Costo impianto fotovoltaico 6 kW: quanto costa e come funziona 

Con una spesa media sotto i 10.000 euro, anche un impianto fotovoltaico da 6 kW – più che sufficiente per una famiglia numerosa – oggi è una prospettiva molto conveniente per chi vuole risparmiare sull’energia elettrica, in particolare tenendo conto delle detrazioni al 50% che spettano di diritto a chi opta per questo tipo di impianto.

Costo impianto fotovoltaico 6 kW: quanto costa e come funziona 

A chi serve un impianto da 6 kW

Un impianto fotovoltaico da 6 kW ha una potenza superiore rispetto a quella normalmente richiesta per una famiglia tipo; in ogni caso, comunque, anche questo genere di sistema a pannelli solari beneficia della diffusa diminuzione dei costi relativi alla componentistica fotovoltaica, a partire dai pannelli stessi fino alle batterie per lo stoccaggio.

Basti pensare che una quindicina di anni fa la spesa media per kW di potenza si aggirava intorno ai 9.000 euro, il che avrebbe reso necessaria per un impianto fotovoltaico da 6 kW una spesa di almeno 40-50.000 euro: praticamente impossibile, insomma, recuperare l’investimento a medio termine, nemmeno con le percentuali di autoconsumo di oggi.

La situazione ora per è cambiata, e i pannelli solari – a seconda della loro tipologia e delle funzioni – hanno un costo di 1.300-2.000 euro per kW. Ora che il prezzo dell’energia elettrica si aggira intorno agli 0,30 euro a kWh, scegliere un impianto efficace e corredarlo di batterie per arrivare a una percentuale di autoconsumo vicina al 100% è una prospettiva indubbiamente conveniente, con un tempo di recupero dell’investimento di circa 4-5 anni per i sistemi standard e di circa il doppio per quelli con accumulo (che però, una volta ammortizzato l’investimento, consentono risparmi molto più elevati).
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Come funzionano le detrazioni

A rendere ancora più vantaggiosa la scelta del fotovoltaico sono le detrazioni: è infatti possibile detrarre, in sede di dichiarazione dei redditi, ben il 50% delle spese che sono state sostenute per l’installazione. Per pagare la metà il proprio impianto (con detrazione complessiva pari alla metà dell’investimento sostenuto “spalmata” su dieci anni) è naturalmente fondamentale farsi sempre rilasciare la fattura e la ricevuta per ogni singolo elemento dell’impianto. Da ricordare che anche le batterie per accumulo possono essere oggetto di questa detrazione.

Fotovoltaico con o senza accumulo

Ma cosa scegliere tra sistema con o senza accumulo? Per deciderlo è necessario sapere in che cosa si differenziano i due sistemi. Nel fotovoltaico “classico”, l’energia solare cattura dalle celle fotovoltaiche dei pannelli è subito disponibile per il consumo: l’inverter che trasforma la corrente continua in corrente alternata per i nostri elettrodomestici, per le luci e così via consente infatti un utilizzo immediato, ma il problema è che di giorno, quando il soleggiamento è maggiore, di norma la richiesta di energia elettrica da parte degli utenti (soprattutto se sono fuori casa per lavoro) è limitata; il momento in cui c’è davvero bisogno di energia di solito è la sera, quando si utilizzano gli elettrodomestici per cucinare, la televisione e naturalmente i sistemi di illuminazione..

Con il fotovoltaico classico, non c’è modo per utilizzare l’energia in sovrappiù quando serve davvero: si può però aderire al cosiddetto Scambio sul posto con il GSE, la società a partecipazione pubblica che gestisce i vari servizi energetici. In questo modo è possibile recuperare una buona parte del valore dell’energia immessa in rete e non autoconsumata con una sorta di compensazione (parziale, visto che il prezzo di “vendita” è pari a circa la metà di quello di acquisto dal sistema) tra quella prodotta e quella prelevata in un momento differente, ad esempio appunto la sera.

Il discorso cambia per  il fotovoltaico con accumulo: in questo caso, infatti, le apposite batterie (il tipo più moderno è al litio) possono immagazzinare l’energia in sovrappiù e permettono di utilizzarla quando c’è più richiesta, alla sera e di notte. Ecco perché, malgrado il costo di un impianto con accumulo sia pari a circa il doppio di un impianto normale, la percentuale di autoconsumo qui sia molto alta, circa l’80%-90%: in altre parole, una volta che si è finito di ripagare l’impianto la spesa per l’energia elettrica non autoprodotta diventa di fatto trascurabile.

I costi di manutenzione

Infine, quando si valuta l’installazione di un impianto fotovoltaico è necessario considerare anche i costi di manutenzione, che inevitabilmente vanno a pesare sui costi complessivi da sostenere. Anche qui, le tecnologie più innovative hanno portato a numerosi vantaggi e miglioramenti: in particolare, ora è sufficiente un intervento di controllo al massimo ogni anno per la pulizia dei pannelli affidato a una ditta specializzata, e cambiare l’inverter quando non funziona più al massimo della propria potenzialità (dopo una decina d’anni circa). I pannelli solari di ultima generazione durano anche 25-30 anni senza che ci sia bisogno di sostituirli.

Gli impianti fotovoltaici oggi dispongono di avanzati sistemi di controllo e diagnostica in grado di avvertire per tempo qualora venisse riscontrata una perdita di potenza rispetto all’output normale o altri problemi legati all’elettronica: in questo modo anche per i pochi casi in cui può essere necessaria la manutenzione straordinaria si è avvertiti per tempo.