La Relazione Annuale 2015 di AGCOM conferma, purtroppo, la fotografia dello stato della banda larga e ultralarga in Italia scattata di recente da SosTariffe.it sulla base dei più recenti dati resi disponibili da Infratel Italia.
«Nonostante a livello nazionale l’infrastrutturazione abbia raggiunto il 97,9% della popolazione, attestandosi sul livello medio UE del 3% in termini di digital divide, la situazione presenta criticità nella distribuzione sul territorio», scrive Angelo Marcello Cardani, presidente di AGCOM, nel documento di presentazione della Relazione Annuale 2015.
La distribuzione disomogenea sul territorio è una delle criticità evidenziate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Sotto osservazione è anche il livello di penetrazione di Internet in Italia, con il 51% delle famiglie che hanno sottoscritto un abbonamento, a fronte di una media europea del 70%.
Perché l’Italia è in ritardo
Molteplici sono le ragioni che possono spiegare le criticità in oggetto, secondo AGCOM:
- minore utilizzo di Internet rispetto alla media europea
- minore livello di alfabetizzazione digitale rispetto alla media europea
- prezzi dei servizi su rete fissa in media più elevati rispetto ai principali Paesi europei a parità di qualità di connessione
- minore velocità media di navigazione a banda larga fissa rispetto ai principali Paesi europei
- assenza di concorrenza dinamica tra operatori di rete fissa e operatori televisivi via cavo che hanno esteso, nei Paesi comparabili, l’offerta commerciale a servizi di connettività a banda larga
In merito ai prezzi, AGCOM evidenzia che le cifre richieste in Italia sono superiori al netto delle offerte che prevedono servizi a banda larga fissa in combinazione con servizi a banda larga mobile.
In merito alla concorrenza, AGCOM spiega che l’assenza di servizi di accesso a banda larga proposti dagli operatori televisivi via cavo genera effetti limitativi sulla diffusione del broadband sia diretti (gli investimenti si concentrano sui soli operatori TLC) sia indiretti (gli operatori definiscono piani industriali senza pressione concorrenziale di soggetti alternativi).
«Se per la banda larga il divario è accettabile» – prosegue Cardani – «gli indicatori sulla banda ultralarga presentano un grado di arretratezza preoccupante rispetto all’Europa»: 36% vs 68% e un digital divide doppio rispetto a quello europeo, con situazioni regionali che arrivano al 100%, vale a dire di totale assenza di infrastrutture per la banda ultralarga.
Il presidente di AGCOM definisce «ancora più critica» la situazione se si considera il livello di penetrazione: soltanto il 4% delle famiglie utilizza servizi di accesso a Internet con velocità di connessione superiori ai 30 Mbps (26% la media europea) e di fatto nulle sono le connessioni con velocità superiori ai 100 Mbps (9% la media europea).
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«Un fattore senz’altro condizionante il grado di copertura (investimenti) e penetrazione (competitività) è la struttura del mercato italiano, caratterizzata da una concentrazione del collegamento telefonico tradizionale (Digital Subscriber Line, DSL) quale tecnologia prevalente di accesso a Internet da postazione fissa (il 92% contro il 70% europeo)», spiega Cardani.
Negli ultimi 12 mesi, la quota ADSL si è ridotta di 3 punti percentuali, in favore soprattutto di una ripresa della quota delle proposte FWA (Fixed Wireless Access), ma l’assenza di concorrenza dinamica influenza in maniera rilevante le decisioni e i tempi di realizzazione degli investimenti di sviluppo della rete, evidenzia ancora il presidente di AGCOM.
Telecom Italia, Fastweb e Vodafone – prosegue Cardani – si muovono verso soluzioni di posa della Fibra Ottica fino all’armadio di strada, vale a dire in architettura FTTC (Fiber-to-the-Cabinet), e limitano per ora gli investimenti nel cablaggio fino alla casa dell’utente (FTTH, Fiber-to-the-Home).
3G e 4G LTE: la situazione è migliore
Va meglio sul fronte delle reti e dei servizi per la telefonia mobile, con un livello di copertura dei network 3G che raggiunge in Italia il 98%, a fronte di una media europea del 97%, e con il 77% della popolazione servita da reti cellulari 4G LTE (Long Term Evolution), in linea con la media europea, che si attesta al 79%.
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«Anche i livelli di penetrazione si mostrano in linea con quelli europei con il 71% della popolazione che ha sottoscritto contratti di acquisto di servizi mobili», aggiunge Cardani. E la situazione del mercato mobile è migliore anche sotto il profilo dei prezzi, con offerte in media più vantaggiose rispetto a quelle dei principali Paesi europei.