Stando a quanto spiega la Federazione dell’Industria musicale italiana, la crescita sarebbe trainata principalmente dai servizi di streaming via Internet mobile e fisso come TIM Music, Google Play, Spotify, Deezer, YouTube e Vevo. Servizi che secondo quanto precisa l’Ifpi digital music report, nel 2014 hanno registrato un vero e proprio boom, con un incremento dell’80% su base annua.
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In particolare, i servizi sostenuti da pubblicità sarebbero cresciuti dell’84%, mentre quelli in abbonamento sarebbero aumentati dell’82%. Alla fine, oggi lo streaming rappresenta ben il 57% del digitale, contro il 43% dei download, scesi del 15% nel corso del 2014. Nel 2013 lo streaming rappresentava altresì il 12% del totale mercato, 10 punti percentuali in meno rispetto a quanto non avvenga oggi.
È da rilevare – si legge ulteriormente nella nota della Fimi – il rallentamento del caso del supporto fisico che rappresenta comunque il 62% del mercato. In tale contesto va segnalata la costante crescita del vinile, cresciuto dell’84%, sebbene rappresenti comunque un fenomeno di nicchia con il 3% del mercato.