Aiuti alle famiglie con ISEE basso: dal bonus 600 euro a tutti gli aiuti per Coronavirus

La crisi sanitaria è ancora in piena evoluzione e quella economica si va intensificando con il passare dei giorni. La chiusura delle attività e l'isolamento forzato necessari per contenere il contagio da Covid-19 stanno provando le famiglie e le imprese, ecco quali sono gli aiuti per i cittadini con un ISEE basso

Aiuti alle famiglie con ISEE basso: dal bonus 600 euro a tutti gli aiuti per Coronavirus

I numeri del contagio rallentano ma si invitati ancora ad una grande prudenza per non vanificare gli sforzi fatti finora. I ricoverati in terapia intensiva sono stati circa 80 in meno rispetto al 5 Aprile, sono stati 3.898. Il numero di contagiati complessivo è di 132.547 secondo l’ultimo aggiornamento della Protezione civile.

Ad essere incoraggianti sono i numeri sulla diffusione del contagio, negli ultimi giorni sembra che il trend di aumento dei malati stia calando. Ieri sono cresciuti solo di 700 unità rispetto al 5 Aprile, sono stati 3.599. Le vittime sono ad oggi 16.523. Crescono però le persone dichiarate guarite, hanno raggiunto le 22.837 unità con una crescita di 1000 persone rispetto al giorno precedente.

Anche se questi dati sono positivi devono essere un incentivo a continuare a rispettare le restrizioni. Sarebbe sbagliato secondo numerosi esperti e per il Comitato scientifico per l’emergenza sanitaria allentare adesso le misure adottate per il contenimento di contagi.

Le misure economiche per i cittadini in difficoltà

In questo contesto però si teme che oltre all’emergenza sanitaria il Paese si trovi anche ad affrontare una  profonda crisi economica. In molti stanno già attingendo ai propri risparmi e stanno svuotando i conti correnti per affrontare questi mesi difficili. Per questo il Governo e le Regioni si sono attivate per sostenere le famiglie e i cittadini con ISEE basso con degli aiuti economici.

Uno dei contributi che più hanno fatto discutere è senza dubbio quello destinato alle P.IVA e ai lavoratori autonomi. I 600 euro che i liberi professionisti possono richiedere tramite il sito dell’INPS. Questo aiuto è destinato ad una categoria ben precisa di cittadini

Questa misura può essere richiesta con il PIN ordinario e semplificato (che può essere richiesto con una procedura speciale all’istituto di Previdenza).  In alternativa si può avviare la domanda telematica accedendo con lo SPID di 2° livello, l’identificativo digitale di Poste italiane, con la carta elettronica o con la Carta nazionale dei servizi.

Per coloro che non hanno accesso a nessuna di queste identità digitali e verificate si può richiedere il bonus anche tramite il centralino, il servizio è disponibile chiamando il numero verde 803.164 per chi telefona da fisso o lo 06.164.164 per i mobili.

A chi spetta il bonus da 600 euro

I requisiti d’accesso  sono molto precisi ed ecco quali sono i parametri per le diverse categorie. Le partite Iva dovranno risultare attive in data 23 Febbraio 2020, i professionisti potranno inoltrare la richiesta anche se parte di studi associati o di società. In ogni caso si dovrà essere iscritti  alla gestione separata dell’INPS.

Il contributo sarà attivabile da lavoratori con contratti co.co.co., anche in questo caso sarà necessario che questi contribuenti abbiano un contratto attivo al 23 Febbraio 2020 e un rapporto di lavoro esclusivo. Viene anche specificato per questi lavoratori che si deve essere iscritti con versamento dell’aliquota al 34.23%.

Sono inclusi tra i beneficiari i professionisti iscritti alle Casse e agli albi di categoria. Possono fare domanda coloro che hanno un reddito inferiore a 50 mila euro e che possano dimostrare una riduzione delle attività almeno del 33% rispetto al reddito dell’anno precedente.

Anche commercianti, contadini, lavoratori stagionali (almeno 50 giorni di attività) e agenti di commercio sono inclusi tra coloro a cui spetta questo aiuto. Così come sono beneficiari gli artigiani e i lavoratori del mondo dello spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri. Sono interessati inoltre i lavoratori del settore turistico e alberghiero che possano dimostrare di aver perso un lavoro o coloro che avessero un contratto attivo al 17 Marzo.

I contributi per le famiglie a basso reddito: buoni spesa

A questo provvedimento che va a sostenere i lavoratori che abbiano subito delle perdite di lavoro o che si siano visti azzerare le entrate a causa della chiusura dell’attività ci sono degli strumenti destinati alle famiglie in difficoltà economiche. Il Governo ha stanziato 400 milioni con quote per ciascun comune, questi fondi dovranno essere destinati ai buoni spesa per coloro che si trovano in povertà assoluta e senza sostegni.

L’emergenza economica ha infatti fatto nascere anche un vero e proprio allarme alimentare. Il fondo istituito dal ministero sarà ripartito tra gli enti per l’80% in base alla densità di popolazione e la restante parte (20%, si parla quindi di circa 80 milioni di euro) sarà distribuita sulla differenza di reddito pro capite e reddito nazionale.

Le stime hanno mostrato ad esempio che a Roma saranno destinati in totale circa 15 milioni di euro per i buoni pasti, Napoli e Milano avranno tra i 7 milioni e mezzo e i 7 milioni per far fronte ai bisogni alimentari dei loro poveri e delle famiglie in forte difficoltà. Non c’è un valore automatico del buono spesa, ogni comune dovrà tenere conto del numero di persone del nucleo familiare e anche delle persone da aiutare.

Per quanto è stato spiegato da Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’ANCI, e da Matteo Ricci, vicepresidente dell’Associazione nazionale dei comuni i voucher dovrebbero avere un valore tra i 200 e i 300 euro. Si tratta di un buono spesa che dovrebbe andare a coprire il fabbisogno per 15/20 giorni.

Sono anche state sospesi i pagamenti dei tributi (rifiuti, canoni d’affitto delle proprietà degli enti) e ogni Regione sta provvedendo anche con dei propri piani di sostentamento. Ecco quali sono i principali contributi per aiutare le famiglie a basso reddito.

Gli aiuti per coronavirus Regione per Regione

In Abruzzo ad esempio le misure adottate per il sostegno alle famiglie prevedono:

  • la sospensione dei tributi e dei canoni degli immobili comunali, anche quelli delle ATER (case popolari)
  • 5 milioni per il fondo che andrà ad aiutare con buoni pasto e altri aiuti le famiglie (si stima che il contributo massimo per un nucleo possa arrivare a 1000 euro)

 In Basilicata è stato già istituito un Fondo Social Card Covid-19, questo fondo sarà a disposizione dei comuni lucani per sostenere le famiglie in difficoltà economica e sociale per l’emergenza sanitaria. I requisiti per accedere al contributo sono l’assenza di reddito al 1° Gennaio 2020, stato di bisogno accertato dai servizi sociali, non essere beneficiari di altri aiuti e avere la residenza nel comune o un permesso di soggiorno valido.

Il contributo massimo a famiglia sarà di 800 euro che potranno essere usati sotto forma di buoni spesa per l’acquisto di beni necessari, per pagare le utenze domestiche, oppure anche in formato di aiuti acquistati dal comune e distribuiti alle persone.

In Campania si parla anche di un fondo di 7 milioni per sostenere le famiglie con figli minori di 15 anni. Sono state sospese le scadenze fiscali di:

  •  bollo auto, IRBA, IRESA, ARISGAN, TSDD e Tassa abilitazione professionale
  • in blocco anche le operazioni di ingiunzioni con scadenze comprese tra il 31 Marzo e il 31 Maggio che vengono rateizzate e riprogrammate

L’Emilia-Romagna sul versante specifico oltre alla sospensione dei tributi e dei sostegni del Fondo per i buoni spesa ha concentrato una parte di finanziamento sull’abbattimento delle spese per i nidi per le famiglie pagando le rette ai Comuni. Inoltre ha previsto di aiutare i senza fissa dimora con un Fondo da 1.7 milioni di euro. Anche il Friuli Venezia Giulia ha concentrato molti sforzi economici per azzerare il peso delle rette degli asili sui suoi cittadini e sul posticipo dell’IRAP al 30 Settembre.

Il Lazio ha annunciato piani per il sostegno alle famiglie per 66 milioni tra le misura ci sono dei contributi per aiutare nel pagamento di affitti e contratti di locazione di privati e commercianti.  Alle famiglie che hanno subito una riduzione del 50% del reddito tra il 23 febbraio e il 31 maggio (rispetto al 2019) saranno destinati 22 milioni per contributi. Alle attività di artigiani ed esercenti sarà erogato un piano di aiuti da 23 milioni di euro per contributi per il pagamento degli affitti.

C’è poi il pacchetto spesa che prevede un fondo da 20 milioni di euro che saranno spesi per buoni alimentari, pacchi di beni di prima necessità e acquisto medicinali. A questi si aggiungono poi i fondi che arriveranno dai 400 milioni stanziati dallo Stato, per il Lazio dovrebbero essere circa 40 milioni. La Regione ha attivato un servizio di consegne a domicilio gratuite per le persone anziane e non autosufficienti. Sono sospesi i pagamenti delle tasse automobilistiche, l’IRESA e l’IRBA.

La Regione Puglia ha annunciato interventi per 45 milioni di cui 11.5 milioni di euro sono destinati ai comuni per garantire dei bonus per l’acquisto di beni di prima necessità e 36 milioni di euro che andranno ad implementare il reddito di dignità 3.0, una misura per la formazione e il sostentamento delle famiglie numerose con un reddito inferiore a 20 mila euro.

Cassa integrazione e misure nazionali per imprese e lavoratori

Tutte le Regioni hanno inoltre previsto dei contributi per le imprese e per il sostegno delle Casse integrazioni e dei provvedimenti di Cig in deroga come predisposto dal Decreto Legge Cura Italia. La sospensione dei mutui e del pagamento delle rate dei finanziamenti collegati agli enti regionali. Ogni istituzioni ha integrato le misure per il supporto dei lavoratori dei settori turistici e dello spettacolo e in molti casi sono state adottate dei provvedimenti anche per poter sospendere i pagamenti dei mutui sulle prime case.

Ci sono poi delle misure straordinarie che differiscono, ad esempio Trento ha attivato una semplificazione per gli appalti, un abbattimento sulle linee di credito per le imprese del territorio. Il Piemonte ha provveduto alla velocizzazione dell’erogazione dei finanziamenti per enti e associazioni regionali per 200 milioni di euro e ha messo a disposizione delle PMI del suo territorio 54 milioni di euro.