Il mercato elettrico italiano si prepara all’atteso debutto del PUN luce 2025. Dal 1° gennaio si dirà addio al Prezzo Unico Nazionale (il cui acronimo è appunto PUN) per dare il benvenuto a un sistema di prezzi zonali, più in grado di intercettare le dinamiche locali di produzione e distribuzione dell’elettricità.
Cosa significa questa transizione, peraltro sollecitata al nostro Paese dalla Commissione europea, e quale sarà il suo riflesso sia su quanti acquisteranno l’energia all’ingrosso sia sui consumatori finali? Nel paragrafo che segue rispondiamo ai tuoi dubbi sul PUN luce 2025.
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PUN luce 2025: ecco come cambierà il mercato elettrico
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LE DOMANDE |
LE RISPOSTE |
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Che cos’è il PUN? |
Il PUN (Prezzo Unico Nazionale)è il prezzo di riferimento all’ingrosso per la compravendita dell’energia elettrica |
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Da quando è in funzione il PUN? |
Dal 2004 |
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Come è ora il funzionamento del PUN? |
Gli acquirenti dell’elettricità sul Mercato del Giorno Prima la pagano ad un unico prezzo di acquisto, indipendentemente dall’area geografica in cui si trovano |
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Come sarà il funzionamento del PUN? |
Sarà introdotto un meccanismo di prezzi zonali, il PUN Index GME |
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Quando scatterà il passaggio al mercato zonale? |
Il 01/01/2025 |
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Qual è la ragione alla base di questa transizione? |
La necessità di recepire una richiesta della Commissione europea per una maggior armonizzazione del mercato interno europeo |
Innanzitutto un chiarimento: il PUN (Prezzo Unico Nazionale) è l’indice che regola da vent’anni le offerte di acquisto dell’elettricità sul Mercato del Giorno Prima (MGP), che ospita la maggior parte delle transazioni di compravendita di energia elettrica. Questo mercato è gestito dal GME, il Gestore dei Mercati Energetici.
Finora, gli acquirenti di energia all’ingrosso (dai trader ai grandi consumatori) sono stati soggetti ad un unico prezzo di acquisto (il PUN appunto), indipendentemente dalla zona in cui si trovavano. Con PUN luce 2025, invece, sarà introdotto un meccanismo di prezzi zonali (il PUN Index GME), così da intercettare le dinamiche territoriali di produzione e distribuzione dell’energia elettrica, anche sulla scia della crescente diffusione delle fonti rinnovabili.
La transizione da PUN unico a tariffe zonali soddisfa le esigenze dell’Europa, che ha chiesto all’Italia “di superare il PUN dal 2025, in ottica di una maggiore armonizzazione del mercato interno europeo”, si legge nell’analisi pubblicata su “APE – Appunti di Energia”, l’approfondimento mensile proposto dai ricercatori di RSE, Ricerca Sistema Energetico. Il nostro Paese, del resto, è l’unico dell’UE ad avere tale prezzo unico di acquisto.
La richiesta dell’Europa è stata così recepita dall’Italia con l’articolo 13 del Decreto n.210 dell’8 novembre 2021, modificato poi dall’articolo 19 del decreto-legge 181/23.
PUN luce 2025: gli effetti del passaggio ai prezzi zonali
Quale sarà l’impatto che il superamento del PUN unico avrà sul mercato dell’energia? Nell’immediato, assicurano i ricercatori RSE, “non comporterà di per sé un perfetto allineamento dei prezzi zonali, che continueranno ad essere disallineati per via delle limitate capacità di trasporto interzonali, ma anche in virtù di una forte penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili, potenzialmente disomogenea sul territorio nazionale”.
Guardando, invece, ad un orizzonte temporale più lungo (il 2030), gli effetti dell’addio al PUN nazionale potrebbero essere più interessanti, anche perché i fattori elencati qui sotto potrebbero incidere sulle differenze di prezzo tra le zone italiane:
- la crescita della generazione da fonti rinnovabili;
- le prospettive di sviluppo della partecipazione attiva della domanda nei mercati;
- lo sviluppo delle reti al 2030.