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Facebook e un dominio che non accenna a diminuire
Detronizzare Mark Zuckerberg? Ci hanno provato in molti, negli ultimi anni e non è mai andata bene; nel migliore dei casi, appena poco più spazio al sole di quanto il fondatore di Facebook graziosamente concede ai suoi competitor. E quando la minaccia potrebbe farsi seria, spesso arriva l’acquisizione, a suon di miliardi di dollari.
Certo, gli ultimi mesi, fatturato a parte, non sono stati facili per Facebook, sempre più implicato in situazioni che hanno più a che vedere con la politica interna ed esterna, o la deontologia giornalistica, di quanto ci si aspetterebbe da un (apparentemente innocuo social network). L’edizione USA di Wired ha da poco messo in copertina una foto di Zuckerberg abilmente fotoritoccata per farlo sembrare pieno di lividi ed escoriazioni. Ma pensare che qualcuno possa davvero contrastare questo colosso è ogni giorno più difficile.
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Come mai Vero funziona
Tra i candidati più accreditati c’è Vero, che dopo un inizio un po’ in sordina nel 2015 ha cominciato a riscuotere un successo inaspettato, proponendo il rispetto di ciò che Facebook non sembra avere troppo a cuore: la privacy dei propri utenti. L’obbligatorietà della corrispondenza tra nome reali e nome digitale, il sistema di selezione delle notizie su PC e sui dispositivi di telefonia mobile e soprattutto la gestione dei dati sensibili sono aspetti di Facebook costantemente criticati, ma Vero promette di comportarsi in modo diverso, ad esempio permettendo di essere presenti soltanto con il proprio nickname.
Inoltre, Vero assicura una gestione diversa delle notizie in bacheca, che il social network di Zuckerberg presenta seguendo un algoritmo che dà ben poca libertà all’utente: si prende infatti come base il feed temporale dei post dei contatti, come si faceva un tempo, categorizzando inoltre i contenuti in base a macro-settori che rendono più immediata ed efficiente anche la ricerca di quello che più interessa. Per dirla in poche parole: Vero permette all’utente di decidere il tipo di contenuti che vengono presentati, laddove Facebook preferisce decidere per sé.
In più, l’esperienza d’uso di Vero è molto meno affollata di pubblicità . Come per Facebook, però, è facile pensare che quando – dopo aver acquisito una massa critica di utenti – Vero vorrà monetizzare il proprio successo, le cose probabilmente cambieranno: difficile, per ora, sapere cosa succederà , ma forse Mark Zuckerberg ha trovato un degno avversario. Creato, in un certo senso, proprio da Facebook, e dai modi in cui mutato nel tempo.