Nelle ultime settimane, la Commissione Europa ha registrato importanti passi in avanti in merito alla questione dell’idrogeno rinnovabile o verde che, nel corso del prossimo futuro potrebbe rappresentare un componente chiave per il mercato energetico UE. Si tratta, prevalentemente, della definizione di parametri tecnici in grado di gettare le basi per lo sviluppo di un settore strategico che avrà il compito di ridurre, sempre di più, la dipendenza dai combustibili fossi in Europa.
L’UE punta sull’idrogeno verde e rinnovabile: definiti i requisiti normativi
Il tema dell’idrogeno “innovabile” o “verde” potrebbe ricoprire un ruolo centrale per il futuro del settore energetico in Europa. Per produrre l’idrogeno è possibile “rompere” le molecole di gas naturale. C’è, però, anche la possibilità di produrre idrogeno tramite un processo di elettrolisi di molecole d’acqua, utilizzando appositi “elettrolizzatori”. Questo processo non coinvolge combustibili fossi ma richiede l’utilizzo di una certa quantità di energia elettrica.
Di conseguenza, l‘idrogeno verde e rinnovabile deve essere prodotto utilizzando elettricità rinnovabile o a bassissima intensità di emissioni e, quindi, utilizzando mix energetici con una forte incidenza di energia nucleare, senza dover ricorrere a combustibili fossi che causerebbero la produzione significativa di emissioni di gas serra in atmosfera. Questa distinzione è fondamentale per poter rendere l’idrogeno una materia prima energetica davvero sostenibile.
La Commissione UE, quindi, è andata a definire i criteri per poter considerare l’idrogeno come “verde” e pulito. La scelta è frutto di un compromesso tra Francia, Paese dove la produzione di energia nucleare è molto elevata, e Germania, Paese contrario a considerare l’idrogeno prodotto da energia nucleare come davvero “verde”. Secondo quanto definito dall’UE, per essere considerato rinnovabile e green, l’idrogeno dovrà essere prodotto con un mix energetico in cui il nucleare può giocare un ruolo ma non potrà essere l’unica fonte da cui ricevere energia elettrica per l’elettrolisi.
Il piano REPowerEu punta a raggiungere 10 milioni di tonnellate di produzione annua di idrogeno oltre a 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato entro il 2030. I produttori potranno sfruttare vari meccanismi normativi per dimostrare che l’elettricità utilizza per la produzione di idrogeno provenga da fonti rinnovabili e, quindi, che tutti i requisiti per considerare l’idrogeno “verde” e “rinnovabile” vengano rispettati.
Gli obiettivi per l’idrogeno rinnovabile in UE per i prossimi anni
Per rendere l’idrogeno un componente centrale del settore energetico europeo è, quindi, previsto un piano in più fasi:
- fino al 2024 il focus riguarderà la decarbonizzazione della produzione di idrogeno, gettando le basi (sia dal punto di vista normativo che industriale) alla produzione di idrogeno rinnovabile e green con l’installazione di almeno 6 GW di elettrolizzatori
- entro il 2030 si punterà a raggiungere una produzione interna di almeno 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile e 40 GW di elettrolizzatori installati con l’avvio di importanti investimenti in elettrolizzatori (25-40 miliardi di euro) e la riconversione di parte dell’infrastruttura di gas per la fornitura di idrogeno su lunghe distanze
- entro il 2050 l’idrogeno verde dovrà aver raggiunto una maturità completa per poter essere utilizzato su larga scala come elemento centrale per la decarbonizzazione dell’UE; circa un quarto della produzione di energia rinnovabile in UE dovrebbe essere destinata alla produzione di idrogeno rinnovabile
Come sarà utilizzato l’idrogeno in UE
L’idrogeno trova numerosi campi di applicazione come fonte energetica, per via della sua versatilità e per la semplicità di stoccaggio e di trasporto. L’idrogeno viene considerato come il “vettore energetico più efficiente“. La possibilità di poter contare su idrogeno verde rappresenta, quindi, un elemento chiave per la strategia di decarbonizzazione della UE nel corso dei prossimi anni. Già oggi, infatti, l’idrogeno viene utilizzato in vari settori industriali (anche se viene prodotto prevalentemente con il reforming del metano). In futuro, però, quest’utilizzo potrebbe crescere in parallelo alla crescita della produzione di idrogeno verde.
Anche il settore dei trasporti potrebbe beneficiare sempre di più dell’idrogeno, sia per le autovetture che, soprattutto, per i veicoli pesanti dedicati, in particolare, al trasporto mercati. Nel corso dei prossimi anni, infatti, l’UE punta a incrementare il numero di stazioni di rifornimento di idrogeno per incentivare la diffusione di questo tipo di veicoli che, come le auto elettriche già molto diffuse in Italia, non producono emissioni durante l’utilizzo.
Cosa cambierà per le famiglie europee?
L’idrogeno ricoprirà un ruolo fondamentale nella riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. I vantaggi per le famiglie europee legate agli investimenti sull’idrogeno saranno molteplici. Oltre all’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria, con la riduzione delle emissioni, l’idrogeno renderà più sostenibile il mercato energetico, sia dal punto di vista ambientale che economico. Alcuni settori di applicazione, come il trasporto su gomma, potrebbero coinvolgere anche i consumatori finali in modo diretto. Nei prossimi anni, infatti, le auto ad idrogeno potrebbero diventare un’alternativa per la mobilità .