Da alcuni giorni, la nave rigassificatrice Golar Tundra è arrivata al porto di Piombino: il GNL (Gas Naturale Liquefatto) sarà trasformato in gas naturale presso il rigassificatore e successivamente immesso nella rete di distribuzione nazionale. Il progetto dovrebbe coprire un arco di tre anni. Le attività del rigassificatore di Piombino inizieranno a maggio 2023 e si protrarranno fino al 2026.
Il progetto ricopre un ruolo centrale per la nuova strategia energetica nazionale. La riduzione delle importazioni di gas naturale dalla Russia, infatti, obbliga l’Italia a trovare soluzioni alternative. Una di queste soluzioni è rappresentata dal GNL, importato principalmente da USA e Qatar. Il Gas Naturale Liquefatto, tramite il rigassificatore di Piombino ed un secondo impianto a Ravenna, si trasforma in gas naturale (allo stato gassoso) andando a compensare la riduzione delle importazioni.
Il rigassificatore di Piombino, quindi, andrà a modificare il modo in cui l’Italia alimenterà la rete di distribuzione di gas naturale nel corso dei prossimi anni. Questa nuova strategia andrà, inevitabilmente, ad influenzare anche i clienti finali del gas, in particolare per quanto riguarda l’andamento dei costi della materia prima e, quindi, l’importo delle bollette. Ecco i dettagli:
Come funziona il rigassificatore di Piombino
La nave rigassificatrice Golar Tundra, ormeggiata ora nel porto di Piombino presso la banchina costruita per ospitare lo smantellamento (poi avvenuto nel porto di Genova) della Costa Concordia, si occuperà della trasformazione del GNL in gas naturale da immettere nella rete di distribuzione nazionale. La nave ha quattro serbatoi di stoccaggio e sarà periodicamente rifornita da navi metaniere che si occupano del trasporto del GNL.
Il progetto prevede di immettere nella rete di distribuzione nazionale almeno 5 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale, fino al 2026. Tale quantitativo equivale a circa il 7% del gas naturale consumato in Italia nel 2022. Tale percentuale potrebbe salire, avvicinandosi al 10%, considerando l’obiettivo di ridurre progressivamente i consumi di gas naturale, puntando su efficienza energetica e su un incremento della produzione delle rinnovabili.
Il rigassificatore di Piombino, insieme a quello di Ravenna (dove opererà la nave FSRU BW Singapore che non sarà attraccata in porto ma posizionata a 8,5 chilometri dalla cosa) garantiranno circa 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno andando ad affiancare gli impianti già attivi oggi in Italia.
Attualmente, infatti, sono disponibili tre rigassificatori (Panigalia, in provincia di La Spezia, Cavarzere, in Veneto, e Livorno) per una capacità complessiva di circa 15 miliardi di metri cubi. Complessivamente, quindi, si può ipotizzare un aumento fino a 25 miliardi di metri cubi annui di gas immesso nella rete nazionale dopo la trasformazione da GNL.
Cosa cambia per i clienti finali con l’avvio delle attività del rigassificatore di Piombino
Il progetto del rigassificatore di Piombino punta a ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas naturale dalla Russia. Inevitabilmente, la scelta di puntare sul GNL e sui rigassificatori in mod sempre più marcato andrà a modificare gli equilibri del mercato all’ingrosso del gas in Italia, destinato a diventare sempre più dipendente dal prezzo del GNL e sempre meno dipendente dal prezzo del gas naturale (con riferimento all’indice TTF che regola il mercato europeo).
La riduzione della dipendenza dalla Russia e dalle importazioni di gas naturale dovrebbe, almeno sulla carta, ridurre progressivamente il costo del gas all’ingrosso e, soprattutto, evitare improvvisi aumenti dei prezzi come avvenuto nel corso del 2022 e, in particolare, durante la scorsa estate. Un mercato più stabile, quindi, permetterà agli utenti finali di ridurre il rischio di stangate in bolletta.
L’effetto dell’aumento della dipendenza dai rigassificatori andrà valutato nel medio-lungo periodo. L’obiettivo per i prossimi anni, infatti, resta la riduzione complessiva dei consumi di gas e, quindi, del ricorso ai combustibili fossili. Per raggiungere tale obiettivo, l’Italia dovrà lavorare molto sull’efficienza energetica e sul potenziamento della produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Solo nel corso dei prossimi mesi si potrà avere un’idea più precisa in merito ai risultati della nuova strategia energetica nazionale. Di certo, i rigassificatori giocheranno un ruolo importante. La maggiore dipendenza dal prezzo del GNL, in ogni caso, andrà monitorata, con l’obiettivo di evitare di dover fare i conti con un nuovo possibile fattore in grado di causare un aumento dei prezzi del gas per i clienti finali.
Come ridurre le bollette di luce e gas a marzo 2023
La nuova strategia energetica nazionale entrerà nel vivo nel corso dei prossimi mesi. Nel frattempo, però, i clienti finali hanno già la possibilità di ridurre le bollette di luce e gas, sfruttando al massimo il calo dei prezzi all’ingrosso registrato nel corso del primo trimestre del 2023. Rispetto al 2022, infatti, gli indici del mercato all’ingrosso in Italia (PUN per la luce e PSV per il gas) si attestando su valori molto più bassi, con un ritorno alle quotazioni di fine estate 2021.
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