Assicurazione: quando il danno supera il valore dell'auto che succede?

Le automobili degli italiani sono datate, infatti 37 milioni di veicoli presentano un’età superiore agli undici anni. Quando si ha un'auto vecchia ci sono molte più probabilità di essere coinvolti in un incidente stradale. È bene, dunque, sapere come comportarsi in caso di sinistro.

auto incidentate
Danno e valore dell'auto

Il numero di incidenti stradali nel nostro Paese è principalmente dovuto a errori di distrazione, mancato rispetto di precedenze o semafori, velocità eccessiva. Cosa succede nei casi in cui si fa un incidente con un’auto vecchia e il valore del danno è superiore rispetto a quello della macchina stessa? Come ci si comporta nel caso in cui l'assicurazione auto non volesse pagare il risarcimento per un danno che è superiore al valore dell’auto, ma proponesse di effettuare un rimborso che equivale al valore della vettura prima dell’incidente?

Si tratta di una situazione molto comune: ecco cosa bisogna sapere e come comportarsi in simili evenienze.

Cosa si intende per risarcimento equivalente

Una situazione molto frequente che si verifica quando si ha un incidente stradale con una vettura che ha più di 10 anni è la seguente: l’assicurazione esegue una perizia del danno subito dalla vettura e stabilisce che la riparazione del danno è antieconomica. Il costo da sostenere sarebbe, nella pratica, superiore a quello del valore complessivo della vettura stessa.

La proposta che di solito segue è il risarcimento per equivalente, cioè un rimborso pari al valore della vettura prima del sinistro. La propria RC Auto non prevederà, quindi, il classico risarcimento in forma specifica, che corrisponde alla cifra necessaria per riparare la macchina in questione, perché tale riparazione non sarebbe conveniente dal punto di vista economico.

In questi casi, il risarcimento per equivalente può risultare una scelta valida, soprattutto per coloro i quali erano in possesso di un’auto che versava già in cattive condizioni: la somma ricevuta dall’assicurazione diventerebbe l’occasione giusta per acquistare una nuova macchina.

In altri casi, invece, quando nonostante gli anni la vettura incidentata fosse ancora in buone condizioni, si potrebbe rifiutare la soluzione operata dall’assicurazione. Quale procedura si deve seguire se non si vuole accettare la proposta di risarcimento per equivalente da parte della propria compagnia assicurativa?

Ecco quali sono gli articoli del codice civile da tenere in considerazione a proposito del risarcimento per equivalente e cosa è stato stabilito negli anni dalla Cassazione e dalla Corte Suprema.

Risarcimento danno superiore al valore dell'auto: cosa dice la Legge

Secondo l’articolo 2056 del Codice Civile sulla “Valutazione dei danni” il risarcimento in seguito a un incidente deve essere valutato dal giudice in base alle circostanze del caso, secondo quanto stabilito negli articoli 1223, 1226 e 1127.

In particolare:

  • nell’articolo 1223 si legge che “il risarcimento del danno per l’inadempimento o per il ritardo deve comprendere così la perdita subita dal creditore come il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta”;
  • l’articolo 1126 recita che “se il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare, è liquidato dal giudice con valutazione equitativa”;
  • nell’articolo 1227, infine, viene stabilito che “se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno, il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa e l’entità delle conseguenze che ne sono derivate. Il risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l’ordinaria diligenza”.

In altri termini, per la legge chi subisce un danno ha diritto a ricevere un rimborso pari alla perdita che ha subito, ma tale risarcimento non deve essere in alcun modo una fonte di arricchimento per la persona che deve essere assicurata.

Di conseguenza, in virtù dell’antieconomicità del risarcimento del danno superiore al valore di un’auto, il rimborso per equivalente viene inteso dalla legge come strumento per evitare le truffe ai danni dall’assicurazione.

Risarcimento danno per equivalente: cosa ha stabilito la Cassazione

In base a quanto stabilito dalla Cassazione “la domanda di risarcimento di un danno subito da un veicolo a seguito di incidente stradale, quando abbia ad oggetto la somma necessaria per effettuare la riparazione del danno deve considerarsi come richiesta di risarcimento in forma specifica, con conseguente potere del giudice di rigettare la domanda e di condannare il danneggiante al [solo] risarcimento per equivalente, ossia alla corresponsione di una somma pari alla differenza di valore del bene prima e dopo la lesione, allorquando il costo delle riparazioni superi notevolmente il valore di mercato del veicolo”.

Risarcimento danno per equivalente: cosa ha stabilito la Corte Suprema

In base a quanto pronunciato dalla Corte Suprema “in caso di domanda di risarcimento del danno subito da un veicolo a seguito di incidente stradale, costituita dalla somma di denaro necessaria per effettuare la riparazione dei danni, in effetti si è proposta una domanda di risarcimento in forma specifica. Se detta somma supera notevolmente il valore di mercato dell’auto, da una parte essa risulta eccessivamente onerosa per il debitore danneggiante, e dall’altra finisce per costituire un arricchimento, un lucro per il danneggiato. Ne consegue che, in caso di notevole differenza tra il valore commerciale del veicolo incidentato e il costo richiesto delle riparazioni necessarie, il giudice potrà condannare il danneggiante (e, in caso di azione diretta, l’assicuratore) al risarcimento del danno per equivalente.

Confronta le RC auto e risparmia Fai subito un preventivo

Come si contrasta una proposta di risarcimento per equivalente

Nel caso in cui non si fosse d’accordo rispetto alla proposta di risarcimento per equivalente, è possibile rifiutarsi e portare il proprio caso in Tribunale. Nonostante per legge dovrebbe valere l’applicazione del risarcimento per equivalente, è al giudice che spetta la decisione finale.

Sono difatti presenti diverse sentenze nelle quali è stata data ragione all’assicurato: quest’ultimo ha così ricevuto dalla propria assicurazione il risarcimento in forma specifica, che corrisponde esattamente al valore del danno, anche nel caso in cui fosse superiore al valore dell’automobile.

Oltre alla valutazione dei costi del danno, il giudice potrà stabilire:

  • l’ammontare delle spese di immatricolazione di una nuova macchina;
  • le spese previste per un eventuale passaggio di proprietà;
  • i costi per la demolizione della vettura che ha subito il danno e quelli per il trasporto dal demolitore;
  • le spese relative al fermo per il reperimento di una nuova vettura.

Nel decidere se concedere all’assicurato il rimborso in forma specifica, o la somma totale necessaria per la riparazione della vettura, il giudice potrà prendere in considerazione altri fattori quali:

  • le condizioni dell’auto prima dell’incidente;
  • la necessità da parte del danneggiato di possedere un’auto per motivi lavorativi;
  • la semplicità nel riuscire a reperire sul mercato un’auto simile a quella danneggiata.

Risarcimento danno superiore al valore dell’auto: è possibile farsi rimborsare da chi ha commesso l’incidente?

A prescindere da quali siano le condizioni delle vetture incidentate e del relativo danno, in caso di incidente stradale non si può chiedere il rimborso direttamente alla persona che lo ha provocato, ma si deve agire contro la sua assicurazione.

L’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile automobilistica (RC Auto) prevede:

  • che gli automobilisti che hanno provocato un danno a qualcuno devono rispondere di un eventuale responsabilità penale, ma non del risarcimento del danno;
  • che tale risarcimento spetta, dal punto di vista civilistico, all’assicurazione;
  • che il danneggiato possa agire direttamente nei confronti dell’assicurazione del responsabile dell’incidente.

In base alle disposizioni più recenti introdotte dalla legge, in caso di incidente esiste il cosiddetto indennizzo diretto: chi subisce un danno può inoltrare richiesta di risarcimento direttamente alla propria compagnia assicurativa, e non a quella del soggetto che lo ha provocato.

di Redazione SOSTariffe.it

Domande correlate