La tassa sui rifiuti in Italia è cambiata in questi ultimi 4 anni, passando dalla TARSU alla TIA e poi dalla TARES all’attuale TARI. In ogni caso, il passaggio di una tassa all’altra ha comportato un aggravio sulla pressione fiscale delle famiglie. In effetti, dal 2010 al 2014 la tassa sui rifiuti è aumentata del 22% per una famiglia di 3 persone, secondo denuncia Federconsumatori.
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Chi paga la TARI?
La TARI va pagata completamente da chi occupa a qualsiasi titolo l’immobile, perché è colui che produce i rifiuti. E’ escluso dal pagamento della TARI il detentore per meno di 6 mesi nel corso dello stesso anno solare; in quel caso la TARI spetta al possessore dell’immobile.
Sono esenti anche le superfici che producono rifiuti speciali e le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali non detenute o occupate in via esclusiva.
Sono previste esenzioni che variano però da comune a comune. Ad esempio, c’è uno sconto dal 10% fino al 50-70% dell’importo dovuto, fino alla completa esenzione calcolate a partire dall’ISEE o sulla base del minimo INPS, a seconda del Comune.
Le agevolazioni più applicate sono quelle per le famiglie a basso reddito, famiglie mononucleari, con disabili o invalidi civili a carico e per i cittadini in cassa integrazione o in mobilità. Ci sono anche agevolazioni che incentivano la raccolta differenziata, applicate dal 62% delle amministrazioni comunali.
Quanto si paga con la TARI?
La base imponibile della TARI è individuata nella superficie calpestabile delle unità immobiliari iscritte nel catasto, ed è pari all’80% di quella catastale. Oltre alle dimensioni dell’immobile, nel calcolo TARI va considerato anche il numero di persone che ci risiedono.
Il problema è che i Comuni possono applicare coefficienti per la determinazione della TARI superiori o inferiori del 50% rispetto al metodo normalizzato, ovvero il totale dei criteri e delle condizioni che vanno rispettati per la determinazione della TARI da parte degli enti locali. I Comuni poi applicano criteri diversi a seconda della superficie e del numero di occupanti dell’immobile.
Così, la tariffazione e le modalità di applicazione variano molto da comune a comune, senza un criterio equo e uniforme in tutta Italia.
Quando si paga la TARI?
Anche in materia di scadenze non c’è uniformità. In effetti, la TARI va pagata secondo il numero di rate e le scadenze decise da ogni Comune, che è tenuto a offrire ai cittadini la possibilità di pagare in due rate a scadenza semestrale. In genere è anche ammesso il pagamento in unica soluzione entro il 16 giugno di ogni anno.
Sono molti i Comuni che hanno optato per uno schema a 4 rate, e un conguaglio il 30 novembre, al termine del versamento degli acconti.
Regolamento unico in arrivo?
A giugno 2016 possiamo soltanto dire che vi è una bozza di regolamento unico per il pagamento della TARI, con criteri di tariffazione unica in tutto lo Stivale, che dipenderanno dalla grandezza dell’immobile e dall’effettiva produzione di rifiuti indifferenziati.
Secondo quanto riferito dal Governo, il Regolamento prevedrebbe inoltre dei criteri di misurazione dei rifiuti, tramite la pesatura o il sistema di svuotamento “vuoto per pieno” collegando i volumi ai kg prodotti.
Vi terremmo aggiornati su questo argomento.
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