Il caro bollette non svuota solo i portafogli delle famiglie, ma mette sempre più in affanno anche le imprese. Secondo l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, la corsa dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale nel 2025 potrebbe costare al sistema imprenditoriale italiano 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024 (+19,2%). E il Nord è destinato a pagare il conto più salato.
Le previsioni della Cgia di Mestre amplificano il grido d’allarme sul caro energia lanciato dal presidente di Assolombarda, Alessandro Spada: “Le nostre imprese pagano una delle bollette più care al mondo: negli ultimi due anni, in particolare, il prezzo medio mensile dell’energia elettrica in Italia è stato sistematicamente più alto, anche di oltre il +50%, rispetto ai nostri partner europei mettendo in affanno il sistema produttivo italiano”.
Nel paragrafo che segue analizziamo il caro bollette imprese e le conseguenze sul sistema produttivo tricolore. Prima, però, ricordiamo che SOStariffe.it mette a disposizione un servizio di consulenza gratuito per aiutare imprenditori e titolari di partita IVA a sottoscrivere un’offerta luce quanto più “cucita” sulla tipologia di attività avviata, sulle dimensioni della stessa e dei servizi che propone, così come sul fabbisogno energetico annuale necessario al business stesso.
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Caro bollette imprese: la fotografia dei rialzi a gennaio 2025
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LE DOMANDE |
LE RISPOSTE |
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Quali sono le previsioni elaborate dalla CGIA di Mestre sul caro bollette imprese? |
Secondo l’associazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese, le bollette potrebbero costare 13,7 miliardi di € in più nel 2025 rispetto al 2024 (+19,2%) |
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Quanto è aumentato il prezzo dell’energia elettrica in Italia secondo le cifre di Confindustria? |
C’è stato un incremento del +57,9% tra febbraio 2024 e gennaio 2025 |
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A quanto è quotato il prezzo dell’energia elettrica PUN in Italia? |
A 139 € al megawattora a gennaio 2025 |
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A quanto si attesta il PUN nelle principali economie d’Europa? |
- Germania (108 €/MWh a dicembre 2024);
- Spagna (111 €/MWh);
- Francia (98 €/MWh).
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Quali sono, secondo Assolombarda, i due asset su cui serve un intervento immediato per rilanciare la crescita delle imprese? |
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Le previsioni che arrivano dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre preoccupano le imprese da nord a sud della Penisola: nel 2025, le bollette luce e gas potrebbero costare all’intero sistema imprenditoriale italiano 13,7 miliardi di euro in più rispetto al 2024, pari a un aumento del 19,2%.
In totale, la spesa complessiva dovrebbe toccare gli 85,2 miliardi:
- 65,3 sarebbero per l’energia elettrica;
- 19,9 per il gas.
Le più colpite, secondo l’associazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese, saranno le imprese del Nord. Infatti, i rincari di luce e gas relativi al 2025 interesseranno, in particolare:
- la Lombardia con un aggravio di 3,2 miliardi di euro;
- l’Emilia Romagna con +1,6 miliardi;
- il Veneto con +1,5 miliardi;
- il Piemonte con +1,2 miliardi.
Dalle previsioni della CGIA di Mestre alla fotografia attuale dei rincari scattata da Confindustria nella sua “Congiuntura Flash” pubblicata a gennaio 2025: il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso PUN a gennaio 2025 è quotato, in media, a 139 euro al megawattora, in rialzo del +57,9% rispetto agli 88 euro di febbraio 2024.
Un’impennata che fa lievitare le bollette della luce per le imprese italiane, zavorrandone la crescita e rendendole meno competitive rispetto alle grandi economie europee. Infatti, al confronto con le borse elettriche degli altri Paesi UE, Confindustria evidenzia che il prezzo italiano PUN è più alto di quello rilevato in:
- Germania (108 €/MWh a dicembre 2024);
- Spagna (111 €/MWh);
- Francia (98 €/MWh).
Stando ai dati di Confindustria, il prezzo dell’energia elettrica in Italia a inizio 2025 è maggiore anche rispetto a quello negli Stati Uniti (61 €/MWh).
Dati che spingono il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, a dire che “le nostre imprese pagano una delle bollette più care al mondo”. Un fardello economico che le fa viaggiare le aziende lombarde e italiane con il freno a mano tirato rispetto ai principali big d’Europa. Da qui l’appello del numero uno di Assolombarda: “Per rilanciare la crescita, sono due gli asset su cui intervenire immediatamente: energia e investimenti”.
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