Quanto aumenterà la pensione a Gennaio 2023?

Aumento del 7,3% delle pensioni a Gennaio 2023, in attesa del rialzo a 600 euro al mese delle “minime” ma solo per gli over 75 il prossimo anno. Intanto fa discutere il cambiamento del meccanismo di adeguamento all’inflazione che da tre fasce sale a sei.

In 30 secondi

Crescono gli assegni pensionistici a Gennaio 2023, ma sono in arrivo anche altre novità:
  1. Aumento del 7,3% legato all'indicizzazione dell'inflazione
  2. Pensioni "minime" a 600 euro al mese per i soli over 75
  3. Come cambia il meccanismo di calcolo della perequazione
  4. I conti correnti più vantaggiosi su cui accreditare la pensione
Quanto aumenterà la pensione a Gennaio 2023?

Pensioni più ricche a Gennaio 2023. È previsto infatti un aumento del +7,3% degli assegni previdenziali per l’adeguamento dell’inflazione, così da assicurare un potere d’acquisto ai pensionati parametrato al costo della vita. Il via libera alla cosiddetta “rivalutazione delle pensioni” è stato dato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, lo scorso 9 novembre, dopo che l’Istat aveva fornito gli indici dei prezzi al consumo necessari per il calcolo della variazione percentuale dei trattamenti pensionistici.

Pensioni, l’aumento deciso per Gennaio 2023

In sintesi, stando al meccanismo di calcolo attualmente in vigore, questo rialzo porterà nelle tasche dei pensionati circa una mensilità in più all’anno, con aumenti differenti a seconda della pensione riscossa. 

In sostanza, gli assegni dal valore ricompreso entro quattro volte il trattamento minimo (pari a 525,38 euro al mese) saranno aumentate sulla base della perequazione automatica delle pensioni. Va però tenuto conto che il 1° Gennaio 2023, i pensionati che hanno già ricevuto l’anticipo del 2% negli ultimi tre mesi del 2022 (ottobre, novembre e dicembre) riceveranno solo la quota residua del 5,3% rispetto all’aumento complessivo del 7,3%.

Questi aumenti, in attesa delle novità all’esame del Parlamento e previste dalla Legge di Bilancio varata dal Governo Meloni, saranno calcolati con il meccanismo progressivo delle tre fasce:

  • del 100% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici fino a quattro volte il trattamento minimo;
  • del 90% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo;
  • del 75% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il trattamento minimo.

Quindi, per le pensioni di Gennaio 2023 sull’importo del trattamento minimo di 525,38 euro al mese è previsto un aumento di 38,35 euro al mese (la rivalutazione del 7,3%), in attesa dell’approvazione della nuova Legge finanziaria e dell’ulteriore rialzo (per il solo 2023) fino a quasi 600 euro al mese per i pensionati con un’età inferiore a 75 anni.

Anche le pensioni di invalidità civile parziali cresceranno del 7,3%: da 302,88 a 324,24 euro. Mentre per i pensionati invalidi civili parziali, con altri redditi, il nuovo importo di Gennaio 2023 sarà pari a 313,91 euro.

Pensioni minime a 600 euro, ma non a Gennaio 2023

A CHI SPETTA A QUANTO AMMONTA PER QUALE ANNO
L’aumento delle “minime” riguarderà solo gli over 75 Il cedolino salirà a 597,3 euro al mese La maggiorazione del cedolino “minimo” sarà solo per il 2023

Nel 2023, ma non nell’assegno che sarà pagato a Gennaio, dovrebbe scattare anche un ulteriore aumento delle “minime” solo per gli over 75. La misura è contenuta in un emendamento alla Legge di Bilancio presentato dal Governo su iniziativa di Forza Italia come provvedimento per contrastare gli effetti dell’inflazione e il caro bollette.

Secondo quanto ipotizzato, le pensioni minime dovrebbero beneficiare (solo per il prossimo anno) di una rivalutazione aggiuntiva del 6,4%, invece del previsto 1,5%, oltre alla indicizzazione del 7,3% già decisa dal Consiglio dei ministri. 

Per l’esattezza, questa maggiorazione farà balzare i cedolini della pensione minima da 525,38 euro al mese fino a 597,3 euro mensili per chi a più di 75 anni.

Tutte le altre invece, saliranno a circa 570 euro il prossimo anno, grazie a una rivalutazione maggiorata.

Pensioni, il nuovo meccanismo di calcolo a 6 fasce

QUESITO 1 QUESITO 2 QUESITO 3
Quante saranno le fasce di reddito previste dal nuovo meccanismo di indicizzazione delle pensioni? Chi avrà i maggiori benefici da questo cambiamento? Quando scatteranno questi nuovi aumenti?
Il meccanismo biennale è stato suddiviso in 6 fasce I pensionati con trattamenti fino a 4 volte il minimo Nel 2023 (ma non a gennaio) e nel 2024

Con il terzo pacchetto di emendamenti del governo alla legge di Bilancio, la Manovra rivede il meccanismo di rivalutazione automatica delle pensioni per il 2023 e il 2024. E le norme potrebbero cambiare ancora con il passaggio della legge finanziaria in Parlamento. L’unica certezza è che questi aumenti non scatteranno a Gennaio 2023.

L’esecutivo Meloni ha deciso di cambiare l’attuale schema d’indicizzazione articolato su 3 fasce di reddito. Ma che cosa prevede il nuovo meccanismo? Il governo ha detto sì a un meccanismo biennale suddiviso in 6 fasce nel quale è previsto un adeguamento pieno all’inflazione per i trattamenti fino a 4 volte il minimo (2.100 euro lordi mensili), che beneficeranno di un aumento di 153 euro al mese, sempre al lordo.

Nell’ultima versione della norma invece la rivalutazione per gli assegni fino 5 volte il minimo (circa 2.626 euro) sale dall’80 all’85%, con l’aumento che sarà quindi del 6,2% ossia circa 162 euro. Mentre per le pensioni più alte è previsto un ulteriore taglio:

  • dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo;
  • dal 50% al 47% tra 6 e 8 volte il minimo;
  • dal 40% al 37% da 8 a 10 volte il minimo;
  • dal 35% al 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo (oltre 5.250 euro).

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