La svolta sulla case green è arrivata. L’obiettivo è di rendere gli immobili privati e pubblici d’Europa più sostenibili, considerato che, secondo la Commissione europea, gli edifici degli Stati membri dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO₂.
Il Parlamento europeo, a marzo 2023, ha dato il via libera alla “Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio”, un importante documento riguardante la prestazione energetica nell’edilizia con annessi emendamenti. La nuova direttiva europea sulle case green fa parte del cosiddetto pacchetto “Fit for 55” (“Pronti per il 55%”). In sostanza, questa direttiva contiene le linee guida che ogni Paese membro dell’UE dovrà seguire allo scopo di stabilire interventi e misure necessarie nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione per centrare gli obiettivi climatici dell’Unione europea.
Dopo il disco verde dell’Europarlamento, adesso sono cominciati i negoziati tra le istituzioni comunitarie che proseguiranno nei prossimi mesi. Mentre dal 2025 comincerà l’iter di recepimento della direttiva europea case green da parte degli Stati membri.
Case Green: che cosa prevede la direttiva europea
Che cosa prevede la direttiva europea sulle case green? Questa direttiva UE stabilisce che tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero a partire dal 2028. Per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche la scadenza è fissata al 2026. Inoltre, tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno dotarsi di pannelli solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032.
Sempre sulla base di quanto previsto da questa direttiva varata dall’Europarlamento a marzo 2023, gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo:
- la classe energetica “E” entro il 2030;
- la classe energetica “D” entro il 2033.
Ricordiamo che le classi energetiche attualmente previste dalla normativa europea vanno dalla lettera A alla lettera G, ossia dalla migliore alla peggiore.
Tempi più stretti invece per gli edifici non residenziali e quelli pubblici: il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).
C’è poi da aggiungere che, stando alle disposizioni fissate dal Parlamento europeo, gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche andranno svolti:
- al momento dell’ingresso di un nuovo inquilino;
- oppure al momento della vendita;
- oppure nella fase di ristrutturazione dell’edificio.
Da ultimo, questa direttiva europea sulle case green prevede anche un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Una serie di intervento necessari per arrivare alle emissioni zero entro il 2050.
Case Green: quali sono le esenzioni previste dalla direttiva europea
Il documento approvato dal Parlamento di Strasburgo prevede una serie di esenzioni. Anzitutto, c’è da sottolineare che i monumenti di valore storico, artistico e architettonico saranno esclusi dalle nuove norme.
In secondo luogo, ciascun Stato membro dell’UE avrà facoltà di decidere se escludere anche gli edifici protetti a causa del loro particolare valore architettonico o storico, come per esempio le chiese.
In terzo luogo, gli Stati membri potranno anche prevedere delle esenzioni per l’edilizia sociale pubblica, partendo dal principio che eventuali ristrutturazioni avrebbero come conseguenza un aumento dell’affitto, incremento che non sarebbe compensato dai risparmi in bolletta.
Nel dettaglio, per quanto concerne le esenzioni c’è da osservare che ogni Paese dell’UE potrà esentare fino al 22% del totale degli immobili. In sintesi, c’è da notare che dagli interventi sono esclusi:
- monumenti;
- case di vacanza (formalmente, abitate meno di quattro mesi l’anno);
- palazzi storici ufficialmente protetti;
- chiese e altri edifici di culto;
- abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.
Per quanto riguarda, invece, le sanzioni toccherà ai singoli governi decidere quali multe applicare, oltre all’automatica perdita di valore degli immobili non a norma.
Infine, alla luce dei differenti scenari di partenza tra i 27 Stati membri, nella classificazione di efficienza energetica (dalla lettera A alla G), la classe “G” dovrà corrispondere al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Paese membro dell’Unione europea.
Infine va ricordato che l’emendamento 54 ha previsto che entro il 31 dicembre 2027, e poi ogni due anni, la Commissione presenterà al Parlamento UE e al Consiglio una relazione sui progressi compiuti sull’efficientamento energetico nei Paesi dell’Unione europea.
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