Sanzioni Pos obbligatorio 2020: da quando, a quanto ammontano le multe

Il Decreto Fiscale, collegato alla Legge di Bilancio 2020, getta le basi per la nuova normativa che regola il POS obbligatorio. Tutti i commercianti saranno obbligati ad accettare pagamenti con carte di credito, di debito o prepagate e, in caso di rifiuto, saranno colpiti da una sanzione specifica, collegata al valore della transazione. Ecco tutto quello che c'è da sapere sul POS obbligatorio e su quando entrerà in vigore la nuova normativa e su quali saranno le sanzioni applicate ai commercianti.

Sanzioni Pos obbligatorio 2020: da quando, a quanto ammontano le multe

Con l’arrivo del 2020 arriveranno anche importanti novità per quanto riguarda il POS obbligatorio con una nuova normativa che andrà ad estendere l’obbligo per i commercianti e liberi professionisti di dover accettare pagamenti tramite transazione con carta di credito oppure carta di debito o prepagata utilizzando il POS.

Il POS, acronimo di Point of sale, è lo strumento che permette di accettare pagamenti con carte oppure, per i modelli più recenti, con qualsiasi dispositivo abilitato al pagamento contactless, una tecnologia integrata in tutte le più recenti carte di pagamento ed inclusa anche in tanti smartphone di nuova generazione (dotati di chip NFC) che possono sfruttare i circuiti di pagamento come Google Pay, Samsung Pay oppure Apple Pay.

La nuova normativa sul POS obbligatorio rientra in una più articolata serie di novità che hanno come obiettivo quello di incentivare, al massimo, l’utilizzo di sistemi di pagamento elettronico (tracciabili) che, progressivamente, dovranno sostituire il contante. In questo modo, l’Esecutivo punta a ridurre ulteriormente l’elusione fiscale permettendo di recuperare risorse importanti che dovrebbero garantire, nei prossimi anni, maggiori margini di movimento allo Stato italiano. Scopri le migliori carte di pagamento»

POS obbligatorio 2020: quando entrerà in vigore la nuova normativa

Il Decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020 è già entrato in vigore ma la nuova normativa sul POS obbligatorio ha una data ben precisa, distante ancora diversi mesi. Come chiarito dal decreto, infatti, la data da segnare sul calendario per quanto riguarda le novità legate al POS obbligatorio è quella del prossimo 1° luglio 2020.

A partire da tale data, si legge all’interno del Decreto fiscale,  in tutti i casi in cui non viene accettato un pagamento (di qualsiasi importo) con carta di pagamento in sostituzione del contante da parte di un soggetto obbligato si applicherà una sanzione.

POS obbligatorio: le sanzioni previste dalla normativa

La nuova normativa sul POS obbligatorio è molto chiara per quanto riguarda le sanzioni previste nel caso in cui un soggetto abilitato (come ad esempio un commerciante o un libero professionista) si rifiuti di accettare un pagamento tramite carta di credito o altro tipo di carta di pagamento.

Dal prossimo mese di luglio del 2020, il rifiuto di un pagamento tramite POS comporterà una sanzione fino a 30 Euro per ogni transazione negata. Da notare, inoltre, che tale sanzione sarà aumentata del 4% del valore della transazione stessa. In sostanza, rifiutare un pagamento di 100 Euro tramite POS comporterà una sanzione di 30 Euro più il 4% dell’importo rifiutato, ovvero 4 Euro.

Per quali soggetti scatta l’obbligo del POS

La nuova normativa su POS obbligatorio si estende a tutti i soggetti che vendono beni, servizi e prestazioni di vario tipo e riguarda, quindi, i commercianti e gli esercenti di vario oltre a diverse tipologie di liberi professionisti a partire da artigiani, avvocati, medici e commercialisti.

Dal prossimo 1° luglio 2020, tutti i soggetti che rientrano nel raggio d’azione della nuova normativa saranno obbligati a munirsi del POS per poter svolgere la propria attività commerciale e lavorativa. Questi soggetti non potranno rifiutare pagamenti tramite sistemi elettronici che prevedono l’utilizzo del POS.

Incentivi per utilizzare il POS

La nuova normativa sul POS obbligatorio sarà accompagnata da una serie di provvedimenti che mirano ad incentivare commercianti e professionisti a spingere i loro clienti ad effettuare transazioni elettroniche, in sostituzione del più tradizionale pagamento in contanti che, in Italia, rappresenta ancora un punto di riferimento per i pagamenti.

Per sostenere la crescita dell’utilizzo del POS, spingendo gli esercenti ad invogliare i loro clienti ad utilizzare i pagamenti elettronici, il Governo ha varato un bonus mirato ad ammortizzare il costo delle commissioni sulla transazione tramite POS.

I costi legati al POS ed alle transazioni legate ai pagamenti con carta sono, in molti casi, utilizzati come pretesto per richiedere il pagamento in contanti. In questo modo, il Governo punta a incentivare gli esercenti ad utilizzare per la maggior parte delle transazioni il POS.

Nel Decreto fiscale viene chiarito quanto segue:

  • agli esercenti verrà concesso un credito di imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per tutte le transazioni effettuate con carta di credito, carta di debito oppure con una carta prepagata
  • il credito di imposta sarà correlato alle commissioni legate alla cessione di beni ed alla prestazione di servizi ai consumatori finali a partire dal prossimo 1° luglio 2020
  • per ottenere il credito di imposta è necessario che i ricavi e i compensi relativi all’anno di imposta precedente siano non superiori a 400 mila Euro.

L’utilizzo del POS non comporta costi per gli utenti mentre gli esercenti dovranno fare i conti con costi fissi e commissioni per ogni transazione effettuata tramite il dispositivo.

Quali sono i costi del POS per gli esercenti

Per commercianti, artigiani e liberi professionisti, il POS rappresenta un’importante fonte di spesa. Il dispositivo, infatti, richiede costi di gestione e di installazione abbastanza elevati mentre le transazioni effettuate al POS sono accompagnate, spesso, da commissioni, sia fisse che calcolate come percentuale dell’importo pagato dal cliente.

Uno dei principali freni alla diffusione del POS è rappresentato proprio dai costi che gli esercenti devono affrontare per poter avere il dispositivo e per poter utilizzarlo per incassare i pagamenti da parte dei consumatori. Il sistema di incentivi illustrato in precedenza potrebbe garantire un sostengo importante alla diffusione del POS.

In generale, le voci di spesa del POS si dividono in quattro categorie:

  • costo di installazione: gli esercenti devono affrontare una spesa iniziale per poter munirsi del POS; tale spesa è legata ai costi di installazione che permettono di “attivare” il dispositivo associandolo all’attività dell’esercente
  • canone mensile: nella maggior parte dei casi, il POS comporta il pagamento di un canone mensile; molto spesso, infatti, il dispositivo viene concesso in comodato d’uso a fronte di un pagamento periodico
  • commissione fissa per ogni transazione: per ogni pagamento effettuato tramite POS viene applicata una commissione fissa, indipendente dal valore della transazione; questo tipo di commissioni che le banche applicano agli esercenti è il motivo per cui in molti casi i commercianti si rifiutano di accettare un pagamento al POS per importi ridotti; ad esempio, a fronte di un pagamento di 10 Euro l’esercente, oltre alla commissione percentuale che vedremo successivamente, deve pagare una commissione fissa pari, ipotizziamo, a 10 centesimi; tale commissione andrà a ridurre notevolmente il ricavo effettivo derivante dalla vendita per l’esercente
  • commissione percentuale per ogni transazione: sulla base dell’importo transato, è prevista l’applicazione di una commissione percentuale che verrà applicata all’esercente che, quindi, registrerà un incasso effettivo inferiore rispetto a quello pagato dall’utente; l’importo di tale commissione, solitamente, è legato al tipo di carta utilizzato dal cliente che esegue il pagamento (di norma, il pagamento con carta di credito comporta una commissione più elevata rispetto al pagamento effettuato con una carta bancomat)

I costi effettivi del POS per gli esercenti possono variare in base a diversi fattori ma rientrano in queste quattro categorie di riferimento. Per gli esercenti, scegliere il POS è come scegliere un abbonamento Internet oppure una tariffa di telefonia mobile in quanto è necessario valutare diversi aspetti e considerare tutti i costi (sia periodici che per transazione) previsti dal possesso e dall’utilizzo di questo dispositivo.

Come funziona il POS

Effettuare pagamenti elettronici per gli utenti è molto semplice e, nella maggior parte dei casi, scegliere il POS permette di semplificare il processo di pagamento, velocizzando la transazione. Per gli esercenti, al netto dei costi legati alle commissioni, il POS permette di snellire il procedimento di pagamento e di eliminare il problema della gestione del contante e del resto da corrispondere al cliente.

Nella maggior parte dei casi, i POS presentano due opzioni per effettuare il pagamento. La carta può essere inserita nell’apposita porta del dispositivo oppure, in caso di supporto della tecnologia contactless (sia da parte della carta che del POS stesso), sarà sufficiente avvicinare lo strumento di pagamento al POS.

Per importi inferiori ai 25 Euro, per molte carte di pagamento, non è necessario inserire il PIN per l’autorizzazione della transazione. Da notare, inoltre, che, in caso di supporto della tecnologia contactless, è possibile utilizzare lo smartphone o un altro dispositivo (ad esempio lo smart watch) in sostituzione della carta semplificando ulteriormente la procedura di pagamento automatico senza contanti.

In questi casi, il dispositivo che supporta questa modalità di pagamento andrà avvicinato al POS, in modo analogo a quanto avviene con la carta contactless. Per poter effettuare pagamenti seguendo questa modalità è necessario che la carta di pagamento in proprio possesso supporti i circuiti di pagamento come Google Pay, Apple Pay e Samsung Pay. Sul dispositivo utilizzato per pagare sarà necessario installare l’app del circuito di pagamento che si desidera utilizzare e registrare al suo interno la carta di pagamento.