Il governo Meloni lo va ripetendo ormai da settimane. La stagione dei “bonus a pioggia” è finita. Un monito che dovrà essere tradotto nella prossima legge di Bilancio, il cui cantiere è ancora aperto. E mentre si attendono conferme sui bonus edilizi che sopravviveranno e quelli che, invece, saranno mandati in soffitta, c’è già una certezza: dal 1° gennaio 2025, il Bonus ristrutturazioni continuerà ad esistere ma subirà una sforbiciata sia nell’aliquota della detrazione sia nel tetto massimo di spesa.
Nel paragrafo che segue illustriamo come cambierà il look del Bonus ristrutturazioni dall’anno prossimo. Prima, però, ricordiamo che se anche tu stai pensando di ristrutturare la tua casa per migliorarne l’efficienza energetica, una mossa cruciale è quella di installare un impianto fotovoltaico chiavi in mano.
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Bonus ristrutturazioni: ecco quali sono le novità dal 2025
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BONUS RISTRUTTURAZIONI: COME CAMBIA DAL 2025 |
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La detrazione fiscale Irpef si abbasserà dal 50% attuale al 36% dal 1/1 2025 |
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Il massimale di spesa sarà decurtato: dai 96mila € attuali ai 48mila € dall’anno prossimo |
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Dal 2028 ci sarà un’ulteriore riduzione dell’aliquota: si arriverà al 30% |
Dal 1° gennaio 2025 il Bonus ristrutturazioni cambierà look. Infatti, la misura che incentiva la riqualificazione edilizia di un immobile per migliorarne le prestazioni energetiche subirà un deciso ridimensionamento: la detrazione Irpef passerà dall’attuale 50% al 36%, come previsto dal regime ordinario del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi), il provvedimento che disciplina questa misura.
Anche il tetto massimo di spesa per ciascuna unità immobiliare sarà rivisto al ribasso (e praticamente dimezzato): si andrà dagli attuali 96mila euro ai 48mila euro nel 2025. Un ulteriore taglio all’aliquota del Bonus ristrutturazioni è atteso per il 2028, quando si scenderà ancora al 30%.
Bonus ristrutturazioni: a cosa serve e come funziona
Il Bonus ristrutturazioni è un’agevolazione fiscale sugli interventi di recupero del patrimonio edilizio. In particolare, i lavori ammessi in detrazione sulle singole unità immobiliari sono relativi a:
- ristrutturazione edilizia;
- manutenzione straordinaria;
- restauro e risanamento conservativo.
Tuttavia, intervenendo sulle parti comuni dei condomini, è possibile beneficiare di questo sconto fiscale anche solo a fronte di interventi di manutenzione ordinaria.
Possono beneficiare di questa detrazione in dichiarazione dei redditi (spalmabile su 10 quote di pari importo) tutti i contribuenti assoggettati all’Irpef, a condizione che possiedano o detengano, gli immobili oggetto degli interventi e ne sostengano le relative spese. Tra questi rientrano il proprietario, il titolare di un diritto reale di godimento, l’inquilino o il comodatario.
Bonus edilizi tra conferme e addii: cosa sapere a ottobre 2024
Se, come detto, il Bonus ristrutturazioni sopravviverà alla mannaia voluta dal Governo per frenare l’emorragia nei conti pubblici, non si può dire lo stesso di altri bonus edilizi che rischiano di non vedere più la luce dal 2025.
Tra questi, a meno di cambi di rotta dell’ultima ora, dovrebbero essere pronti al “pensionamento” il Bonus verde (detrazione del 36% su una spesa massima di 5mila euro per la sistemazione di aree verdi scoperte degli edifici privati), il Bonus mobili (sconto fiscale del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici green destinati ad arredare un immobile appena ristrutturato) e l’Ecobonus. Quest’ultima agevolazione, che punta ad aumentare il livello di efficienza energetica degli edifici, consiste in una detrazione Irpef o Ires al 50% o al 65% in base alla tipologia di interventi effettuati.
Resterà in vigore per tutto il 2025, invece, il Bonus barriere architettoniche, che è una detrazione Irpef al 75% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2025 per lavori che eliminino le barriere architettoniche in edifici già esistenti. Questi interventi devono riguardare esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.
Infine, il 2025 sarà anche l’ultimo anno in cui sarà in funzione il Superbonus. La sua aliquota, però, scenderà dall’attuale 70% al 65% l’anno prossimo, per poi uscire definitivamente di scena nel 2026. Dal 2025 stop, invece, alle aliquote maggiorate per il Sismabonus tra il 70% e l’85% della spesa sostenuta per mettere in sicurezza un edificio nelle zone sismiche 1, 2 e 3 per la riduzione della classe di rischio sismico. Questa agevolazione dovrebbe scendere al 36% dal prossimo anno.