La BCE alza i tassi: cosa cambia a Luglio 2023

A fine luglio 2023 la BCE potrebbe alzare ancora i tassi, facendo aumentare la rata dei mutui a tasso variabile per l’acquisto di una casa di circa 700 mila famiglie italiane. Il governo lavora a una contromossa. Intanto è corsa al cambio da mutuo a tasso variabile a tasso fisso. Con SOStariffe.it, ecco come trovare le migliori offerte per un mutuo. 

In 30 secondi

L’aumento del costo del denaro che la BCE vorrebbe varare spingerebbe al rialzo le rate dei mutui. Le novità di Luglio 2023:
  1. Per contenere l’inflazione e abbassare i prezzi al consumo, la BCE alza i tassi d’interesse
  2. Questa mossa fa lievitare le rate dei mutui a tasso variabile e prestiti
  3. È corsa delle famiglie a cambiare il mutuo da tasso variabile a tasso fisso per risparmiare
  4. Per aiutare le famiglie, il governo ipotizza una misura: stessa rata ma durata del mutuo più lunga
  5. Con il comparatore per mutui di SOStariffe.it le migliori offerte di luglio 2023
La BCE alza i tassi: cosa cambia a Luglio 2023

La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha già annunciato che la Banca centrale europea, a meno di retromarcia dell’ultima ora, innalzerà ancora i tassi di interesse entro la fine di luglio 2023. La mossa di Francoforte ha lo scopo di frenare l’inflazione e provare a riportarla al 2% nell’Eurozona. A giugno 2023 in Italia l’inflazione era al 6,4%. Oltre all’inflazione, la decisione di aumentare il costo del denaro da parte della BCE è anche dovuta agli effetti dell’instabilità internazionale causata dalla guerra in Ucraina. 

In conseguenza del rialzo della Banca centrale europea, le rate dei mutui a tasso variabile potrebbero crescere ancora. Ma come trovare oggi un mutuo conveniente? Con il comparatore per mutui di SOStariffe.it, il tool digitale e gratuito che confronta le migliori offerte di luglio 2023. 

Perché la BCE aumenta i tassi e cosa cambia per le famiglie a Luglio 2023

LE DOMANDE DEI CONSUMATORI LE RISPOSTE DI SOSTARIFFE.IT
Perché la BCE alza il costo del denaro? La mossa della Banca centrale europea servirebbe a:

  • frenare la crescita dell’inflazione e tentare di abbassarla
  • evitare la speculazione finanziaria
  • scongiurare eventuali bolle speculative
  • assicurare stabilità economica nel lungo periodo
Di quanto la BCE potrebbe alzare i tassi a luglio 2023? I tassi potrebbero salire dello 0,25% entro fine luglio 2023
Che tipo di mutuo o prestito personale conviene sottoscrivere a Luglio 2023? Un mutuo o un prestito personale a tasso fisso, in quanto non risentiranno di eventuali aumenti del costo del denaro

Per contenere l’inflazione e provare ad abbassarla, per far calare i prezzi della spesa, del carburante (benzina e diesel), delle bollette luce e gas, la BCE alza i tassi di interesse, cioè aumenta il costo del denaro per le banche commerciali che rientrano nel sistema bancario dell’Eurozona. La mossa della Banca centrale europea è fatta allo scopo di:

  • garantire una maggiore stabilità economica a lungo termine;
  • impedire la formazione di eventuali bolle speculative;
  • contrastare una possibile speculazione finanziaria.

La scelta verso cui è orientata la BCE di rialzare ancora i tassi di interesse dello 0,25% a luglio 2023, dopo gli aumenti dei mesi scorsi, avrebbe ricadute pesanti sulle tasche dei cittadini e delle imprese. Infatti, renderebbe gli investimenti meno attraenti per i risparmiatori e si tradurrebbe per famiglie e imprese anche in un incremento delle rate per i prestiti personali (per esempio, per il finanziamento per l’acquisto di una nuova auto) o per chi accenda un mutuo a tasso variabile, per esempio, per l’acquisto della casa.

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Governo al lavoro per allungare la durata dei mutui a tasso variabile

Fermo restando i vincoli europei, il governo Meloni, intanto, sta lavorando insieme alle banche per mettere a punto un provvedimento in base al quale la rata rimanga la stessa (senza alcun aumento) ma la durata del mutuo diventi più lunga. Sarebbe una misura per aiutare famiglie e imprese a far fronte agli aumenti dei tassi di interesse sui finanziamenti a tasso variabile. L’importo complessivo da restituire non cambierebbe ma diverrebbe un po’ meno complicato far fronte ai pagamenti. Sarebbe una boccata d’ossigeno per famiglie e imprese che negli ultimi mesi hanno visto impennarsi le rate dei mutui.

Anticipando la mossa dell’esecutivo guidato dalla premier Meloni, alcune banche starebbero già valutando l’ipotesi di allungare la durata dei mutui a tasso variabile, “congelando” così la rata già salita di parecchio in questi mesi.

Fuga dai mutui a tasso variabile, è corsa al tasso fisso a Luglio 2023  

MUTUI A TASSO VARIABILE: LA FOTOGRAFIA
1 Circa il 33% dei mutui erogati in Italia è a tasso variabile
2 Il controvalore di questa percentuale sul mercato è pari a 425 miliardi di euro
3 Nel secondo trimestre 2023 solo il 7,3% dei mutui è a tasso variabile

Sia negli ultimi mesi, sia a luglio 2023, è corsa al passaggio dai mutui a tasso variabile a quelli a tasso fisso che fanno risparmiare. Infatti, con i rialzi varati dalla BCE la rata di un mutuo a tasso variabile è aumentata anche di alcune centinaia di euro. 

Incrociando i dati della Banca d’Italia e quelli dell’Osservatorio di Mutuionline.it, oltre alle dichiarazioni fornite dalle principali banche, emerge che il mutuo variabile riguardi una fetta minoritaria delle famiglie italiane. Infatti, circa un terzo dei mutui erogati in Italia, un mercato da 425 miliardi di euro di stock, è a tasso variabile. 

Di questi, inoltre, una percentuale beneficia di un “cap” ovvero un tetto al tasso massimo. Nel suo ultimo rapporto sul tema, la Banca d’Italia annotava che il 30% dei nuovi mutui a tasso variabile beneficiava di questa “soglia di sicurezza”. 

A fine 2022, sempre secondo Mutuionline, i mutui erogati (comunque in deciso ribasso) erano per il 30% a tasso variabile. Ma i continui aumenti da parte dell’istituto di Francoforte e le politiche delle banche hanno poi riportato i variabili a livelli minimi, pari al 7,3% dei mutui erogati nel secondo trimestre del 2023.