Come ottenere un prestito: la guida completa

Aggiornato il: 24/06/2019
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 24/06/2019

I prestiti – più correttamente: i prestiti personali – sono, in sostanza, il finanziamento di una somma di denaro erogato da una banca o da un altro istituto, a un determinato tasso di interesse che solitamente è fisso.

I prestiti vanno restituiti alla scadenza o, com’è prassi assai più comune, attraverso un piano rateale costante.

In altre parole, si può considerare il prestito personale come una sorta di acquisto di denaro da una banca o da una finanziaria, che verrà ripagato con gli interessi; ecco quindi che un tasso vantaggioso è una delle prime priorità da considerare quando si sceglie il soggetto a cui chiedere il finanziamento, ma non l’unica. Vediamo qui di seguito come si può fare in modo di ottenere un prestito per i propri acquisti e quali sono le caratteristiche del finanziamento che devono essere valutate.

Com'è fatto un prestito

Un prestito è un finanziamento diverso da un mutuo, nel senso che il secondo è un finanziamento finalizzato, cioè immediatamente riconducibile all’acquisto di un determinato bene o servizio. Si fa il mutuo per l’acquisto di una casa, per una miglioria particolarmente rilevante (come ad esempio la dotazione di un impianto a energia solare) o per una ristrutturazione; il prestito personale, invece, è libero e non finalizzato.

Questa maggiore libertà però ha anche un costo: nel mutuo, infatti, la banca o l’istituto di credito hanno sempre la garanzia del bene immobile acquistato dal debitore, che in caso di insolvenza può essere pignorato dalla banca.

Il prestito, per la finanziaria, è invece molto più rischioso perché non c’è alcuna garanzia materiale che può intervenire nel caso in cui il debitore non sia più in grado di pagare le rate. Per questo motivo i prestiti molto spesso sono tutt’altro che facili da ottenere, anche quando il loro ammontare è inferiore anche in misura cospicua rispetto a quello di un mutuo per l’acquisto di una casa.

Confronta le migliori condizioni per avere un prestito Vai

Durata del prestito e documentazione necessaria

I prestiti di norma hanno una durata che va da uno a cinque anni, anche se in situazioni particolari il prestito può arrivare anche a dieci anni. I soggetti a cui possono essere richiesti non sono tutti uguali: la banca presso la quale si ha un conto corrente attivo, ad esempio, offre solitamente prestiti più vantaggiosi e con più facilità, perché avendo come cliente chi richiedere il finanziamento è in possesso di elementi sufficienti per valutarne l’affidabilità creditizia.

A prescindere dal soggetto al quale ci si rivolge è comunque necessario fornire ampia documentazione in grado di dimostrare la propria capacità di rimborso: oltre a un documento di identità valido, il codice fiscale, almeno le tre ultime buste paga, l’ultima dichiarazione dei redditi e la Certificazione Unica.

I lavoratori dipendenti dovranno consegnare alla banca o all’istituto di credito anche un documento che attesti lo stato del contratto (se a tempo indeterminato – ovviamente molto meglio – oppure a tempo determinato).

È necessario prestare la massima cura a fornire tutta la documentazione richiesta senza imprecisioni e omissioni: altrimenti, il rischio è soltanto quello di vedere allungare le tempistiche per la concessione del prestito e diminuire le possibilità che il prestito venga concesso.

Anche la mancata segnalazione del proprio nominativo all’interno della Centrale dei Rischi è molto importante, perché certifica che non si è stati insolventi in passato.

La Centrale dei Rischi è, infatti, il sistema informativo che registra l’eventuale indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie, mediante l’obbligatoria comunicazione alla Banca d’Italia, da parte degli intermediari, di tutti i crediti in sofferenza e dei crediti pari o superiori a 30.000 euro.

Con la Centrale dei Rischi si migliora il processo di valutazione del merito di credito della clientela, si innalza la qualità del credito concesso dagli intermediari e in generale si rafforza la stabilità finanziaria del sistema creditizio.

I dati sono ovviamente riservati secondo quanto stabilito dalla vigente normativa sulla privacy, ma possono essere richiesti dalle banche prima di concedere un prestito.

L’istruttoria

Una volta che è stata consegnata all’istituto di credito tutta la documentazione richiesta, c’è la fase dell’istruttoria, in base a metodi e parametri propri dello specifico istituto, che comunque non prescindono mai dall’interrogazione presso la Centrale dei Rischi.

In questo modo la banca sa già se si trova di fronte un cattivo pagatore o un potenziale cliente che però ha già richiesto diversi prestiti, e quindi si trova in una potenziale posizione di rischio da sovraindebitamento.

La fase di istruttoria comprende anche altri tipi di ricerche effettuate sull’affidabilità del cliente, come quelle presso il Servizio di Pubblicità Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate e sul registro protesti delle Camere di Commercio, in modo da assicurarsi che non ci siano elementi pregiudizievoli sul conto del richiedente.

Il credit score

Il cosiddetto “credit score” o punteggio creditizio è un valore che serve per misurare la solvibilità del cliente; chi in passato ha già richiesto un prestito e lo ha rimborsato nei tempi previsti e senza ritardi, ha un credit score positivo, e quindi per lui sarà più semplice vedersi concesso un prestito rispetto a chi non ha mai richiesto un finanziamento (in questo caso la probabilità non è inferiore, ma i tempi possono essere più lunghi) e, soprattutto, rispetto a chi in passato ha richiesto un prestito ma ha avuto dei problemi nel restituire la cifra con gli interessi.

Prima di chiedere un prestito, è possibile comunque rivolgersi alla Centrale dei Rischi per conoscere meglio la propria situazione creditizia: è infatti una procedura consigliata per evitare brutte sorprese e soprattutto per porre rimedio a eventuali situazioni di insolvenza che si erano dimenticate oppure che non si conoscevano nemmeno.

Quanto si può chiedere con un prestito

In linea di massima, la cifra che è possibile richiedere con un prestito va da 1.500 euro a 30.000 euro, anche se questi valori possono essere differenti a seconda dell’istituto che viene interpellato.

Le rate per il rimborso possono essere addebitate sul conto corrente oppure con il pagamento di bollettini postali indirizzati all’istituto finanziario.

Come detto, un prestito è più rischioso per la banca rispetto ad altri prodotti di credito, quindi – oltre ad avere un credit score elevato – è richiesto sovente che il cliente abbia delle garanzie in più; in particolare, per quanto riguarda i prestiti superiori ai 7.000-8.000 euro, quasi sempre viene richiesta la fideiussione.

Questa garanzia fa sì che il creditore richieda a una terza persona di fare da garante per il soggetto che richiede il prestito; la stipula avviene tra il creditore e il fideiussore, di solito un familiare del debitore che si assume le responsabilità nel caso di inadempimento.

La fideiussione deve essere scritta, e nel caso in cui il debitore non riuscisse più a pagare le rate previste obbligherebbe il fideiussore a estinguere il debito con il proprio patrimonio.

Le altre garanzie

Oltre alla fideiussione, altre garanzie che possono essere richieste a chi vuole un prestito possono essere la firma preliminare di una cambiale (per garantire la copertura di una parte della somma erogata in caso di inadempimento), la stipula di polizze assicurative apposite, la firma di un coobbligato, il permesso a contratto di riscuotere una parte dello stipendio del debitore in caso di mora, la cambializzazione delle rate.

Si tratta però di eccezioni, considerato che i prestiti garantiti sono sicuramente più infrequenti rispetto a quelli standard, che di norma non richiedono la presentazione di garanzie reali, a differenza dei mutui; soltanto in casi particolari, come quanto il credit score è molto basso o la richiesta è per un finanziamento particolarmente ingente.

Per quanto riguarda le assicurazioni per i prestiti, di solito queste riguardano polizze vita o polizze impiego. La polizza assicurativa non si limita a tutelare il creditore, ma è un aiuto anche per il debitore, che nel caso in cui si verifichino certe condizioni – la morte prematura, la perdita del lavoro, l’invalidità temporanea o permanente e così via – vede l’assicurazione subentrare al proprio posto per il pagamento degli oneri contrattuali, esonerando così il titolare o gli eredi dall’obbligo di rimborso per le rate restanti.

La modalità di rimborso e il tasso di interesse

Nel contratto di prestito deve obbligatoriamente essere inclusa la modalità di rimborso (quasi sempre, come detto in precedenza, mediante rate a quota fissa) oltre alla definizione dell’ammontare del tasso d’interesse da applicare alla somma erogata.

Il tasso d’interesse legale si aggira, negli ultimi anni intorno al 5%, anche se ovviamente questo dato si riferisce al tasso minimo e l’istituto di credito può richiederne uno superiore; la soglia superiore è rappresentata dal tasso limite determinato dal governo, sopra il quale si configura il reato di usura.

Fondamentale anche in questo caso che il contratto sia scritto e le condizioni contrattuali siano chiare e non fraintendibili.

Oltre al tasso d’interesse che viene applicato per il finanziamento, a norma di legge è necessario che il contratto di prestito includa anche la descrizione accurata di tutte le spese da affrontare, con i vari tassi applicabili (come quello di mora); l’ammontare totale della cifra oggetto del prestito; le modalità di erogazione della somma finanziata; il piano di ammortamento comprensivo di numero, importo e scadenza per ciascuna rata; il TAEG, o tasso annuo effettivo globale, con le condizioni per l’eventuale sua modifica; le garanzie richieste e le eventuali spese assicurative non incluse nel TAEG.

Cosa succede se non si paga un rata

Qualora, durante il rimborso di un prestito, il debitore riscontrasse dei problemi nel pagamento di una rata, questa situazione porterebbe a un’inadempienza verso il creditore, disciplinata in maniera diversa a seconda del contratto ma che segue delle linee generali: in primo luogo l’aumento degli interessi, a causa dell’applicazione di un sovrapprezzo, ovvero tasso di mora, che entra in gioco quando non vengono rispettate le scadenze di versamento; e poi l’iscrizione come “cattivo pagatore” sui registri ufficiali, e nel caso in cui si continui a non pagare come “protestati”, status che rende estremamente difficile non solo ottenere un prestito o un finanziamento ma anche una carta di credito e altri strumenti simili.

Il protesto è nella pratica la pubblica dichiarazione del mancato pagamento di una rata del prestito; in questi casi, la banca o l’istituto di credito segnala a un notaio o a un ufficiale giudiziario la situazione.

Queste autorità devono poi recarsi presso l’abitazione del debitore per la comunicazione ufficiale dell’obbligo di pagamento; in caso in cui non venga ancora saldata la rata, allora viene levato il protesto, con iscrizione dei dati del debitore (nome, cognome, domicilio, luogo e data di nascita) nei registri ufficiali, che a scadenza periodica vengono inviati alla Camera di Commercio e al presidente del Tribunale di riferimento.

Entro dieci giorni, il debitore viene inserito nell’elenco ufficiale dei protestati.

Se la rata non viene più saldata, l’istituto creditore ha il diritto di sciogliere il contratto: in quel caso il richiedente può essere obbligato a pagare tutte le spese, comprese quelle sostenute per recuperare la rata ed eventuali spese penali.

Il creditore continua con le ingiunzioni fino ad arrivare al pignoramento, emesso ancora dal notaio o dall’ufficiale giudiziario, con cui vengono sottratti i beni garanti del prestito erogato. Il pignoramento può essere mobiliare o immobiliare e può avvenire anche in presenza di beni indivisi.

Per la procedura di pignoramento non sono previste udienze preliminari, ma il debitore viene a conoscenza della situazione solo quando il notaio o l’ufficiale giudiziario si presentano presso la sua abitazione per procedere con l’espropriazione.

L’ingiunzione di pagamento comporta il divieto della libertà di azione sui propri beni, a differenza della semplice segnalazione a banche dati come la Centrale dei Rischi che si limitano a rendere più difficile per il debitore riuscire a ottenere in futuro altri prestiti.

L’estinzione anticipata del prestito

Malgrado i prestiti vengano solitamente restituiti con un piano rateale stabilito al momento della stipula del contratto, è facoltà, per i debitori, estinguere anticipatamente il prestito; la somma residua da restituire, però, deve essere maggiorata secondo un tasso previsto in fase di contratto, non superiore all’1% del capitale residuo (la cosiddetta “penale di estinzione anticipata”).

Il senso di questa misura è evitare che l’istituto di credito ci perda per il mancato utile degli interessi delle rate non ancora scadute (che poi è, di fatto, il motivo per cui si concede un prestito: in altre parole, più la restituzione a rate dura nel tempo, maggiori sono gli interessi che la banca ha diritto a riscuotere).