L'Agenzia delle Entrate può controllare il canone RAI?

Aggiornato il: 18/09/2023
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 07/06/2022

Il canone Rai è un’imposta che si deve pagare sul possesso di un apparecchio televisivo, a prescindere dal fatto che lo si utilizzi oppure no. Anche se si hanno diversi televisori in casa, il canone si paga una sola volta per singolo nucleo familiare. 

Fino a qualche anno fa, il pagamento del canone doveva essere effettuato tramite modello F24 e il tasso di evasione fiscale era altissimo. Da quando è stato addebitato direttamente sulla bolletta della luce, non pagarlo è diventato più complicato (non pagare il canone significherebbe non saldare un’intera fattura sull’energia elettrica). 

Chi non possiede un apparecchio TV, ma è titolare di un’utenza elettrica con tariffa residenziale, dovrà presentare la relativa dichiarazione sostitutiva di non detenzione per evitare di dover sostenere il canone. 

Come funzionano i controlli in caso di mancato pagamento del canone TV? Qual è il ruolo dell’Agenzia delle Entrate? Analizziamo la questione più nel dettaglio al fine di comprendere quali possano essere le conseguenze. 

Come funziona il canone RAI oggi

Dal 2016 il canone RAI ha cambiato del tutto modalità di riscossione: prima del 2016 era infatti una tassa a sé, che si doveva pagare singolarmente e che veniva evasa in maniera massiccia. Dal 2016 in poi si è invece deciso di accorpare il canone, in 10 rate mensili, alle bollette dell’energia elettrica, rendendo così praticamente impossibile non pagare e portando a una drastica diminuzione del tasso di evasione di questo tributo. 

Oggi l’ammontare del canone RAI è di 90 euro, che quindi vengono corrisposti da tutti gli utenti che possiedono almeno un apparecchio tv – la stragrande maggioranza degli italiani – in 10 rate da 9 euro. Le cose, però, cambieranno a partire dall’anno prossimo, perché l’Unione Europea si è pronunciata contro questa modalità di riscossione, che di fatto delega a un soggetto privato (come è l’azienda fornitrice di energia elettrica) la responsabilità di riscuotere il denaro dovuto allo Stato. Si tornerà quindi al modello precedente.

Canone Rai non pagato e controlli Agenzia delle Entrate

Intanto, per rispondere alla domanda iniziale di questo articolo, è proprio l’Agenzia delle Entrate a occuparsi dei controlli sul pagamento del canone Rai. Il motivo è davvero molto semplice. 

Il canone Rai è un’imposta erariale, il cui soggetto titolare non è altro che lo Stato- Si tratta di un’imposta che si paga per il possesso di un bene, alla stregua di altre, quali l’IMU per la casa o il bollo per l’auto. 

L’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di poter accedere alle banche dati per poter verificare l’eventuale evasione del canone Rai in modo tale da poter procedere, in seguito, con la riscossione forzata. 

Come avvengono i controlli dell'Agenzia delle Entrate

Intanto, i controlli sul canone Rai non pagato, quindi sugli arretrati, possono essere effettuataifino alla loro prescrizione, che corrisponde a 10 anni. Quindi potranno avvenire per le imposte non pagate dal 2012 a oggi. 

È comunque bene ricordare che nel momento in cui si riceve una richiesta di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per il canone Rai non pagato, i termini di prescrizione si interrompono e ricominciano esattamente da capo.  

I controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate sul canone Rai avvengono nel seguente modo: si incrociano i dati presenti nelle diverse banche dati disponibili, individuando in primo luogo i soggetti che hanno dichiarato di non essere in possesso di un apparecchio televisivo. 

Potrebbe infatti accadere che, così come ci sono individui che operano in buona fede, ve ne siano anche altri che utilizzino questo escamotage in modo truffaldino, per farsi togliere l’importo del canone Rai dalla bolletta della luce e non pagarlo anche se utilizzano il televisore tutti i giorni. 

Cosa succede a questo punto? Nella pratica, tramite l’incrocio dei dati è possibile anche risalire all’eventuale intestazione di un contratto Pay TV. E perché qualcuno dovrebbe pagare per esempio Sky se non ha il televisore in casa? 

Cosa rischia chi non paga il canone Rai?

L’Agenzia delle Entrate interviene dunque con il recupero delle imposte non versate e con l’applicazione di una multa. In aggiunta, nei casi in cui sia stata inviata una falsa dichiarazione di non detenzione, si riceverebbe anche una denuncia per reato di false dichiarazioni

I controlli sugli arretrati del canone Rai non pagati possono avvenire:

  1. tramite controlli a campione;
  2. nei casi in cui siano sorti dubbi sulla veridicità di alcune dichiarazioni sostitutive ricevute. 

Ovviamente, l’unico modo per avere la certezza che chi ha inviato una dichiarazione di non detenzione in realtà abbia un televisore in casa consiste in una verifica da parte della Guardia di Finanza nell’abitazione dello stesso. Questo tipo di controllo può avvenire soltanto con l’autorizzazione del procuratore della Repubblica. 

Considerato che quanto appena esposto rappresenta un grave indizio di evasione fiscale, in una situazione simile è molto probabile che il giudice rilasci un mandato con il quale la Guardia di Finanza sarà autorizzata a fare un controllo nella casa del “sospettato”. 

Esenzione canone RAI: chi può non pagare?

Naturalmente ci sono delle categorie ben precise che hanno tutto il diritto a non pagare il canone RAI, perché fanno parte di tipologie di utenti che vengono esentati dalla normativa statale. Al momento, non pagano il canone RAI:

  • chi non è in possesso di un apparecchio televisivo
  • chi ha 75 anni o più e un reddito inferiore a 8.000 euro
  • chi è proprietario di una seconda casa e già paga il canone RAI nella bolletta della luce relativa alla prima abitazione
  • chi è proprietario di un immobile dato in locazione; il pagamento del canone RAI, infatti, spetta al conduttore che beneficia materialmente del televisore
  • militari delle forze armate italiane, ma solo per gli apparecchi che si trovano in luoghi comuni, come ospedali militari, Case del soldato e Sale convegno dei militari delle Forze Armate. Devono invece pagare il canone RAI i membri delle Forze Armate che vivono in appartamenti privati che si trovano all’interno di una struttura militare
  • gli agenti diplomatici e consolari stranieri accreditati in Italia
  • i militari di cittadinanza straniera che rientrano nelle forze armate della NATO
  • i rivenditori e i riparatori di televisori.

Come richiedere l’esenzione dal canone RAI

Avere il diritto a essere esentati non significa però esserlo automaticamente, perché per quanto riguarda il canone RAI l’Agenzia delle Entrate si basa sulla presunzione che tutti i titolari di un’utenza luce abbiano almeno un televisore in casa, e – a prescindere dal fatto che lo usino o meno, o che lo usino per guardare solo programmi diversi da quelli RAI – pertanto siano obbligati a corrispondere la cifra del tributo nella bolletta.

Se invece si fa parte di una delle categorie esenti, bisogna dimostrarlo, con un’apposita dichiarazione, con modalità diverse a seconda della tipologia di categoria esentata.

L’esenzione per chi ha compiuto 75 anni e ha un ISEE inferiore agli 8.000 euro

Per i cittadini italiani (anche residenti all’estero ma con un apparecchio televisivo in una casa in Italia) che hanno compiuto 75 anni e hanno un reddito annuo proprio e del coniuge che non supera gli 8.000 euro, e senza conviventi titolari di un reddito proprio (fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti, è possibile presentare la dichiarazione sostitutiva con cui si attesta il possesso dei requisiti per essere esonerati dal pagamento del canone RAI.

Si ha diritto all’agevolazione solo se nell’abitazione di residenza si possiedono uno o più apparecchi televisivi, e non se l’apparecchio televisivo è ubicato in luogo diverso da quello di residenza. L’agevolazione spetta per intero se si compiono i 75 anni entro il 31 gennaio dell’anno stesso, altrimenti solo per il secondo semestre se il compimento è avvenuto dal 1° febbraio al 31 luglio. Se le condizioni di esenzione permangono, i soggetti che hanno presentato la dichiarazione sostitutiva possono continuare a godere dell’agevolazione anche nelle successive annualità senza che sia necessario presentare nuove dichiarazioni; al contrario si è obbligati a presentare la dichiarazione di variazione dei presupposti se si perdono i requisiti precedentemente attestati, ad esempio perché si supera il reddito minimo di 8.000 euro.

L’esenzione per chi non possiede un apparecchio televisivo

Con la diffusione dello streaming e dei dispositivi mobili, oggi in molti non possiedono più una televisione ma accedono comunque a contenuti televisivi attraverso Internet. Anche se si è a lungo dibattuto sulla possibilità di tassare anche chi possiede tablet o smartphone in grado di ricevere le trasmissioni, al momento non si è deciso nulla in questo senso, e quindi questi utenti, insieme a quelli che non hanno un televisore e nemmeno dispositivi per lo streaming, hanno ogni diritto a chiedere l’esenzione dal pagamento del canone RAI all’Agenzia delle Entrate.

Per ottenere tale esonero è necessario che nessun componente della famiglia anagrafica dell’utente detenga un apparecchio televisivo; si noti che anche gli eredi sono tenuti a presentare una dichiarazione sostitutiva per dichiarare che nell’abitazione in cui l’utenza elettrica è ancora temporaneamente intestata alla persona deceduta non è presente alcun apparecchio televisivo.

Per quanto riguarda le tempistiche della dichiarazione, questa va presentata dal 1° luglio al 31 gennaio dell’anno successivo per l’esonero del pagamento per l’intero anno successivo, e dal 1° febbraio al 30 giugno per l’ esonero dall’obbligo di pagamento per il secondo semestre dello stesso anno. Per presentare il modello di dichiarazione sostitutiva si può utilizzare l’applicazione web presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ricorrere a un intermediario abilitato (come i commercialisti, i Caf e così via) oppure tramite una raccomandata senza busta all’indirizzo Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV – Casella postale 22 - 10121 Torino. Se si sceglie quest’ultima strada è necessario allegare alla raccomandata anche una copia di un proprio valido documento di riconoscimento.

Rimborso canone Rai pagamento ingiustamente: come funziona

Diverso è il caso in cui è stato pagato già il canone Rai sulla bolletta della luce pur non avendo un televisore in casa. Quali sono le soluzioni da adottare per riuscire a recuperare i soldi del canone pagato erroneamente

Nella pratica, si può presentare telematicamente, dal sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno, all’indirizzo Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV   – Casella Postale 22 – 10121 Torino.

Ecco quali sono i principali motivi per i quali il rimborso canone Rai è legittimo:

  • il richiedente o un altro componente della sua famiglia anagrafica è in possesso dei requisiti di esenzione relativi ai cittadini che hanno compiuto il 75° anno di età con reddito complessivo familiare non superiore a 6.713,98 euro ed è stata presentata l'apposita dichiarazione sostitutiva;
  • il richiedente o un altro componente della famiglia anagrafica oppure è esente per effetto di convenzioni internazionali (diplomatici e militari stranieri) ed è stata presentata l'apposita dichiarazione sostitutiva;
  • il richiedente ha pagato il canone mediante addebito sulle fatture per energia elettrica, e lui stesso o un altro componente della famiglia anagrafica ha pagato il canone anche con modalità diverse, quindi il canone è stato pagato due volte;
  • il richiedente ha presentato la dichiarazione sostitutiva di non detenzione di apparecchi televisivi da parte propria e dei componenti della sua famiglia anagrafica.

Anche in questo caso, i presupposti per poter ricevere il rimborso dovuto vengono verificati dall’Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV . 

I rimborsi che vengono riconosciuti come validi sono erogati direttamente dalle imprese elettriche tramite accredito sulla prima fattura utile, oppure con altre modalità, in modo da assicurare l’effettiva erogazione entro 45 giorni dalla ricezione, da parte delle stesse imprese elettriche, delle informazioni utili all’effettuazione del rimborso, trasmesse dall’Agenzia delle Entrate.

Nella malaugurata ipotesi in cui il rimborso effettuato dall’impresa elettrica non dovesse andare a buon fine, allora sarà la stessa Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV a occuparsene.