Secondo la regola del “modem libero” chi attiva un’offerta Internet casa ha la possibilità di scegliere da sé quale router utilizzare, se soddisfa le caratteristiche tecniche richieste, e non necessariamente quello fornito dall’operatore di rete fissa. Affinché gli utenti siano davvero “liberi”, però, resta il problema del cosiddetto connettore ONT (Optical Network Terminal).
Per questo motivo l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha avviato una consultazione pubblica della durata di 45 giorni, a cui possono partecipare gli operatori, associazioni di consumatori, produttori degli apparati, enti di ricerca e singoli cittadini, per decidere se sia lecito che l’utente possa scegliere di utilizzare un connettore ONT di sua proprietà . Il nodo della questione è stabilire “per legge” dove finisce la rete commerciale dell’operatore e inizia quella dell’utente.
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Modem libero, la proposta dell’AGCOM sul connettore ONT a febbraio 2025
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La consultazione dell’AGCOM sul modem libero |
Spiegazione |
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ONT cos’è |
- dispositivo alimentato elettricamente che converte il segnale ottico in entrata in segnale elettrico
- può essere integrato nel modem o esterno
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borchia ottica cos’è |
- la scatoletta che collega la fibra in uscita all’ONT e non necessita di alimentazione
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NTP cos’è |
- il punto in cui finisce la rete dell’operatore e inizia quella privata dell’utente
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Cosa propone l’AGCOM |
- il Garante chiede dove posizionare l’NTP, se prima o dopo la borchia, in modo da permettere all’utente di utilizzare un terminale proprio e non quello fornito dall’operatore
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Il connettore ONT attualmente viene fornito in larga parte dall’operatore grazie a una deroga concessa dall’AGCOM nel 2019. Il costo è incluso nel canone mensile dell’offerta fisso. Se questo dispositivo risulta integrato nel modem è però possibile richiedere un ONT esterno per utilizzare un proprio router.
Nel dettaglio la consultazione pubblica indetta dall’AGCOM chiede di stabilire dove posizionare il cosiddetto NTP (Network Termination Point), ovvero il punto in cui finisce la rete dell’operatore e inizia quella privata dell’utente. Questo vale per tutte le tipologie di connessione: fibra FTTH (Fiber to the Home), FTTB (Fiber to the Building), FTTN (Fiber to the Node), FTTE (Fiber to the Exchange) e FWA (Fixed Wireless Access). Il nodo sta nel decidere se l’NTP deve essere posizionato per regolamento prima della borchia o dopo l’ONT.
Per capire meglio la richiesta dell’AGCOM bisogna quindi fare un po’ di chiarezza sui termini. La borchia è un dispositivo installato sul muro che non richiede alimentazione e funziona come porta per il cavo in fibra ottica che si collegherà poi all’ONT.
L’ONT invece è un apparato alimentato elettricamente che converte il segnale ottico in elettrico. Il connettore si collega da un lato alla borchia e dall’altro al modem. Ne esistono di diversi tipi. Alcuni sono integrati nel router mentre altri possono essere esterni. Quando si parla di SFP, invece, si tratta di un piccolo modulo che va inserito nei modelli di modem predisposti.
Ad oggi l’ONT viene considerato parte della rete dell’operatore e per questo non può essere scelto liberamente dal cliente. L’AGCOM per quanto riguarda la fibra ottica propone quindi due soluzioni. La prima è quella di mantenere la situazione così com’è mentre la seconda è di spostare l’NTP alla borchia, permettendo così l’utilizzo di un connettore acquistato da terzi.
L’AGCOM ha pensato poi a due soluzioni differenti anche per le connessioni FWA, in cui il segnale dopo un primo collegamento in fibra ottica si sposta poi nell’ultimo tratto sulle frequenze del 4G o 5G fino a raggiungere il modem dell’utente. L’idea è di permettere di scegliere liberamente l’apparato di ricetrasmissione o mantenere quello fornito dall’operatore.
Per quanto riguarda invece le connessioni in rame nell’ultimo miglio (FTTE, FTTN e FTTB), l’orientamento è quello di mantenere il connettore ONT come parte integrante della rete dell’operatore.
Lo spostamento dell’NTP in entrambi gli scenari previsti dall’AGCOM porterebbe comunque con sé alcune criticità . Innanzitutto, sorgerebbe il problema dell’interoperabilità tra il terminale di linea ottica (OLT), utilizzato per collegare linee di tronco in fibra ottica, e gli ONT privati. Bisognerebbe poi considerare come certificare e validare l’ONT per la propria rete con relativa configurazione. Non solo, gli utenti potrebbero trovare difficoltà a reperire ONT sul mercato e si dovrebbe poi stabilire a chi spetta l’onere di monitoraggio e manutenzione del servizio in caso di utilizzo di un dispositivo fornito da terzi.
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