La scarsa crescita delle connessioni in fibra
Uno dei problemi atavici del sistema industriale italiano è sicuramente legato alla disorganizzazione negli investimenti pubblici, che non di rado sono consistenti e potrebbero rilanciare un settore in difficoltà ma che vengono erogati senza la dovuta pubblicità o le operazioni di accompagnamento necessarie per una fruizione corretta del denaro. Spesso, in altre parole, non mancano i soldi: solo vengono usati poco e male.
Un esempio concreto è dato dal Piano strategico per la banda ultralarga inaugurato dal precedente governo e che ha portato la fibra in molte zone del Paese, comprese le cosiddette “aree grigie” dove la banda ultralarga rappresenta una novità assoluta. Eppure la domanda continua a languire, soprattutto se paragonata al resto d’Europa: altrove gli abbonati ai servizi FTTH, cioè quelli con la “vera” fibra ottica, sono aumentati del 20%, da noi chi utilizza questa tecnologia è un mero 4,8% (contro il 15,4% della media UE).
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A che cosa servono i voucher
Va ricordato che il Piano strategico, proprio per superare questo impasse, prevede i voucher finalizzati a sostenere la domanda di abbonamenti in fibra ottica. Grazie a questo strumento sarà possibile ridurre il costo della connessione a banda ultralarga per i cittadini, soprattutto per chi è scettico e non ha ancora avuto modo di sperimentare personalmente la comodità e la facilità d’uso dei servizi risi possibili da questa tecnologia.
I voucher vengono finanziati con fondi europei e quindi non vanno a pesare sul bilancio statale, ma allo stesso tempo sono uno stimolo economico che finisce direttamente nel PIL. Sarebbe stato più utile varare questa misura già da tempo, insieme alla conclusione dei primi scavi per la fibra, anche perché il rischio e che questi soldi, non spesi, vengano riallocati o addirittura persi.
Un altro caso è quello delle scuole, che in molti casi hanno già la banda larga ma non la sfruttano per la mancata collaborazione da parte degli enti pubblici: a Repubblica Francesco Sacco, uno dei padri del Piano strategico, ha ricordato come «non basti stanziare voucher a incentivo della banda ultra larga. Serve anche un’organizzazione centralizzata che accompagni e supporti i soggetti interessati. E questo è un punto da tenere assolutamente in considerazione in vista dell’arrivo di nuovi e più consistenti voucher per la banda ultra larga a famiglie e imprese».