La BCE alza i tassi? La situazione mutui di Settembre 2023

BCE in bilico se alzare ancora o meno i tassi di interesse a settembre 2023 per combattere l’inflazione elevata nell’Eurozona. Un aumento del costo del denaro si tradurrebbe in un nuovo rialzo delle rate dei mutui a tasso variabile. Per trovare le migliori offerte mutui, un aiuto arriva dal comparatore di SOStariffe.it. 

In 30 secondi

Bce, forse un nuovo rialzo dei tassi di interesse a settembre 2023. Cosa cambia per le famiglie con un mutuo:
  1. L'inflazione nell'Eurozona non arretra ad agosto 2023 ma resta stabile al 5,3%
  2. La Banca centrale europea potrebbe aumentare ancora il costo del denaro
  3. Le rate dei mutui a tasso variabile diventerebbero più care
  4. Per abbassare la rata del mutuo, c'è lo strumento della surroga che è gratuito
  5. Con il comparatore per mutui di SOStariffe.it, le migliori offerte di settembre 2023
La BCE alza i tassi? La situazione mutui di Settembre 2023

BCE indecisa sulla prossima mossa da compiere per abbassare l’inflazione che nell’Eurozona ad agosto 2023 rimane stabile al 5,3%. La Banca centrale europea avverte che le prospettive per un eventuale nuovo aumento dei tassi di interesse (sarebbe il decimo di fila) restano “altamente incerte” e la riunione del board dell’istituto di Francoforte di settembre 2023 si carica di attese.

Una possibile ulteriore crescita del costo del denaro avrebbe pesanti ricadute su famiglie e imprese. Un ritocco verso l’alto dei tassi, come fatto a luglio 2023, vorrebbe dire un altro incremento delle rate dei mutui a tasso variabile. Contro questo rischio e per trovare un mutuo conveniente, c’è il comparatore per mutui di SOStariffe.it, che confronta le migliori soluzioni disponibili a settembre 2023, con anche la possibilità di richiedere una surroga del mutuo in corso. Una mossa quest’ultima che aiuterebbe le famiglie ad abbassare la rata del mutuo.

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BCE al bivio: aumentare o meno i tassi d’interesse a Settembre 2023?

I TRE PUNTI CARDINE
1 Ad agosto 2023 l’inflazione nell’Eurozona era stabile al 5,3%
2 L’obiettivo della BCE è portare l’inflazione al 2% nel 2025
3 Per raggiungere questo traguardo, la Banca centrale potrebbe aumentare ancora i tassi di interesse a settembre 2023

La BCE è di fronte a un bivio: aumentare ancora i tassi di interesse oppure no? La risposta a questo interrogativo arriverà dalla riunione del board della Banca centrale europea previsto per la metà di settembre 2023. Per ora di certo, c’è soltanto che l’inflazione nell’Eurozona ad agosto 2023 era ancora al 5,3%, ben lontana dal 2% a cui vorrebbe riportarla l’Istituto di Francoforte. E questo obiettivo giustificherebbe un eventuale ulteriore rialzo del costo del denaro.

Nei giorni scorsi, il vicepresidente della BCE, Luis De Guindos, parlando a un evento all’Università Menendez Pelayo di Santander (Spagna), ha affermato che l’aumento dei tassi “è una medicina amara ma necessaria“. Ha aggiunto: “So che l’aumento dei tassi si riflette sui mutui e i prestiti ma è la forma in cui il banco centrale” combatte l’inflazione “che è il male assoluto per la vita economica e sociale di un Paese“.

In quest’occasione, sempre De Guindos ha sottolineato che “sui tassi siamo al rettilineo finale. Nella riunione di settembre del consiglio BCE la decisione è ancora aperta“. Ha poi spiegato che il board della Banca centrale esaminerà i dati di inflazione ed economia e poi deciderà i passi da compiere.

De Guindos, inoltre, ha ricordato le mosse già avviate dalla BCE:

  • crescita dei tassi;
  • frenata nell’acquisto di attivi.

Il vicepresidente ha infine evidenziato come l’economia europea “negli ultimi 5 anni sia passata attraverso una serie di choc“. “La stessa riapertura dopo il lockdown” provocato dalla pandemia è stata “come passare dal congelamento al calore” con effetti negativi, ma l’Europa e la Bce hanno reagito con misure straordinarie per far fronte a questa situazione.

Sebbene nessun membro dell’Istituto centrale di Francoforte finora si sia sbilanciato, rimane la preoccupazione per uno scenario economico difficile. Ha spiegato, sempre nei giorni scorsi, Isabel Schnabel, del board esecutivo della BCE, aprendo la conferenza sull’inflazione organizzata assieme all’americana FED: “Dopo oltre un anno di significativa stretta monetaria, le prospettive per l’area euro rimangono altamente incerte. L’attività si è visibilmente attenuata e gli indicatori segnalano una debolezza in vista“. Ha poi aggiunto che “l’inflazione complessiva è scesa“, ma “le pressioni di fondo sui prezzi rimangono ostinatamente elevate, con i fattori interni che ora rappresentano i principali motori dell’inflazione nell’area euro. Pertanto, una politica monetaria sufficientemente restrittiva è fondamentale per riportare l’inflazione al nostro obiettivo del 2% in modo tempestivo“.

Consultando i verbali dell’ultima riunione del board della Banca centrale, il 26-27 luglio 2023, emerge che “il periodo entro il quale la BCE si aspetta di vedere l’inflazione ritornare al livello target si è spostato dall’ultimo trimestre del 2024 al 2025. “Anche se anticipare questa tempistica potrebbe richiedere di deprimere l’attività economica in misura non necessaria“, i membri del board hanno ritenuto “importante non allungare l’orizzonte temporale oltre il 2025“.

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BCE e mutui: i vantaggi di scegliere il tasso fisso a Settembre 2023

LE DOMANDE  LE RISPOSTE
Con l’eventuale rialzo dei tassi di interesse da parte delle BCE, meglio un mutuo a tasso fisso o variabile? È consigliabile attivare un mutuo a tasso fisso, che mette al riparo da eventuali aumenti della rata da pagare mensilmente
Quanto è attualmente la differenza fra tasso fisso e tasso variabile? A luglio 2023 la differenza fra tasso variabile medio e tasso fisso medio è di oltre 100 punti base a favore del tasso fisso: 3,73% contro 4,74%

In vista di un possibile nuovo aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, il divario fra mutui a tasso fisso e a tasso variabile è destinato ad allargarsi ulteriormente nei prossimi mesi. Secondo i dati di luglio 2023 forniti da MutuiOnline.it, la differenza fra tasso variabile medio e tasso fisso medio era di oltre 100 punti base a favore del tasso fisso: 3,73% contro 4,74%. Risultato? Attualmente è più conveniente accendere un mutuo a tasso fisso piuttosto che tasso variabile.

Per chi avesse invece già in corso un mutuo, per esempio per l’acquisto della casa, una mossa decisamente conveniente è quella della surroga del mutuo per provare a risparmiare sulla rata. Per Alessio Santarelli, direttore generale del gruppo MutuiOnline, “la surroga, che è lo strumento migliore per supportare i consumatori nel trasferimento del mutuo presso un altro istituto cambiandone le condizioni in maniera completamente gratuita”.

Per le famiglie che fossero in difficoltà economiche per una sospensione dal lavoro, o una riduzione dell’orario di lavoro, e avessero in essere un mutuo per la prima casa non superiore a 400 mila euro, c’è la possibilità di accedere al Fondo di solidarietà, o Fondo Gasparrini, che permette beneficiare dellasospensione del mutuoper un periodo massimo di 18 mesi.