Fondo pensionistico INPS professionisti: come funziona

Quali sono i professionisti che devono versare i contributi all'ente di Previdenza e come funziona il fondo pensionistico INPS professionisti? In questa guida cercheremo di capire quali categorie di lavoratori sono obbligate a pagare la contribuzione e quali sono le nuove aliquote, compresa la ISCRO per i professionisti

Fondo pensionistico INPS professionisti: come funziona

L’ultimo Osservatorio sulle pensioni pubblicato dall’INPS ha analizzato i dati sui trattamenti previdenziali e sociali nel 2019. Sono state pagate 17.893.036 pensioni al 31 Dicembre 2019, di queste il 77% sono stati contributi per vecchiaia o invalidità e solo 4.030.438 (circa 23%) sono state le pensioni civili, gli assegni sociali e le indennità di accompagnamento.

Nel 2019 la spesa complessiva annua per le pensioni è stata di 208,8 miliardi di euro, di cui 187 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 21,8 miliardi da quelle assistenziali. Per il 49,3% le pensioni liquidate nel 2019 sono in carico alle gestioni dei dipendenti privati, il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) ha pagato il 59,9% degli importi dei trattamenti previdenziali. Il Fondo pensionistico INPS per professionisti invece ha erogato il 27,7% delle pensioni e gli importi erogati sono stati il 24,2%.

Cosa cambia per le pensioni dei professionisti nel 2021

L’INPS ha pubblicato nella circolare n. 12 del 5 Febbraio 2021 le nuove aliquote per i contributi della Gestione separata. La vera novità introdotta quest’anno rispetto alle pensioni dei professionisti e ai trattamenti contributi in realtà è rappresentato dalla quota ISCRO, la cassa integrazione per le partite IVA.

Nel documento sono state fissate le aliquote contributive, previdenziali e assicurative dovute da collaboratori e figure assimilate e da liberi professionisti. I trattamenti, specifica la circolare, sono diversi “per soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie e soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria”.

Iscrizione Gestione Separata, chi deve fare domanda

I professionisti senza cassa e i lavoratori autonomi si devono iscrivere alla Gestione separata dell’INPS, è questo il fondo presso il quale questi lavoratori devono versare i propri contributi previdenziali e assicurativi. I professionisti che invece sono iscritti alle casse previdenziali private (come Inarcassa, Enpam o INPGI) non sono tenuti a rispettare quest’obbligo.

Chi è tenuto ad iscriversi alla Gestione separata della Previdenza dovrà versare i contributi all’INPS e potrà ottenere i seguenti trattamenti pensionistici o sociali:

  • assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità
  • pensione anticipata
  • pensione di vecchiaia
  • pensione di reversibilità e pensione indiretta

Le condizioni per andare in pensione anticipata sono di 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e di 41 anni e 10 mesi per le donne. Per terminare il rapporto di lavoro per vecchiaia servono 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione, senza differenza tra uomini e donne.

I professionisti che devono iscriversi alla Gestione separata potranno farlo compilando il modello online. La piattaforma è accessibile con lo SPID, CNS, CIE 3.0, chi è invece in possesso del PIN dispositivo  potrà accedere al proprio profilo con il codice fiscale. Si potrà anche richiedere il supporto degli operatori INPS chiamando il Contact center all’803.164 (per chi chiama da fisso) o allo 06.164.164 (per le telefonate da cellulare).

I dati da fornire per fare domanda di iscrizione sono relativi all’attività svolta, si dovrà indicare la data di avvio dell’impresa e qual è la tipologia di attività (partita IVA, codice attività economiche, ecc.)

I versamenti per la pensione dei soggetti iscritti alla Gestione separata dovranno essere pagati con F24. Il modulo è disponibile sulle piattaforme di home banking, presso gli sportelli bancari o postali. Per il 2020/2021 sono previste tre pagamenti: saldo 2020, primo acconto 2021 e secondo acconto.

Fondo pensionistico INPS professionisti, quanto versano i lavoratori

Gli elementi fondamentali per capire a quanto ammontano i contributi che il professionista deve versare sono il reddito e le aliquote. Nella circolare INPS n. 12 di Febbraio 2021 sono state fornite le nuove aliquote, oltre che i minimali e i massimali.

Per il 2021, l’aliquota contributiva per il calcolo dei contributi da versare alla gestione separata è pari a:

  • 25,98% (di cui 0,26% per l’ISCRO) per i liberi professionisti con partita IVA
  • 34,23% per i collaboratori e le figure assimilate
  • 24% per professionisti o collaboratori già iscritti ad altro fondo obbligatorio, o titolari di pensione.

Il calcolo dei contributi da versare per un professionista quindi è il frutto della moltiplicazione del reddito annuo per l’aliquota. Con un reddito di 40 mila euro netti l’anno la quota dei contributi da pagare per un professionista con partita IVA sarà di 10.392 euro.

La composizione delle nuove aliquote per professionisti è composta in modo leggermente differente rispetto agli scorsi anni. Nel 2021 infatti, come detto, è stato introdotta l’aliquota aggiuntiva ISCRO. Ecco quali sono i coefficienti:

  • aliquota contributiva per invalidità, vecchiaia e superstiti in misura pari al 25%
  • aliquota contributiva aggiuntiva pari allo 0,72% (tutela relativa alla maternità, agli assegni familiari, alla degenza ospedaliera, alla malattia e al congedo parentale)
  • aliquota contributiva aggiuntiva per “ISCRO” pari allo 0,26% istituita dall’articolo 1, comma 398, della legge n. 178/2020

Nuova Cassa integrazione per professionisti e partite IVA

La Legge di Bilancio 2021 ha istituito una nuova forma di cassa integrazione per i lavoratori autonomi. L’acronimo ISCRO sta per indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa e la misura è stata istituita fino al 2023.  Ogni professionista potrà ricorrere a questo aiuto solo una volta nel triennio 2021-2023.

La sperimentazione di questo contributo previdenziale è stata decisa per rispondere alle evidenti difficoltà che i lavoratori autonomi hanno affrontato durante la crisi sanitaria e alla conseguente crisi economica. Si tratta quindi di un nuovo strumento sperimentale di welfare per proteggere i professionisti e autonomi iscritti alla Gestione separata dell’INPS, ma è stato fatto aumentando la quota contributiva.

Requisiti per l’ISCRO

L’indennità è riservata a quei lavoratori autonomi e ai professionisti che subiscono un calo del fatturato del 50% rispetto agli ultimi 3 anni di attività. Non possono ottenere questo contributo i lavoratori che abbiano un reddito maggiore di 8.145 euro.

L’utente dovrà presentare con la domanda di ISCRO un autocertificazione del proprio reddito dei 3 anni precedenti. L’INPS raffronterà questo documento con le dichiarazioni dei redditi presentate negli stessi anni all’Agenzia delle Entrate. Se dai controlli l’ente accerterà che c’è stato un dimezzamento del fatturato, allora approverà la domanda del contribuente e provvederà al calcolo dell’indennità.

Gli assegni a cui avranno diritto i beneficiari di questo contributo vanno da 250 euro a 800 euro. Se l’INPS approva la domanda di indennità il lavoratore potrà percepire l’aiuto per 6 mesi senza contribuzione figurativa. L’importo preciso che il professionista riceverà in questo periodo sarà pari al 25% del fatturato dell’anno precedente.

Non bastano il calo del fatturato e i requisiti di reddito per ottenere, la cassa integrazione. I lavoratori autonomi e le partite IVA non dovranno:

  • avere altri trattamenti pensionistici
  • essere assicurati anche presso altre forme previdenziali obbligatorie
  • essere beneficiari del reddito di cittadinanza

Non potranno accedere a questa forma di indennizzo coloro che non sono in regola con i versamenti dei contributi pensionistici e chi non possiede una partita IVA da almeno 4 anni. Chi chiuderà la partita IVA mentre sta usufruendo dell’ISCRO perderà la cassa integrazione. Non finisce qui i professionisti dovranno anche dimostrare di aver regolarmente provveduto alla frequenza di corsi di aggiornamento professionale o di attività formative.

Come fare domanda della nuova Cassa integrazione P. IVA

I professionisti che vogliono presentare la domanda ISCRO potranno farlo tramite il portale INPS, l’ente provvederà alle debite verifiche e poi erogherà l’aiuto per il lavoratore. Chi ha i requisiti descritti in questa guida potrà presentare la richiesta per la Cassa integrazione sperimentale entro il 31 Ottobre del 2021. Quando l’INPS approverà la domanda di indennità riconoscerà al professionista il sostegno dal giorno successivo a quello in cui è stata presentato il modulo.

La nuova aliquota darà dello 0,26% solo per il 2021, poi passerà allo 0,51% per i due anni successivi – salvo cambiamenti contenuti nei prossimi provvedimenti di legge. Al momento questo è quando si sa dell’auto finanziamento della cassa integrazione per i autonomi e partite IVA.

Minimali e massimali dei contributi pensionistici

Torniamo alla circolare dell’INPS sul Fondo pensionistico per i professionisti, nel documento pubblicato nel Febbraio 2021 l’ente ha infatti stabilito anche i nuovi minimali e i massimali per il calcolo dei contributi della Gestione separata. Per l’anno in corso il massimale di reddito previsto è di 103.055 euro

Per i minimali di reddito il discorso è un pochino più complesso perché si dovrà tenere conto delle diverse attività e figure professionali e delle aliquote di versamento stabilite per legge. Il minimale di reddito, secondo l’articolo 1, comma 3, della legge n. 233 del 2 agosto 1990,  è pari a 15.953 euro. Chi rientra in questo scaglione ed è tra i professionisti con aliquota del 24% dovrà pagare 3.828,72 euro di contributi.

Chi invece pagherà le aliquote maggiorate (0,72%) e i professionisti che devono versare anche l’ISCRO (0,26%) pagheranno come contribuzione minima 2021:

  • 4.144,59 (di cui 3.988,25 euro ai fini pensionistici) per i professionisti che applicano l’aliquota del 25,98%
  • 5.379,35 (di cui 5.264,52 ai fini pensionistici) per i collaboratori e le figure assimilate che applicano l’aliquota al 33,72%
  • 5.460,71 (di cui 5.264,52 ai fini pensionistici) per i collaboratori e le figure assimilate che applicano l’aliquota al 34,23%.