L’Italia aiuta la Germania ad affrontare il caro energia aumentando le esportazioni di questa materia prima verso l’Europa. Una mano tesa che, nelle ultime settimane, ha permesso di sopperire alla riduzione dell’offerta elettrica causata da un tonfo nella produzione da fonti rinnovabili nella locomotiva tedesca.
Prima di capire nel dettaglio come e perché il caro energia di questo avvio di 2025 abbia favorito (l’insolita) accelerazione dell’export tricolore, ricordiamo che una mossa vincente per ripararti dal rialzo delle bollette da nord a sud della Penisola è quella di sottoscrivere offerte luce e gas a prezzo fisso del Mercato Libero.
Queste tariffe ti permettono di bloccare il costo kWh e il costo metano al metro cubo per un lungo periodo di tempo (generalmente 12 o 24 mesi). Il risultato? Il prezzo di energia elettrica e metano stabilito in fase di attivazione dell’offerta resterà invariato per tutta la durata del vincolo contrattuale, pur in presenza di un incremento dei beni energetici all’ingrosso.
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Caro energia e il peso dell’export italiano: il caso a febbraio 2025
LE DOMANDE |
LE RISPOSTE |
In che modo l’Italia ha aiutato la Germania ad affrontare il caro energia? |
Aumentando le esportazioni di elettricità verso i Paesi dell’Europa centrale |
Perché i prezzi di energia elettrica hanno toccato cifre record in Germania e nell’Europa centrale? |
A causa della carenza di offerta per il tonfo della produzione elettrica da fonti green in Germania |
Perché la crisi elettrica nella locomotiva d’Europa ha un effetto domino in Europa? |
Perché la Germania è top esportatore di energia |
Quando si è verificato il picco dei prezzi in Germania? |
Alle ore 18 del 12/12/2024, quando l’energia è arrivata a costare 936 €/MWh |
Quanto costava l’energia in Italia in quella data? |
L’elettricità costava 277 €/MWh nella zona Nord dell’Italia |
Secondo il quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”, l’Italia ha registrato nelle ultime settimane un balzo all’insù delle esportazioni di energia elettrica ai Paesi dell’Europa centrale, soprattutto alla Germania.
Questo trend, insolito per la nostra Penisola che tradizionalmente importa elettricità più che esportarla, è una conseguenza del caro energia che si sta registrando nella locomotiva d’Europa (top esportatore di energia) a causa della carenza di offerta per il tonfo della produzione rinnovabile.
I numeri snocciolati da “Il Sole 24 Ore” confermano questa escalation dei prezzi a cavallo tra la fine del 2024 e l’inizio del nuovo anno: ad esempio, alle ore 18 del 12 dicembre la Germania ha registrato il picco maggiore, con il prezzo dell’energia elettrica che ha toccato la quota record di 936 euro per megawattora (MWh).
Parabola all’insù delle tariffe (oltre 800 €/MWh) anche per altri Paesi:
- dell’Europa centrale (tra cui Austria, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria);
- dei Balcani (Croazia e Bulgaria);
- della Scandinavia.
Prezzi alle stelle anche alle 18 del 20 gennaio 2025, quando l’energia elettrica in Germania ha raggiunto i 583 €/MWh con un effetto domino in Europa Centrale e in Gran Bretagna (673 €/MWh). Questa “fiammata” dei prezzi nei giorni sopra indicati è stata alimentata dall’improvviso tonfo della produzione di energia rinnovabile in Germania, esportatore di peso di questa materia prima.
In particolare, vento scarso e nuvolosità elevata hanno fatto scendere in picchiata la produzione eolica e solare. Tra l’11 e il 12 dicembre 2024, riporta sempre “Il Sole 24 Ore”, l’energia generata da queste due fonti alternative in Germania è scesa sotto i 2.000 megawatt, contro i 30.000 megawatt prodotti nei giorni precedenti. A fotocopia anche l’andamento il 20 gennaio 2025: l’apporto dell’eolico è stato inferiore ai 2.000 MW, a fronte di una produzione di oltre 45.000 MW agli inizi di gennaio.
Tuttavia, grazie alla rete di trasmissione europea e ai volumi di energia elettrica (a prezzi più competitivi) in arrivo dall’Italia, la Germania ha potuto affrontare il caro energia.