È polemica sullo stop fotovoltaico Sardegna. Il Consiglio regionale ha approvato (con 32 voti a favore, 1 contrario e 21 astenuti) una moratoria di 18 mesi per la realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, parchi eolici e fotovoltaici su tutti.
Si tratta di una decisione transitoria che mira a bloccare il cosiddetto “far west” delle richieste di autorizzazioni, in attesa che sia messo a punto il piano energetico regionale e si definisca la mappa delle aree idonee rinnovabili, così da far camminare a braccetto sostenibilità e tutela del paesaggio. Ma le associazioni della filiera delle rinnovabili insorgono. Per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, la norma, a una prima lettura, “non è applicabile”.
Nel paragrafo che segue entriamo nel dettaglio dello stop fotovoltaico Sardegna. Prima, però, ti ricordiamo che, da nord a sud della Penisola, l’acquisto di un impianto fotovoltaico è una mossa vincente per far andare di pari passo sostenibilità ambientale e risparmio in bolletta. Se sei alla ricerca di una soluzione che ti aiuti a ridurre il fardello economico dell’investimento iniziale, puoi affidarti al comparatore di SOStariffe.it per pannelli fotovoltaici, disponibile cliccando sul bottone verde qui sotto:
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Stop fotovoltaico Sardegna: cosa prevede la moratoria a luglio 2024
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STOP FOTOVOLTAICO SARDEGNA: COSA SAPERE |
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Diventa legge regionale la moratoria di 18 mesi che impedisce la realizzazione di nuovi impianti green in Sardegna, parchi eolici e fotovoltaici su tutti |
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Obiettivo del provvedimento è mettere un freno alla pioggia di richieste di autorizzazioni per la costruzione di impianti rinnovabili sull’isola, in attesa di elaborare la mappa delle aree idonee |
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Sono esclusi dal divieto gli interventi che non prevedono il consumo di suolo, tra cui la realizzazione di impianti per l’autoconsumo |
Lo stop fotovoltaico Sardegna prevede che, per i prossimi 18 mesi, non si possano realizzare nuovi impianti di energia green su tutto il territorio dell’isola, soprattutto parchi eolici e fotovoltaici. La moratoria è contenuta nel Dl n.15 “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali”, approvato dal Consiglio regionale della Sardegna il 2 luglio 2024.
Nel divieto, che scatta anche per i progetti con iter autorizzativo in corso all’entrata in vigore della legge, sono individuati i territori da salvaguardare:
- aree naturali protette;
- zone umide di importanza internazionale e quelle di riproduzione di specie faunistiche protette;
- aree agricole interessate da produzioni biologiche e marchi (Dop, Igp, Doc);
- aree a rischio idrogeologico;
- aree che distano sette chilometri dai beni culturali (1.500 metri per le isole minori);
- la fascia costiera dei 300 metri dal mare e aree che distano meno di 2 chilometri da alberi monumentali.
Sono, invece, esclusi dal divieto gli interventi che non comportano consumo di suolo:
- impianti agrivoltaici di dimensioni sotto i 10 megawatt;
- gli impianti per l’autoconsumo e quelli delle comunità energetiche;
- gli interventi di manutenzione ordinaria straordinaria o di revamping di impianti rinnovabili già esistenti.
Stop fotovoltaico Sardegna e la pioggia di richieste per le rinnovabili
Obiettivo del provvedimento, che ora è legge, è di mettere un freno a quello che ormai è stato ribattezzato il “far west” delle richieste di autorizzazioni. Un “assalto” di pale eoliche e pannelli fotovoltaici tradotto in cifre da Econnextion, la piattaforma online di Terna che geolocalizza le richieste di installazione di nuovi impianti rinnovabili da nord a sud della Penisola, indicandone anche lo stato autorizzativo.
Al 30 giugno 2024, secondo il portale della società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, la Sardegna registrava 824 richieste per l’installazione di impianti da fonti green, per un totale di 54,39 Gigawatt di potenza. Del totale delle pratiche:
- 547 (per un totale di 23,82 GW) riguardano l’energia solare;
- 248 (per un totale di 16,72 GW) riguardano l’energia eolica on-shore;
- 29 (per un totale di 13,85 GW) riguardano l’energia eolica in mare.
Anche alla luce di queste cifre, il Consiglio regionale della Sardegna ha deciso di procedere con la moratoria di 18 mesi, una norma “transitoria e di emergenza” (come l’ha definita la maggioranza di governo della Regione sarda) che consenta all’ente di pianificare il futuro energetico dell’isola e la messa a punto della mappa delle aree idonee rinnovabili, come previsto dal decreto approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) e in fase di pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Secondo questo provvedimento, le Regioni hanno sei mesi di tempo per definire le aree idonee ad ospitare gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ed escludere quelle che, invece, non sono adatte.
Per la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, “non si devono demonizzare le rinnovabili ma adottare una transizione energetica con regole chiare su dove si possono o meno realizzare gli impianti”.
Stop fotovoltaico Sardegna: la filiera green boccia la decisione
Sullo stop fotovoltaico Sardegna è insorta la filiera delle rinnovabili. Alleanza per il Fotovoltaico, che raggruppa alcuni tra i principali operatori energetici in Italia, definisce il provvedimento una “pietra tombale sullo sviluppo del settore nella regione” e chiede che “il Governo impugni la legge sarda per ragioni di illegittimità”, in quanto la nuova legge “configura un conflitto di attribuzione e di competenze tra Stato e Regioni”.
Un’ipotesi su cui non chiude la porta lo stesso ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Alla domanda se lo Stato intenda impugnare la legge regionale al Tar, il ministro ha risposto: “La legge verrà esaminata dal Governo e se ci sono elementi che vanno oltre i poteri della regione Sardegna, che è regione autonoma, la impugneremo alla Corte costituzionale. Ma lo valuteremo”. Critica anche Legambiente: “Credo che 18 mesi siano un intervallo di tempo davvero troppo lungo, sul fronte delle rinnovabili sono un’era geologica”, è il commento del presidente Stefano Ciafani.