Digitale terrestre: 5 milioni di italiani hanno problemi di ricezione, le soluzioni alternative

Digitale terrestre con il nuovo passaggio allo standard DVB-T2 per RAI 1, RAI 2 e RAI 3 previsto per settembre 2024. Ma nei piccoli comuni di montagna ci sono 5 milioni di italiani che sono penalizzati dalla cattiva ricezione dei canali RAI. Per vedere la televisione sono costretti ad affidarsi alla pay TV: le migliori offerte di febbraio 2024 con il comparatore di SOStariffe.it.

In 30 secondi

Digitale terrestre, problemi di ricezione e l’allarme lanciato dai Comuni di montagna:
  1. Ci sono 5 milioni di italiani che non riescono a vedere i canali RAI e la TV in genere
  2. RAI 1, RAI 2 e RAI 3 passeranno al nuovo standard DVB-T2 a settembre 2024
  3. Come trovare le offerte pay TV più vantaggiose di febbraio 2024 con SOStariffe.it
Digitale terrestre: 5 milioni di italiani hanno problemi di ricezione, le soluzioni alternative

Al nuovo digitale terrestre passeranno RAI 1, RAI 2 e RAI 3. Questi tre canali della TV pubblica saranno trasmessi anche con lo standard DVB-T2 dal 1° settembre 2024. Ma quali sono i vantaggi per i telespettatori? Una migliore gestione delle frequenze TV e qualità più alta del servizio sul versante video (arrivano il 4K e l’8K), oltre che della funzionalità.

Con questi switch in arrivo dopo l’estate, si completerà la transizione digitale della RAI. Un balzo tecnologico che però si scontra con i problemi di ricezione del segnale di 5 milioni di italiani che, pur pagando il canone RAI, hanno difficoltà quotidiane nel vedere i programmi TV. Per loro, l’alternativa è la pay TV.  

Un aiuto per risparmiare arriva dal comparatore per pay TV di SOStariffe.it che consente di avere un quadro delle offerte più convenienti di febbraio 2024. Per saperne di più, premi il bottone verde qui di seguito:

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Digitale terrestre e problemi di ricezione per 5 milioni di italiani

Troppi telespettatori non vedono la RAI in Italia. I più penalizzati sono coloro che vivono in montagna. L’UNCEM (Unione nazionale comuni comunità enti montani) ha stimato che almeno 5 milioni di italiani hanno difficoltà non solo a vedere sul proprio apparecchio TV i canali RAI, ma anche l’intero bouquet televisivo. 

Un fatto grave, irrisolto – si legge in una nota dell’UNCEM -. Nel corso del 2022 e del 2023 il nuovo digitale terrestre ha complicato la situazione. E centinaia di impianti di trasmissione di proprietà degli enti locali sono stati dismessi. Non recuperabili e adeguabili, con frequenze in contrasto e non a norma, è stato detto dagli Ispettorati territoriali MISE. Una situazione grave”.

Come superare questo ostacolo? Quali sono le alternative? Affidarsi alla pay TV, per esempio dotandosi della parabola. Oppure, con una connessione alla Rete veloce e stabile, ricorrere allo streaming TV. Di sicuro, queste mosse sono un costo maggiore per i telespettatori. Soluzioni alternative che “nelle aree montane, residenti e proprietari di seconde case, hanno dovuto affrontare loro malgrado. Di fatto si sono evidenziate così sperequazioni e sovracosti”, osserva ancora l’UNCEM. 

Digitale terrestre: nuovo passaggio a Settembre 2024

DIGITALE TERRESTRE: LE DOMANDE DIGITALE TERRESTRE: LE RISPOSTE
Che cos’è il nuovo digitale terrestre? Tecnicamente è la conversione dal Multiplex B in DVB-T2, il nuovo standard che consente qualità video migliore e migliore ricezione del segnale
Quando ci sarà il passaggio? Il passaggio al nuovo digitale terrestre è fissato per il 1° settembre 2024
Quali canali RAI interesserà? Interesserà RAI 1, RAI 2 e RAI 3 (solo l’edizione nazionale)
È necessario cambiare televisore? No, se l’apparecchio è stato acquistato dal 2017 in avanti. Se è precedente occorre dotarsi di un decoder

Il canone RAI quest’anno è sceso da 90 a 70 euro. Una buona notizia per gli italiani, anche per i 5 milioni che non riescono a vedere la TV per problemi di ricezione. Ma nel 2024, oltre a festeggiare i suoi 70 anni, la TV pubblica completerà anche la transizione digitale verso lo standard DVB-T2 (Digital Video Broadcasting – 2° Generation Terrestrial), ossia per vedere i canali in alta definizione con il digitale terrestre. 

Con il passaggio al nuovo digitale terrestre del 1° settembre 2024, i canali RAI 1, RAI 2 e RAI 3 (solo l’edizione nazionale) convertiranno il Multiplex B nello standard  DVB-T2. Con questo switch la RAI abbandonerà definitivamente le frequenze della banda 700 MHz che sono state assegnate al segnale 5G per le telefonia mobile. Le nuove frequenze garantiranno:

  • una migliore qualità video dei programmi; 
  • una maggior ricezione dei canali della TV pubblica sul territorio nazionale; 
  • l’eliminazione delle interferenze di altri canali, soprattutto in Piemonte e Veneto.

Per i telespettatori con un televisore acquistato dal 2017 in avanti non cambia nulla in quanto è già predisposto per ricevere questa nuova versione del digitale terrestre. Per chi invece ha un apparecchio televisivo precedente a quell’anno, sarà necessario dotarsi di un decoder da collegare alla TV.

Pay TV: le offerte più convenienti di Febbraio 2024

La pay TV è l’alternativa ai problemi di ricezione dei canali televisivi. Per contenere i costi e trovare le migliori offerte, c’è il comparatore di SOStariffe.it. Questo tool digitale e gratuito seleziona e confronta le soluzioni più vantaggiose per vedere la TV in streaming. 

Sottoscrivendo un abbonamento è possibile vedere film, serie televisive, documentari, news ed eventi sportivi e culturali live non solo sull’apparecchio televisivo, ma anche su altri dispositivi: 

  • tablet; 
  • computer; 
  • smartphone. 

Per questo motivo, numerose offerte della pay TV sono vendute in abbinamento con le offerte di telefonia fissa e connessione veloce a Internet con la fibra ottica (in particolare la FTTH), oppure per le zone non ancora coperte con la tecnologia mista FWA. 

Le piattaforme streaming hanno cataloghi con migliaia di titoli e permettono anche la visione di eventi sportivi esclusivi. Senza dimenticare che gli abbonamenti sono convenienti in quanto sono per lo più personalizzabili, tanto che consentono di pagare anche solo i contenuti che effettivamente si visionano.

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