Mentre Consiglio e Parlamento europeo raggiungono un accordo provvisorio sul Gigabit Infrastructure Act (GIA), il nuovo pacchetto normativo per semplificare l’iter di realizzazione delle reti a banda ultralarga così da far decollare il 5G nel Vecchio Continente, l’industria europea delle Telco è sul piede di guerra.
Motivo del contendere è legato alle cosiddette “approvazioni tacite” da parte di Comuni ed enti locali in merito ai permessi di scavo per l’installazione della fibra e la posa di nuovi impianti 5G. Secondo il comparto delle telecomunicazioni, le nuove norme starebbero “snaturando lo spirito originario del provvedimento che mirava a ridurre costi e tempi per accelerare l’infrastrutturazione”, spiegano le associazioni della industry: Etno, Ecta, GigaEurope e Gsma.
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Banda ultralarga: che cos’è il Gigabit Infrastructure Act
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GIGABIT INFRASTRUCTURE ACT “IN PILLOLE” |
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È un nuovo pacchetto normativo che mira ad aggiornare la direttiva UE del 2014 sulla riduzione dei costi della banda larga |
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Martedì 6 febbraio 2024 Consiglio e Parlamento UE hanno raggiunto un accordo provvisorio sul Gigabit Infrastructure Act |
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L’obiettivo del provvedimento è snellire l’iter di realizzazione delle reti di banda ultralarga per far decollare il 5G in Europa |
Il Gigabit Infrastructure Act è il nuovo pacchetto normativo che si propone di aggiornare l’ormai datata direttiva europea del 2014 sulla riduzione dei costi della banda larga (2014/61/UE). Secondo quanto si legge in una nota del Consiglio europeo, le nuove regole sull’infrastruttura Gigabit (GIA) rappresentano una tappa cruciale nel cammino verso i traguardi di connettività dell’Europa stabiliti per questo decennio nella bussola per il digitale dell’UE: una connettività su banda ultralarga (almeno 5G) per tutti i cittadini europei.
In particolare, la normativa mira a ridurre i costi dell’installazione delle infrastrutture di comunicazione elettronica, causati in parte dalle procedure di rilascio delle autorizzazioni che precedono l’installazione o l’aggiornamento delle reti. Passaggi amministrativi ancora complessi, talvolta lunghi, e diversi da uno Stato membro all’altro.
Banda ultralarga: Telco europee in allarme sul Gigabit Act a febbraio 2024
Come accennato poco sopra, martedì 6 febbraio 2024, Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul Gigabit Infrastructure Act. Tuttavia, sulla nuova formulazione della proposta normativa l’industria europea delle Telco ha espresso “forti preoccupazioni”. Perché?
La risposta arriva direttamente dalle associazioni del comparto (Etno, Ecta, GigaEurope e Gsma) secondo cui “le misure chiave che aiuterebbero ad accelerare lo sviluppo della rete sono ora messe in dubbio. Tra queste figurano le cosiddette “approvazioni tacite”, che consentono l’installazione della fibra quando i permessi di costruzione non vengono concessi entro un lasso di tempo ragionevole”. In pratica, secondo l’industria delle telecomunicazioni, l’introduzione di un meccanismo di conciliazione obbligatorio tra gli enti pubblici e gli operatori di telecomunicazioni come fase intermedia per agevolare la procedura di rilascio di autorizzazioni sarebbe un ostacolo anziché una semplificazione normativa.
Secondo Etno, l’associazione che rappresenta i principali operatori di telecomunicazioni europei, “proposte più ambiziose da parte della Commissione europea e del Parlamento europeo avrebbero risposto meglio all’urgenza di implementare le reti Gigabit”.
Quali sono le prossime tappe del provvedimento dopo l’intesa del 6 febbraio 2024? Come spiegano dal Consiglio europeo, “proseguiranno i lavori tecnici degli esperti di entrambe le istituzioni al fine di presentare un testo di compromesso ai co-legislatori per l’approvazione. Per quanto riguarda il Consiglio, la presidenza belga intende presentare quanto prima il testo ai rappresentanti degli Stati membri (Coreper) per approvazione. Una volta approvato, il progetto di atto legislativo sarà sottoposto alla messa a punto giuridico-linguistica prima di essere formalmente adottato da entrambe le istituzioni e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE, ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione“.