Addio alle maxi-bollette da 5 anni
Il problema delle maxi-bollette che arrivano ad anni di distanza dai relativi consumi è tristemente noto a molti consumatori: conguagli da centinaia di euro, se non peggio, che spesso riguardano situazioni tanto remote da rendere davvero difficile contestarlie e che comunque anche quando sono corretti comportano non pochi problemi per il loro pagamento.
La legge di bilancio 2018 ha sancito, per favorire i consumatori, la diminuzione da 5 a 2 anni del periodo massimo di fatturazione che gli operatori delle varie offerte luce possono chiedere in conguaglio agli utenti: in altre parole, se per molto tempo non c’è stata fattura, anche senza colpa dell’utente (ad esempio per mancate letture o letture rettificate molto in ritardo), il cliente potrà essere tenuto a pagare soltanto gli ultimi 24 mesi.
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Verso l’autolettura sempre più diffusa
Il provvedimento, diventato operativo con un’apposita delibera dell’Arera, l’autorità di settore, è valido dal 1° marzo. Non solo: gli operatori sono tenuti a informare il cliente di questo suo nuovo diritto almeno 10 giorni prima rispetto alla scadenza dei termini di pagamento. Per quanto riguarda invece il calcolo dei 2 anni, questo parte entro 45 giorni dall’ultimo giorno fatturato (cioè il momento in cui i venditori sono obbligati a emettere la fattura).
Nuove modifiche sono in arrivo anche per quanto riguarda la bolletta, con la stessa Arera che ha definito la necessità di «misure per l’adeguamento della disciplina della Bolletta 2.0 finalizzate ad evidenziare nelle fatture gli eventuali importi che possono essere oggetto di prescrizione (ciò al fine di facilitare al cliente di esercitare tale diritto) e eventuali integrazioni alla regolazione della qualità dei servizi di vendita».
In genere, l’Arera spinge per favorire le autoletture, per evitare il più possibile il ricorso ai conguagli da parte degli operatori; in questo senso anche le recenti disposizioni per il settore elettrico in tema di indennizzi automatici in relazione alla capacità delle imprese distributrici di acquisire dati effettivi di prelievo. Tra le proposte al vaglio, spiccano quelle orientate a far sì che venga rafforzata la tutela dei consumatori nel caso di mancata acquisizione e messa a disposizione di dati effettivi di prelievo di energia elettrica per periodi prolungati.