Decreto Rilancio licenziamento e cassa integrazione: tutte le novità del DPCM

Il Decreto per il rilancio delle attività e dell'economia in Italia ha due obiettivi: ripresa dei consumi e sostegno a famiglie, lavoratori e imprese. Per riuscire a realizzare questi scopi il Governo ha orientato una larga parte delle risorse di questo provvedimento per rinnovare gli ammortizzatori sociali e ha confermato il blocco dei licenziamenti. Ecco una guida sulle misure introdotte dal DPCM Maggio

Decreto Rilancio licenziamento e cassa integrazione: tutte le novità del DPCM

Nel giro di 72 ore il premier Giuseppe Conte si è presentato due volte davanti agli italiani. In due conferenze stampa ha illustrato le nuove regole di comportamento da adottare nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus e ha annunciato una manovra finanziaria da 55 miliardi di euro per contrastare la crisi economica nata come conseguenza del lockdown.

I provvedimenti del Decreto Rilancio

Il Decreto Rilancio è stato al centro del primo evento indetto dal Presidente del Consiglio. Il 13 Maggio Conte insieme ai ministri dell’Economia (Roberto Gualtieri), delle Politiche agricole (Teresa Bellanova), dello Sviluppo (Stefano Patuanelli) e della Salute (Roberto Speranza) ha descritto le misure per sostenere la ripresa finanziaria del Paese e i contributi per aiutare le famiglie e i lavoratori.

Questo nuovo DPCM parte dalla conferma, e quindi dal rinnovo, dei provvedimenti già adottati con il Decreto Cura Italia. Sono quindi state trovare le risorse necessarie per poter prorogare il bonus da 600 per i lavoratori autonomi, per gli stagionali, per i professionisti del mondo dello spettacolo e per le p. IVA.

Per impedire poi che la situazione delle famiglie e dei cittadini diventi ancora più difficile, sopratutto per un aggravarsi delle condizioni economiche, sono stati rinnovati anche i fondi per la cassa integrazione ordinaria e in deroga. Per la stessa ragione è stato imposto anche un blocco dei licenziamenti.

Data la decisione di un rinvio della riapertura delle scuole, il Governo ha concentrato parte delle risorse per aiutare le famiglie con figli a carico. I due strumenti finanziati sono il bonus baby sitter e il congedo parentale.

Tra le novità assolute introdotte da questa manovra ci sono un bonus da 500 euro per le colf e le badanti, finanziamenti a fondo perduto per le imprese con fatturati fino a 5 milioni, posticipo dei pagamenti IVA e sono sospese anche gli aumenti per le clausole di salvaguardia. E ancora è stato previsto un credito di imposta al 60% per gli affitti per le imprese con un fatturato fino a 5 milioni di euro, la sospensione delle cartelle esattoriali almeno fino a Settembre.

Bonus vacanze e sospensione tasse regionali

Ci sono poi il bonus vacanze, uno sconto fino a 500 euro a famiglia (peri i single solo 150 euro) da spendere in agriturismi, villaggi, hotel e b&B italiani; le detrazioni fino al 110% per chi faccia lavori di efficientamento energetico o di messa in sicurezza anti sismica della propria abitazione.

Sono previsti altri tipi di supporto anche per il trasporto pubblico, per le operazioni di sanificazione necessarie per le imprese per poter ripartire con le proprie attività e una sospensione del pagamento dell’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive da versare a giugno (stop sia al saldo del 2019 che all’acconto del 2020). Questa misura sarà valida per le attività con un fatturato inferiore ai 250 milioni di euro.

Ci sono poi anche altri interventi per il rafforzamento della ricerca scientifica e della sanità pubblica italiana. E il DPCM ha anche incluso un articolo che dovrebbe regolarizzare una parte dei lavoratori stagionali del settore agricolo o della cura della persona, quindi per colf e badanti. Questo provvedimento prevede il riconoscimento del permesso di soggiorno per 6 mesi a coloro che cercano lavoro in imprese agricole o di allevamento e per la compagnia e il supporto ad anziani e disabili.

Il Reddito di emergenza

Altra grande novità di questo DPCM è l’istituzione del Reddito di emergenza, uno strumento che dovrebbe andare ad aiutare coloro che restano fuori dagli altri contributi. Si tratta di un sostegno al reddito delle famiglie con un ISEE inferiore ai 15.000 euro e che abbiano dei patrimoni immobiliari tra i 10 mila e i 20 mila euro (la soglia dipende dai componenti della famiglia).  Il contributo andrà da un minimo di 400 euro ad un massimo di 800 euro.

Cosa accade su Cassa integrazione ordinaria e in deroga

Con il Decreto Rilancio vengono rinnovate sia la cassa integrazione ordinaria che quella in deroga. Queste misure erano già state previste dal Decreto Cura Italia, in quel provvedimento erano state trovate le risorse per garantire un primo round di Cig per 9 settimane (dal 23 Febbraio al 31 Agosto).

Con il nuovo finanziamento di questa misura la Cassa integrazione sarà prorogata per altre 9 settimane, quindi il periodo complessivo per usare questo ammortizzatore sociale andrà dal 23 Febbraio al 31 Ottobre 2020.

Anche se abbiamo utilizzato solo l’espressione Cassa integrazioni per semplificare, in realtà gli ammortizzatori per i lavoratori rimasti a casa in queste settimane di chiusura straordinaria si dividono in:

  • cassa integrazione ordinaria
  • cassa integrazione straordinaria in deroga
  • assegno ordinario erogato dal Fondo di integrazione salariale (Fis) o dai fondi di solidarietà di settore

Fino quasi 5 milioni di domande di Cig ordinaria

Secondo i dati diffusi dall’Inps a fine Aprile i beneficiari della Cig ordinaria per Covid 19 sono stati 4.987.218 lavoratori e per quella in deroga sono state presentate 122.747 domande. Le richieste totali per la Cassa integrazione ordinaria hanno raggiunto quota 7.8 milioni, ma nel conteggio abbiano considerato solo quelle con espressa la causale legata all’emergenza sanitaria.

I pagamenti dovevano essere versati entro un mese dalla presentazione delle domande. Ma su questo punto ci sono alcune precisazioni da fare. Dei quasi 5 milioni di lavoratori che hanno chiesto la Cig ordinario sono stati 3.587.745 quelli a cui l’importo dovuto è stato anticipato dalle aziende, gli altri 1.399.473 hanno atteso il pagamento diretto da Inps.

Mentre le domande per la Cassa integrazione ordinaria vengono presentate all’INPS direttamente quelle per la  CIGD sono inoltrate alle Regioni e Province autonome interessate e saranno poi gli enti a deliberare i pagamenti e inviare le richieste all’INPS in modalità telematica. Sarà quindi sufficiente poi  che il datore di lavoro compili il modulo, inserendo informazioni su lavoratore e l’IBAN, e una volta ricevuta la validazione dall’ente l’impiegato riceverà un accredito sul conto corrente entro il 15 del mese successivo.

Le novità su Cassa integrazione

Per ottenere il contributo di Cassa integrazione ordinaria si dovrà indicare come causale della richiesta Covi-19 nazionale e la si dovrà inoltrare all’Inps. Una delle condizioni straordinarie per la Cassa integrazione in questa emergenza è che non viene richiesto un requisito definito di  imputabilità dell’evento, l’impresa che richiede questo strumento non è tenuta a presentare una documentazione che attesti i problemi reali.

Anche se nell’annuncio del Decreto è stato detto che la Cassa integrazione sarà prorogabile per altre 9 settimane, in realtà questa è la durata massima dell’estensione. Sono previste alcune condizioni e step intermedi.

Le attività in difficoltà che al 31 Agosto abbiano usufruito delle 9 settimane previste dal Decreto Cura Italia potranno richiedere altre 5 settimane di Cassa integrazione. Se poi l’impresa dovesse avere ancora riduzioni di lavoro o sospensione dell’attività, tra il 1 ° Settembre e il 31 Ottobre, si potrà fare domanda anche delle ulteriori 4 settimane.

Per il settore turistico 18 settimane di Cig

Ci sono delle eccezioni per il settore turistico, di organizzazione di fiere e congressi e dello spettacolo. I datori di lavoro di attività di queste categorie potranno chiedere le 4 settimane extra anche per problemi precedenti al periodo indicato. Le domande per la cassa integrazione ordinaria del periodo compreso fino al 30 Aprile dovranno essere presentate entro il 31 Maggio 2020.

La semplificazione per la Cig in deroga

Per ridurre i tempi di versamento della cassa integrazione in deroga, le cui domande seguono una trafila più lunga e passano dalle Regioni all’Inps, sono state presentati degli iter semplificati.

Secondo quanto riportato nella bozza del Decreto Rilancio i datori di lavoro che chiedono il pagamento all’Inps dovranno fare richiesta entro il 15 del mese in cui l’attività è stata sospesa o ha ridotto il proprio lavoro, questo vale per il periodo tra il 23 Febbraio e l’entrata in vigore del provvedimento. Le Regioni dovranno poi deliberare queste domande entro il 5 del mese successivo ed entro ogni 15 del mese i datori di lavoro dovranno comunicare all’INPS i dati dei lavoratori cassintegrati. L’ente di Previdenza poi dovrà disporre i pagamenti entro la fine del mese.

Un caso particolare è quello che riguarda la cassa integrazioni per i lavoratori agricoli. Per loro lo strumento in deroga viene concesso per un periodo di massimo 90 giorni tra il 23 Febbraio e il 31 Ottobre 2020. Il termine ultimo per questa misura sarà entro fine anno 2020.

Sempre nell’ottica di ridurre i tempi di erogazione del contributo per i lavoratori in difficoltà è stato deciso che le integrazioni salariali per gli operai agricoli verranno concesse dalle sedi territoriali dell’INPS. Le domande per la cassa integrazione di questa categoria di operai dovrà essere presentata entro la fine del mese che segue la sospensione dell’attività di lavoro.

Novità sul blocco dei licenziamenti

Con il Decreto di Marzo, il Cura Italia il Governo aveva imposto un blocco dei licenziamenti per 2 mesi. Con il nuovo provvedimento questo primo termine viene prorogata la sospensione delle procedure per ridurre il personale e anche i procedimenti di licenziamenti di singoli o di gruppi di dipendenti per giustificato motivo.

Il nuovo termine posto con questo Decreto Rilancio è di 5 mesi. La misura contenuta in quest’ultimo Decreto, che però deve ancora diventare legge, porterebbe quindi vedrebbe protrarsi il periodo del blocco dei licenziamenti fino a Luglio.