilità di vedere lo storico del registro fino a 36 mesi. Questo significa che si potrebbe comunque continuare a essere considerati dei soggetti poco affidabili sotto il profilo creditizio

Ad ogni modo, una volta trascorsi i 36 mesi, l’ex cattivo pagatore dovrebbe ricevere un trattamento più flessibile e conciliante da parte degli istituti di credito e riuscire a ottenere la carta di credito di suo interesse. 

Quali sono le funzioni del Crif

Crif è l’acronimo di Centrale di rischio finanziario: la sua funzione è quella di fornire alle banche e alle finanziarie informazioni relative a persone e imprese che stanno richiedendo un finanziamento, con l’obiettivo di essere tutelate, evitando ogni possibile rischio di insolvenza. 

Nella pratica il Crif ha anche il compito di valutare se il soggetto che sta chiedendo il prestito sarà in grado di restituire il finanziamento richiesto, riuscendo comunque a mantenere una vita dignitosa. 

Le somme di denaro che si possono concedere in prestito devono rispettare la regola seguente: la rata prevista per il rimborso non deve superare di un terzo lo stipendio o le entrate percepiti ogni mese dal soggetto richiedente. 

Se una persona ha già contratto dei debiti perché ha richiesto un finanziamento in passato e non lo ha ancora saldato, gli sarebbe molto difficile riuscire a sostenere la rata mensile di un nuovo finanziamento.

In tale ipotesi, la banca che ha effettuato un controllo sul richiedente rivolgendosi al Crif potrà anche rifiutare la sua richiesta di:

  • una carta di credito;
  • o un prestito personale;
  • o un mutuo.

Il Crif non tutela solamente le banche, ma anche i soggetti debitori perché fa in modo che essi non peggiorino il loro stato di cattivi pagatori, aggravando la loro esposizione finanziaria.
 

Tra le informazioni che sono segnalate al Crif figurano:

  • i prestiti che sono stati rifiutati dalla banca;
  • i prestiti che sono stati invece erogati;
  • le richieste di prestiti non ancora accettati e in fase di valutazione;
  • i prestiti ai quali il soggetto richiedente ha rinunciato.

Perché si consiglia di rivolgersi alla propria banca 

Il cattivo pagatore alla ricerca di una carta di credito deve tenere presente che la sua richiesta sarà esaminata e vagliata con più attenzione e scrupolo da una banca rispetto alla domanda presentata da un buon pagatore.

Per questo motivo è sempre consigliabile rivolgersi anzitutto alla propria banca e informarsi su quelle che siano le sue disponibilità di rilascio di un carta di credito anche se si è “classificati” come cattivo pagatore. 

D’altronde, la strada sarebbe ancora più tortuosa bussando a un altro istituto di credito del quale:

  • o non si è clienti;
  • o non si è mai stati clienti.

La propria banca ha inoltre una conoscenza diretta in merito alle ragioni che hanno portato una persona a diventare un cattivo pagatore. Di conseguenza, ci sarà molto probabilmente una maggiore apertura e comprensione nell’assecondare le sue richieste.

Non va poi tralasciato il fatto che le insolvenze sono in alcuni casi frutto soltanto di un ritardo nei pagamenti. A questo proposito, si ricorda che ci sono banche più permissive di altre che:

  • sono disposte a tollerare fino a 6 pagamenti eseguiti in ritardo;
  • permettono al richiedente di sanare la sua posizione con maggiore facilità e di essere cancellato più velocemente dall’elenco del Crif. 

Risorse utili