Nulla di fatto sul POS obbligatorio: non cambiano i limiti e la manovra finanziaria non ha previsto modifiche nel 2023. Anche nei prossimi 12 mesi i consumatori potranno pagare con carte di debito (bancomat), carte di credito e prepagate qualsiasi importo. Esercenti, professionisti e artigiani non potranno rifiutarsi, saranno costretti ad accettare questa modalità di pagamento alternativa al contante.
Su pressione della Commissione europea, il governo Meloni ha cancellato, dall’ultima versione della legge di Bilancio, l’ipotesi che permetteva di dire “no” ai pagamenti sotto i 60 euro con il POS. Una proposta che aveva fatto tanto discutere nelle scorse settimane.
Alla fine, l’esecutivo di centrodestra l’ha stralciata, ma spinge perché a gennaio 2023 si apra un tavolo di confronto tra commercianti e professionisti da un lato e le banche dall’altro sulle commissioni da pagare per i pagamenti con il “denaro elettronico”.
Il governo però sta valutando forme di ristoro a commercianti e professionisti per compensare il costo delle commissioni a loro carico per i clienti che pagano con il dispositivo elettronico.
POS: restano le multe anche nel 2023
Dopo il parere espresso dall’Unione europea, il Governo ha cambiato rotta sugli obblighi del POS: ha depennato l’articolo 69 il comma 2 della legge di Bilancio 2023 in base al quale commercianti, artigiani e professionisti da gennaio 2023 avrebbero potuto autorizzare pagamenti con carte di debito, prepagate o di credito solo per importi superiori a 60 euro.
Caduta quest’ipotesi di tetto minimo, anche nel 2023 rimarranno le multe, che saranno elevate a chi non accetterà pagamenti con il POS anche per micro-transazioni di pochi euro. Secondo quanto previsto dalla normativa vigente, le sanzioni saranno:
- fino a 30 euro per commercianti, artigiani e professionisti;
- più il 4% del valore della transazione rifiutata.
La maggioranza di centrodestra e il Governo Meloni sono però al lavoro mettere a punto una soluzione che alleggerisca i costi sostenuti da esercenti e professionisti sulle commissioni, almeno per le transazioni fino a 30 euro. A questo scopo è stato istituito un tavolo permanente tra le categorie interessate e le banche per trovare un accordo.
Ma qualora non arrivi a un’intesa su un livello dei costi equo e trasparente, secondo un emendamento bipartisan alla manovra, scatterà per i prestatori dei servizi di pagamenti e le banche un “contributo straordinario” per contenere l’incidenza dei costi a carico di commercianti e professionisti. Si tratta di una sorta di “ristoro” per l’eliminazione della norma sul POS diretto “a contenere l’incidenza dei costi a carico degli esercenti con ricavi e compensi fino a 400mila euro per transazioni tra 0 e 30 euro”.
Una modifica che andrebbe a potenziare ulteriormente quanto già stabilito dalla normativa attuale che prevede che il 30% delle commissioni legate ai pagamenti elettronici nel corso dell’anno sia convertito in credito d’imposta.
Pagamenti in contanti: le novità del 1° gennaio 2023
Va inoltre ricordato che, anche nel 2023, per i consumatori non ci sarà nessun obbligo di pagare con il POS. L’uso del contante sarà sempre possibile, così come la possibilità di effettuare pagamenti tracciabili.
Per l’uso del contante, la legge di Bilancio ha introdotto però una novità dal 1° gennaio 2023:
- per i pagamenti cash, il limite è stato alzato a 4,999,99 euro;
- in precedenza era di 1.999,99 euro.
Di conseguenza, oltre la soglia dei 5.000 euro scatta il divieto al trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera effettuato fra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche.
Chi non rispetta questo “tetto” sarà dunque sanzionato. Le multe saranno elevate:
- tanto a chi esegue il pagamento;
- quanto a chi riceve il denaro.
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