Conti correnti e indicatore costi ICC (Indicatore dei costi complessivi) da revisionare. Il “paniere” dei prezzi dei prodotti bancari è ormai superato. L’ultimo aggiornamento è datato 2009. Ma in questi 15 anni nel settore c’è stata una rivoluzione con il boom di pagamenti digitali e di home banking e mobile banking, tanto che gli istituti di credito non smettono di chiudere filiali perché sempre meno frequentate dai risparmiatori.
Di fronte a questo scenario l’ABI (Associazione bancaria italiana) ha chiesto a Bankitalia di rivedere l’ICC, un parametro europeo che permette ai consumatori di confrontare le offerte delle banche per sapere quale sia più conveniente di un’altra in base a spese fisse di tenuta del conto corrente e commissioni applicate sulle principali operazioni.
Nel paragrafo che segue cerchiamo di analizzare come cambierà l’ICC. Prima, però, ricordiamo che se sei alla ricerca di un conto corrente online conveniente, puoi affidarti al confronto sul web delle offerte con il comparatore di SOStariffe.it per conti correnti, accessibile cliccando sul pulsante verde qui sotto:
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Conti correnti e indicatore costi ICC: cosa cambierà con la revisione
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LE DOMANDE |
LE RISPOSTE |
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Che cos’è l’ICC? |
L’Indicatore dei costi complessi permette di verificare in pochi passaggi il costo di un conto corrente e di effettuare confronti con altre offerte |
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Com’è articolato questo “paniere” dei conti correnti? |
È un indicatore teorico calcolato su un numero di operazioni eseguite per tre profili di clienti di una banca:
- famiglie
- giovani
- pensionati
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Com’è calcolato l’ICC? |
Si moltiplica il numero delle operazioni effettuate per il loro costo, a cui vanno poi sommate le spese fisse del conto corrente |
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Dove posso trovare l’ICC della mio conto corrente? |
Nel foglio informativo o nel riepilogo sulle spese del conto corrente |
La Banca d’Italia definisce nell’Indicatore dei costi complessivi sei profili di clientela che utilizzano un conto corrente:
- giovani;
- famiglie con uso basso;
- famiglie con uso medio;
- famiglie con uso alto;
- pensionati con uso basso;
- pensionati con uso medio.
L’ICC indica il costo indicativo del conto corrente in un anno. A questo proposito, la Banca d’Italia spiega che l’ICC “serve a confrontare in modo immediato i costi dei diversi conti correnti offerti dalle banche”. Anche se chiarisce che “può essere molto diverso dal costo effettivamente sostenuto a fine anno, a seconda dell’utilizzo effettivo che si fa del conto”. Specifica che l’ICC è “un’informazione riportata all’interno del Documento informativo sulle spese, che la banca è obbligata a fornire al cliente prima di aprire un conto corrente”.
Bankitalia prevede poi all’interno dell’ICC una serie di operazioni standard eseguite dal cliente nel corso di un anno e relative a:
- prelievi e versamenti di contanti da sportello;
- prelievi e versamenti di contanti da ATM;
- libretto degli assegni;
- estratto conto;
- bonifico in entrata e uscita;
- accredito di stipendio e pensione;
- pagamenti con carta di debito;
- pagamenti con carta di credito;
- addebiti diretti e pagamenti imposte/tasse.
Per l’ABI, è necessario un aggiornamento delle tariffe applicate sia sui costi fissi per la tenuta di un conto corrente, sia per i costi variabili (le commissioni sulle operazioni), in considerazione del fatto che i risparmiatori utilizzano meno il contante rispetto al 2009 (anno dell’ultima revisione dell’ICC) e le stesse banche, in tutti questi anni, hanno introdotto e aumentato i servizi digitali offerti ai loro clienti.
Da qui, secondo le prime indiscrezioni, si tratta di rivedere, per esempio, i costi per assegni e versamenti/prelievi di contanti, o invio dell’estratto conto cartaceo, ormai sempre meno utilizzati dai consumatori, e quelli per i bonifici tramite home banking e mobile banking invece sempre più utilizzati.
Si tratta di un compito lungo e complesso a cui la Banca d’Italia, con ogni probabilità, lavorerà per tutto il 2025, anche perché ci sono da raccogliere tutte le statistiche di utilizzo di un conto corrente da parte dei sei profili di clientela. Poi una volta messo a punto, il nuovo Indicatore dei costi complessivi andrà discusso con le banche e le associazioni dei consumatori. Raccolte le loro richieste di modifiche e osservazioni, andrà integrato e reso pubblico.