- Si valuta una legge per portare la banda ultralarga per tutti e innovare il cloud europeo
- Vanno però riviste e applicate le normative in merito alla cybersecurity e ridotta la burocrazia
La Commissaria alla Sovranità tecnologica lamenta ritardi nel settore delle telecomunicazioni europeo in termini di connettività e capacità informatiche. Scopri i piani dell'Ue per cloud e banda ultralarga
L’Ue ha bisogno di investire nel settore delle telecomunicazioni per colmare il ritardo in termini di “connettività intelligente e sicura” e in particolare per il 6G. Questa è la panoramica descritta dalla vicepresidente esecutiva della Commissione europea designata alla sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen, in audizione al Parlamento europeo.
“Voglio che l’Europa sia il continente dell’AI, il miglior posto nel mondo per sviluppare intelligenza artificiale affidabile e avanzata“, ha spiegato la commissaria che ha lanciato la proposta di una “legge sulle reti digitali per promuovere la banda larga ad alta velocità per tutti” ma anche per lo “sviluppo del cloud europeo e dell’intelligenza artificiale per migliorare servizi cloud e rafforzare capacità informatiche in potenza di calcolo“.
Per favorire l’evoluzione del settore delle telecomunicazioni europeo, spiega Virkkunen, serve soprattutto “sburocratizzare, facilitare le aziende e le piccole e medie imprese, perché regolamentiamo troppo i nostri mercati. L’Ue è spesso criticata perché crea troppa burocrazia per cittadini e aziende: ridurre l’onere amministrativo sarà una priorità“. La sicurezza resta la priorità. “Se confermata, – ha spiegato la commissaria – proporrò nei primi 100 giorni insieme al commissario alla Salute un piano d’azione sulla cybersicurezza di ospedali e fornitori di servizi ospedalieri. È importante che le tecnologie che sviluppiamo come quelle quantiche non vengano utilizzate contro di noi, per questo dobbiamo contrastare la fuoriuscita verso Paesi pericolosi. Dobbiamo garantire che la sicurezza delle nostre comunicazioni dei cloud e dei dispositivi connessi siano nelle mani di venditori e commercianti affidabili: farò proposte anche per aumentare la sicurezza dei cavi sottomarini“.
Sicurezza significa anche il rispetto delle regole europee con particolare attenzione alla legge sui mercati digitali (DMA – Digital Markets Act) e quella sui servizi digitali (DSA – Digital Services Act) “indipendentemente dalle possibili pressioni e minacce degli Stati Uniti e della sua nuova amministrazione“. Il commento di Virkkuken si riferisce non troppo velatamente anche al patron di Tesla e X, Elon Musk.
Parlando delle limitazioni all’utilizzo delle apparecchiature per le telecomunicazioni da parte di aziende cinesi, che sono obbligati a condividere i dettagli delle loro attività con Pechino, la Commissaria lamenta la scarsità di esperti in cybersecurity e di regolamentazione adeguata, sottolineando poi come “il 42% degli europei che usa il 5G si affida a una comunicazione che è trasmessa da apparecchiature radio di fornitori ad alto rischio. Solo 12 Stati membri hanno imposto obblighi ai fornitori per ridurre livello di rischio e non fare più affidamento sui fornitori ad alto rischio. Gli Stati non hanno preso sul serio la questione e lo farò presente quando l’anno prossimo affronteremo la revisione della normativa del Cybersecurity Act“.
Parlando di banda ultralarga in Italia, dal confronto tra Open Fiber e gli amministratori locali è emerso che la copertura in fibra FTTH (Fiber the Home) è abbastanza diffusa ma spesso gli utenti non sono a conoscenza di poter usufruire di una connessione ad alta velocità. Allo stesso tempo però si studiano soluzione innovative come la sperimentazione per la fibra fino a 100 Gbps iniziata nei giorni scorsi da Open Fiber nella sua sede di Roma.
Nel frattempo la candidata spagnola al ruolo di vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, Teresa Ribera Rodríguez, nella sua audizione al Parlamento ha annunciato l’impegno a una riforma della politica di concorrenza comunitaria per renderla più facilmente applicabile. L’obiettivo è anche quello di semplificare le norme per gli aiuti di Stato e frenare le acquisizioni che impediscono l’innovazione nelle telecomunicazioni.
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