Imu e Tasi, pignoramento dei conti correnti per i morosi: le novità della manovra

Dal primo gennaio 2020 entra in vigore la nuova Legge di Bilancio, che prevede il pignoramento dei conti correnti per i contribuenti che non hanno versato i tributi Imu e Tasi nel proprio Comune di riferimento. In questo articolo, descriviamo le novità della manovra.

Imu e Tasi, pignoramento dei conti correnti per i morosi: le novità della manovra

La Legge di Bilancio 2020 prevede una riforma che considera i contribuenti morosi che non hanno versato Imu e Tasi, prevedendo il pignoramento dei conti correnti in maniera parziale o totale. In questo articolo, trattiamo delle novità della manovra e delle condizioni incluse nell’articolo di riferimento, che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2019.

Cosa dice la manovra

Con la Legge di Bilancio 2020, approvata definitivamente dall’Europa da pochissimi giorni, è in arrivo un cambiamento sostanziale per i morosi. La modifica è spiegata all’articolo 96, che introduce una “Riforma della riscossione degli enti locali”, così come è chiamata all’interno della manovra governativa. L’intento della riforma sarebbe quello di facilitare e rendere così più snella ai Comuni ed Enti locali (province, città metropolitane, comunità montane, unioni di comuni e consorzi) la riscossione delle tasse: si parla qui nello specifico di Imu e Tasi (tasse sugli immobili), oltre che quelle relative alle rette scolastiche. Nell’articolo non si parla invece delle multe, seppur sia all’esame anche un emendamento a questo proposito. Il codice della strada non rientra infatti trai campi considerati da questa misura.

In pratica, l’articolo introduce la possibilità da parte del Comune e degli Enti locali incaricati di pignorare il conto corrente, cioè di procedere con l’azione di espropriazione forzata del conto del debitore, degli individui privati che non hanno versato i tributi spettanti.

La manovra in questione è uno dei provvedimenti contenuti all’interno della Legge di Bilancio 2020 volti a superare cavilli amministrativi e quindi rallentamenti dovuti all’eccessiva burocrazia in merito al recupero di imposte e tributi locali.

Cosa succede con la manovra

La manovra contenuta nella Legge di Bilancio 2020 sarà effettiva a partire dal primo gennaio 2020, ovvero poco più di un mese. Da questa data in avanti, i Comuni e gli Enti locali incaricati di riscuotere i tributi avranno bisogno solamente di un atto di accertamento che contiene l’ingiunzione di pagamento verso il cittadino colpevole di morosità.

Al momento, la procedura è certamente più complessa, in quanto prima di procedere con il pignoramento occorre attendere l’arrivo delle rispettive cartelle editoriali. La necessità di rispettare questo iter è fonte di eccessivi rallentamenti, che causano danni agli Enti creditori e impediscono il recupero delle tasse necessarie.

Con l’entrata in vigore dell’articolo 96, il contribuente moroso sarà tenuto a versare la somma richiesta entro sessanta giorni dalla ricezione della richiesta di pagamento ufficiale. Se il versamento del tributo non avverrà entro quel termine, l’atto diverrà esecutivo. Il pignoramento potrà effettivamente essere avviato dopo tre mesi dall’avvenuta notifica, fino ad un totale di 9 mesi di notifica dell’avviso in cui saranno evitate le azioni di recupero forzato, secondo le seguenti modalità:

  • pignoramento di tutto il conto corrente;
  • pignoramento di parte del conto corrente;
  • pignoramento del quinto del totale dello stipendio mensile.

Pignoramento conti correnti: come evitarlo

Nell’ambito dell’articolo 96 sulla “Riforma della riscossione degli enti locali” contenuta nella Legge di Bilancio 2020 è possibile identificare alcune forme di tutela per i contribuenti considerati morosi da parte degli Enti incaricati. Se vi troverete in questo caso ma pensate di avere diritto a non effettuare il versamento della somma richiesta, potrete appellarvi a queste condizioni definite nella manovra. Qui di seguito elenchiamo i punti più importanti:

  • possibilità di fare ricorso, ovvero potrete rivolgervi ad un professionista (come il vostro avvocato) oppure procedere in autonomia per presentare un modulo apposito fornito dalla Pubblica Amministrazione in questione, bollato, in cui esporrete il motivo che vi spinge ad opporvi. L’arco di tempo previsto per presentare ricorso è di sessanta giorni dalla data di ricevimento dell’avviso di accertamento da parte dell’Ente interessato dall’azione di riscossione;
  • obbligo invio sollecito di pagamento, secondo cui i Comuni sono obbligati all’invio di un sollecito nel caso in cui l’ammontare del debito non superi i 10.000 Euro;
  • possibilità di estinguere il debito a rate, grazie a cui viene data l’opportunità al contribuente di versare la somma dovuta secondo la modalità rateale. Naturalmente, questa dipenderà dall’ammontare della somma dovuta e dalle condizioni di effettiva difficoltà del debitore.

Per quanto riguarda questo terzo e ultimo punto, è utile sapere che questa tutela è sottoposta a particolari vincoli rispetto al debito considerato. Infatti, se questo è inferiore o uguale a 100 Euro, non è prevista la possibilità di godere del pagamento a rate mensili. Se l’importo è compreso tra i 100 e i 500 Euro, il numero massimo consentito di rate è pari a 4. Per quanto riguarda le somme che superano i 20.000 Euro, sono invece previste un massimo di 72 rate. 

Imu e Tasi: cosa sono e come pagarle

Per evitare di rientrate accidentalmente nel caso di morosità, è importante essere consapevoli di quali sono gli ambiti di competenza dei tributi interessati, oltre che delle loro modalità di calcolo e pagamento dei tributi.

Può capitare che infatti che a causa di aggiornamenti legislativi o semplice confusione in materia di norme e tributi ci troviamo in una situazione inattesa di morosità nei confronti degli Enti incaricati. Per questo motivo, nella presente sezione approfondiamo di che cosa si parla quando abbiamo a che fare in particolare con Imu e Tasi.

Acronimo di Imposta municipale propria, l’Imu è la tassa che riguarda gli immobili di cui si è proprietari o su cui si ha diritto reale (ovvero nel caso di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi o superficie). Si paga anche sulle seconde case e su tutti gli altri immobili che ricadono nelle categorie descritte nelle righe sopra. Nel 2019, le scadenze Imu sono state fissate al 17 giugno per il primo acconto, che deve essere saldato entro il 16 dicembre. Il calcolo dell’Imu può essere effettuato online oppure presso un Caf (Centro di assistenza fiscale). Il pagamento dell’Imu avviene attraverso il modello F24.

Anche la Tasi è una tassa che riguarda gli immobili. Si tratta di un tributo da versare al Comune per quei servizi erogati che sono descritti come “indivisibili”, ovvero quelli erogati per tutti e utilizzati appunto da tutti, quindi la cui utenza non è categorizzabile in uno specifico target di riferimento. Sono inclusi ad esempio l’illuminazione generale, la manutenzione stradale e del verde pubblico, la protezione civile, la vigilanza urbana e l’anagrafe. La Tasi deve essere versata per qualsiasi immobile utilizzato, esclusi i terreni, da parte di chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo un immobile all’interno del Comune di riferimento. Così come per l’Imu, le scadenze 2019 di pagamento di questa tassa sono fissare al 16 giugno per il primo acconto, che dovrà essere saldato entro il 16 dicembre. 

Cosa sapere della Legge di Bilancio 2020

Ci sarà infine utile inquadrare l’ambito in cui la riforma di cui abbiamo parlato in questo articolo rientra: la Legge di Bilancio 2020. Comprendere gli obiettivi generali della manovra approvata dall’Europa solo pochi giorni fa, il 20 novembre, è importante per farsi un’idea del perché questo cambiamento è stato messo in atto.

Dopo la conferma arrivata dall’Unione Europa, il testo della manovra attraverserà l’iter parlamentare previsto per la sua approvazione finale agli inizi di dicembre 2019. Dopo l’approvazione definitiva da parte delle due Camere, il testo entrerà in vigore il primo gennaio 2019.

È da sapere che ogni anno il Parlamento italiano è tenuto ad adottare, su proposta del Governo, un provvedimento legislativo che ha l’obiettivo di definire le linee guida sulla spesa pubblica rispetto ai prossimi 12 mesi successivi. A differenza degli anni successivi, la manovra 2020 unisce però due testi che sono soliti essere approvati con un iter coordinato, ma distinto: la Legge di Bilancio e quella di stabilità. La decisione di unire questi due testi per il 2020 è dovuta alla necessità di incentrare la decisione di bilancio con una visione di insieme.

In generale, gli obiettivi primari verso cui si muove la Legge di Bilancio sono:

  • la crescita economica del Paese attraverso gli investimenti pubblici nell’ambito dell’innovazione, soprattutto con riferimento all’economia sostenibile;
  • aumento della produttività del sistema economico, in particolare della Pubblica Amministrazione e del sistema giudiziario;
  • incentivi alla digitalizzazione dei pagamenti;
  • lotta alla disoccupazione, soprattutto quella femminile e giovanile;
  • lotta all’evasione fiscale.