Non c’è copertura? Scatta l’ansia
Il termine nomophobia, coniato da Stewart Fox-Mills, responsabile del settore telefonia delle poste britanniche durante uno studio commissionato a YouGov, riguarda un disturbo diffuso in tutte le fasce d’età, anche se per la maggioranza i cosiddetti nativi digitali. Il 37% di questi tra i 10 e 12 anni usa il cellulare ogni giorno, secondo il rapporto dell’anno scorso di Net Children Go Mobile, percentuale che sale nettamente già nella fascia successiva (13-14 anni) e arriva a superare il 60% tra i 15enni.
Secondo lo studio originale, il 53% degli utenti di telefonia mobile in Gran Bretagna dimostra uno stato ansioso quando perde lo smartphone, oppure quando la batteria finisce, così come il credito, o peggio ancora non c’è copertura di rete. Tra i sintomi della nomofobia ansia, alterazioni respiratorie, tremore, agitazione, disorientamento, tachicardia, depressione, panico, paura, dipendenza, rifiuto, bassa autostima e solitudine.
Smartphone e dispositivi mobili, croce e delizia
Non è l’unico problema legato all’uso continuo dei dispositivi mobili: è già stato più volte dimostrato che la fruizione a letto, prima di andare a dormire, peggiora la qualità del sonno, andando ad alterare i cicli naturali, e con l’effetto multitasking, che ci spinge a fare troppe cose insieme, diventiamo letteralmente più stupidi: secondo il neuroscienziato Daniel J. Levitan, la distrazione è sempre in agguato, e ad esempio quando si cerca di concentrarsi su qualche compito sapendo che c’è una mail non letta il QI effettivo scende di 10 punti.
Il tutto senza ovviamente dimenticare i rischi ancora più gravi per i ragazzi e adolescenti, come il bullismo (anche online, per il 12% degli europei), ma anche i lati positivi, come la possibilità di tenere sotto controllo i propri figli e di avere un canale privilegiato di comunicazione: seguono questa strada le tante tariffe pensate apposta dagli operatori anche per i giovanissimi, da 12 anni in su.
Come misurare la dipendenza
Per verificare se si è nomofobi, Il Sole 24 Ore ha elaborato un test a questo link.
E se il risultato è positivo? Basta accettarlo, magari facendosi un serio esame di coscienza e cominciando a limitare l’uso compulsivo dello smartphone per creare gruppi su gruppi di Whatsapp o commentare ogni singolo status delle proprie centinaia di amici su Facebook.
Allo stesso tempo non è il caso di diventare improvvisamente luddisti: la tecnologia è buona o cattiva a seconda dell’uso che se ne fa. Può capitare che si abbia bisogno di Internet per qualcosa di davvero importante e manchino i GB: per questo è una buona idea approfittare delle offerte natalizie cercando una tariffa con più traffico dati a disposizione, o scegliere qualche forma innovativa come l’opzione Riparti di Vodafone o le CREAMI di PosteMobile, che con la loro tariffazione a crediti permettono di essere sempre molto flessibili con i propri consumi, senza optare per un pacchetto fisso per pentirsene poi più avanti.
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