Niente conto corrente per recesso unilaterale: più difficile per le banche

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Recesso unilaterale conto corrente più difficile per le banche se passerà la proposta di legge all’esame del Parlamento. Gli istituti di credito dovranno spiegare al cliente il perché della chiusura del conto con saldo attivo e senza la presenza di gravi motivi. Tutte le novità e come trovare un conto corrente conveniente a febbraio 2025.

In 30 sec.
Recesso unilaterale conto corrente, che cosa cambia con la proposta di legge:
  • All’esame della commissione Finanze della Camera la modifica della normativa
  • Il fine è rendere più difficile per la banca recedere un conto con saldo attivo
  • L’istituto di credito deve spiegare al cliente il motivo a meno di fatti gravi
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Niente conto corrente per recesso unilaterale: più difficile per le banche

Altolà alle banche sul recesso unilaterale conto corrente. Per chiudere il conto di un cliente dovranno spiegare il “perché”. A questo punta la proposta di legge attualmente all’esame della commissione Finanze della Camera e che potrebbe essere discussa entro fine febbraio 2025.

Si tratta di apportare un cambio alla normativa per tutelare maggiormente i consumatori e il loro diritto di avere un conto bancario per gestire i propri soldi, a meno che la banca non abbia gravi motivi per rescindere il contratto di conto corrente. Per esempio: riciclaggio di denaro “sporco” o finanziamento al terrorismo. 

Prima però di analizzare più nel dettaglio quali sono le novità che potrebbero essere introdotte, se stai cercando un conto corrente conveniente a febbraio 2025, con il comparatore di SOStariffe.it (cliccando sul pulsante verde qui sotto) puoi trovare le offerte più vantaggiose fra le banche partner.

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Recesso unilaterale conto corrente: che cosa cambia per banche e consumatori

RECESSO UNILATERALE DEL CONTO CORRENTE: COSA C’È DA SAPERE
1 Sono 8 i parlamentari che hanno firmato la proposta di legge per modificare la normativa sul recesso unilaterale del conto correte
2 Il testo della proposta di legge (relatore il deputato Guerino Testa di FdI) sarà discusso in commissione Finanze alla Camera probabilmente entro fine febbraio 2025
3 Con questa proposta di legge i parlamentari chiedono che, dopo l’articolo 1857 del Codice civile, sia inserito il seguente: 

Art. 1857-bis. – (Obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente) – La banca ha l’obbligo di stipulare un contratto di conto corrente con chiunque lo richieda. La banca non può recedere dal contratto di conto corrente a tempo determinato o indeterminato quando i saldi siano in attivo, se non per gravi e documentati motivi“.

Il parlamentare Guerino Testa (FdI) è il relatore davanti alla commissione Finanze della Camera della proposta di legge numero 1091, relativa all’”Introduzione dell’articolo 1857-bis del Codice civile e modifica all’articolo 33 del Codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente”, con primo firmatario il deputato Francesco Saverio Romano di Noi Moderati.

L’obiettivo di questa proposta di legge è di “rispondere alle esigenze di numerosi cittadini che, negli ultimi anni, hanno visto chiudere, unilateralmente e senza motivo, il rapporto di conto corrente dalla propria banca, pur in presenza di saldi attivi, costringendoli per effetto delle segnalazioni interbancarie a non poter più disporre delle proprie provviste”. 

Dopo il recesso del contratto di conto corrente, la banca consegna al correntista solo un assegno circolare. Ma quest’ultimo per essere convertito in denaro liquido ha bisogno, a sua volta, che il possessore abbia un conto corrente o un rapporto bancario con un istituto di credito. 

Ma non è tutto: in questi casi, spesso, “il correntista stesso a sua volta si trova impossibilitato a stipulare un nuovo contratto di conto corrente presso altre banche a causa della segnalazione interbancaria. Nel quadro normativo vigente, infatti, anche se il correntista ha saldi attivi del conto corrente, qualora questo venisse chiuso, si troverebbe nella paradossale situazione di non poter usufruire del proprio denaro per effetto della normativa sulle limitazioni all’uso del contante”, chiarisce il testo redatto dai parlamentari.

Lo scopo della proposta di legge è quello di chiarire “la funzione degli istituti di credito a seguito delle normative vigenti sulle limitazioni all’uso del contante”. Il quadro normativo è ulteriormente complicato dal fatto che il cittadino può utilizzare esclusivamente un conto corrente: 

  • per ricevere stipendio o pensione; 
  • per eseguire una transazione con gli uffici pubblici o con gli esercizi commerciali oltre una determinata somma.

I parlamentari che hanno firmato questa proposta di legge osservano che il conto corrente “deve essere considerato uno strumento da garantire a chiunque e indispensabile per la sopravvivenza nel ciclo economico e sociale del Paese e non può mai e in nessun caso essere negato, né prima della sua stipulazione né tantomeno in una fase successiva”. Ecco perché la proposta di legge mira a:

  • cancellare la facoltà delle banche di recedere unilateralmente dal rapporto di conto corrente senza che vi sia un “motivo grave”; 
  • impedire agli istituti di credito di esimersi dall’attivare un rapporto di conto corrente;
  • recedere dal contratto, a tempo determinato o indeterminato, qualora i saldi del conto risultino attivi.
Paolo Marelli
Specializzato in Energia, Conti e Carte
Da cronista per Il GiornoIl Giornale e il Corriere della Sera, a copywriter e brand journalist a Londra in agenzie di comunicazione; è tornato in Italia per scrivere news specializzate per alcuni siti come CorCom e SpacEconomy360, oltre che testate online del gruppo NetworkDigital360, contenitore di testate e portali B2B dedicati ai temi della Trasformazione Digitale e dell’Innovazione Imprenditoriale. Per SOStariffe.it scrive testi in ambito conti, carte di credito, internet e telefonia, tv e luce e gas, argomenti di cui si interessa e occupa in maniera professionale dal 2022.