Per il momento, l’addio al regime di Maggior Tutela per i clienti domestici resta fissato al 10 gennaio 2024, come disposto dal decreto Aiuti quater, approvato l’11 novembre 2022. Tuttavia, un nuovo slittamento di questa scadenza potrebbe essere all’orizzonte, come ha lasciato intendere il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, parlando dell’imminente riforma del mercato luce e gas che a breve approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri.
Prima di illustrare le novità di questo provvedimento, è bene ricordare che le famiglie a caccia di risparmio possono anticipare l’uscita dal Mercato Tutelato già a settembre 2023, così da beneficiare da subito di offerte luce e gas che propongono un costo unitario della materia prima (espresso in costo kWh e costo metano al metro cubo) più basso rispetto ai contratti di Tutela dove il prezzo è stabilito da ARERA, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.
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Rinvio Maggior Tutela: ecco le novità a Settembre 2023
Come accennato poco sopra, il 10 gennaio 2024 è prevista la cessazione del regime dei prezzi regolati da ARERA per le forniture domestiche di luce e gas. Questo significa che, dopo tale data, i consumatori ancora nel regime Tutelato (circa un terzo del totale) potranno scegliere liberamente un fornitore del Mercato Libero (dove si servono già gli altri due terzi) e le condizioni tariffarie da esso proposto.
Chi non procederà con questa scelta, si vedrà attribuire un operatore in automatico con il Servizio a tutele graduali (STG), un regime transitorio che durerà altri 3 anni (fino al 1° aprile 2027), secondo la tabella di marcia contenuta nel decreto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) relativo ai “criteri e modalità per l’ingresso consapevole dei clienti domestici nel mercato libero dell’energia elettrica”.
Tuttavia, una nuova proroga di tale data potrebbe essere all’orizzonte. A lasciarlo intuire sono state le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, parlando dell’imminente decreto energia che approderà a breve sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il decreto, ha spiegato il ministro, “interviene nella liberalizzazione per le famiglie, in un momento in cui non c’è la certezza che il quadro geopolitico tenga, e che quindi i prezzi possano essere previsti“.
Secondo indiscrezioni di stampa, la proroga che il governo vorrebbe varare avrebbe una durata di 6 mesi, ma da Palazzo Chigi non trapela nulla di ufficiale. Tra le ragioni alla base di tale slittamento, potrebbero esserci anche le criticità contenute nella segnalazione 308/2023/I/EEL trasmessa da ARERA a Parlamento e Governo il 6 luglio 2023 e legate alla tutela dei posti di lavoro per gli operatori del settore.
Decreto Energia: le altre misure in arrivo a Settembre 2023
Secondo quanto riferisce l’Agenzia Ansa, il decreto legge sull’energia è quasi pronto negli uffici del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, anche se alcune parti non urgenti potrebbero essere presentate sotto forma di disegno di legge. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha recentemente annunciato il provvedimento nel corso di un convegno a Roma al Gse (la società pubblica per gli incentivi alle rinnovabili) sulle Comunità energetiche rinnovabili.
Oltre alla riforma del mercato domestico di luce e gas, con un’eventuale proroga di 6 mesi per la fine della Maggior Tutela, il provvedimento riguarda anche altri settori sotto la responsabilità del Mase.
Il decreto legge, ha aggiunto Pichetto Fratin, “interviene sulla definizione delle aree idonee per le rinnovabili e per l’eolico offshore. Dobbiamo produrre senza devastare il territorio“. A terra, ha spiegato il ministro, “è stato raggiunto un accordo col Ministero della Cultura per una distanza minima di 3 km degli impianti dall’abitato e per l’installazione dei pannelli solari, e si sta definendo la questione delle aree agricole“. In mare, ha aggiunto, “valutiamo come sia possibile inserire grandi piattaforme di eolico, fino a 50×50 chilometri“. Infine, il decreto legge “prevede l’apertura di autocandidature per alcune realtà per il deposito delle scorie nucleari“.