- Poste Italiane è diventato primo azionista di Telecom Italia dopo l'acquisto del 15% delle quote da Vivendi
- In ottica del consolidamento del mercato si parla di una fusione tra Iliad-Wind o TIM – Iliad
Si prospetta un gioco delle parti tra TIM e Iliad e WindTre. Ora che Poste Italiane è diventato l'azionista di maggioranza di Telecom Italia, si punta a un consolidamento del mercato con l'obiettivo di arrivare a sole 3 reti mobili in Italia. Per arrivarci servono nuove alleanze
Poste Italiane con l’acquisizione del 15% delle quote ordinare di Telecom Italia da Vivendi è diventato il maggiore azionista della telco. L’azienda che fa riferimento al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) detiene complessivamente il 24,81% dei titoli, appena al di sotto della quota del 25% che la obbligherebbe a lanciare un’offerta pubblica di acquisto (OPA) per l’acquisizione totale di Telecom. La situazione dell’ex colosso italiano delle telecomunicazioni è comunque ancora in divenire e i soggetti coinvolti sono TIM e Iliad e WindTre.
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I problemi di TIM nascono nel 1999 con l’acquisizione della telco da parte di Roberto Colaninno attraverso Olivetti e si sono aggravati nel corso del tempo dopo numerosi cambi di vertice. L’operazione da 50 miliardi di euro fu finanziata quasi interamente a debito, che poi si rivelò troppo pesante da sostenere e che ha reso Telecom Italia più debole nel mercato. Alla fine degli Anni 90 era la sesta società al mondo con un fatturato di 30 miliardi di euro, oltre a possedere uno centri di ricerca più importanti a livello internazionale (Cselt).
L’indebitamento di 43 miliardi di euro di cui è fatto carico Tronchetti Provera al momento della cessione nel 2001 ha inciso fortemente sulla capacità dell’azienda di investire in nuove tecnologie e infrastrutture, impedendole così di restare competitiva nel settore delle telecomunicazioni.
Oggi TIM si posiziona a malapena tra le prime venti società al mondo e il valore delle azioni è sceso a 30 centesimi. Il fatturato è di 14 miliardi di euro. La situazione ha reso quindi necessaria la cessione della rete al fondo KKR.
Bisogna inoltre considerare che il mercato delle telecomunicazioni è stato stravolto negli ultimi anni. I servizi Over-the-Top (Ott) come WhatsApp, Netflix, Zoom e altri hanno infatti ridotto il peso degli operatori tradizionali, che devono investire ingenti risorse in infrastrutture (fibra ottica e 5G) a fronte di margini sempre più risicati per la crescita della concorrenza. Il valore si è spostato verso aziende che si occupano di software e cloud come Google, Amazon, Apple e Microsoft.
Dando per scontato il passaggio degli utenti di PosteMobile dalla rete di Vodafone a quella di TIM, i 684 milioni di euro in contanti che Poste Italiane dovrà versare per l’acquisto delle quote di Vivendi ne riducono sensibilmente lo spazio di manovra necessario per un cambio radicale ma necessario delle strategie commerciali di Telecom Italia. Tutto questo rafforza l’ipotesi di una ulteriore operazione di consolidamento del mercato nazionale con l’ingresso di Iliad.
L’operatore francese, però, forte del 15% delle quote nel mercato mobile italiano, vorrebbe avere una voce forte nelle scelte strategiche della nuova società. Con l’aumento della presenza di Poste Italiane, però, un’operazione di questo tipo sembra difficile da realizzare.
L’AD di TIM, Pietro Labriola, ha confermato nel corso dell’evento “Telecommunications of the Future” che l’obiettivo è quello di avere solo tre reti di telefonia mobile in Italia. Ciò consentirebbe a costi minori per la fornitura del servizio da parte delle telco. Le uniche due opzioni disponibili sono una fusione tra TIM e Iliad o fra Iliad e WindTre.
“Ho sempre detto e continuo a ribadirlo: se noi stiamo dicendo che nel mercato siamo in tanti, e dobbiamo provare ad andare da 5 a 3 operatori, è chiaro che, dato che Fastweb e Vodafone hanno già avviato un consolidamento delle loro reti, come operatori infrastrutturati rimaniamo in 3: noi (TIM, ndr), Wind (WindTre, ndr) e Iliad. – ha spiegato Labriola – Se uno fa un banale calcolo matematico delle possibili combinazioni, l’unica combinazione che non è fattibile ai fini Antitrust è quella TIM – Wind. Qualunque altra combinazione, Wind – Iliad o TIM – Iliad, la vedrei positivamente perché porta a quel ragionamento fatto prima, ovvero: evitare di avere una pluralità di reti e tornare anche verso una razionalità del mercato“.
Allo stesso evento ha partecipato anche Benedetto Levi, AD di Iliad Italia, che non ha commentato le parole di Labriola in merito al consolidamento del mercato e non ha nemmeno citato una delle opzioni proposte dal dirigente di TIM. Levi ha ribadito che Iliad è comunque pronto a fare la sua parte.
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