Un’abitudine molto pericolosa
A tutti capita prima o poi di trovarsi dietro a un guidatore distratto, che con l’auto segue una traiettoria barcollante, rischia di investire un pedone, inchioda al semaforo rosso da mezzo minuto per poi constatare, quando ci affianchiamo, che il guidatore in questione è completamente concentrato sullo smartphone che ha in mano, intento a organizzare l’aperitivo serale su WhatsApp. A volte siamo addirittura noi quel guidatore. Un comportamento irresponsabile, rischioso e che dovrebbe essere punito severamente, ma tanto inveterato da passare inosservato il più delle volte.
Com’è noto, c’è un solo modo per levarci una brutta abitudine: colpirci nel portafoglio. In particolare con l’assicurazione auto, visto che sempre più compagnie sono alla ricerca di strumenti in grado di valutare con attenzione la condotta di chi è alla guida e di rimodulare il premio della polizza a seconda che ci si comporti con prudenza oppure che si rappresenti un serio pericolo per chiunque sia in strada.
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L’idea di Arity: chi usa lo smartphone paga di più
Arity è l’azienda statunitense che potrebbe trasformare tutto questo in realtà, con un’app in grado di sfruttare i sensori dello smartphone (accelerometro e giroscopio) per verificare se l’automobilista stia utilizzando o meno il dispositivo, se questo sia fermo oppure tenuto in mano, quali app vengono aperte e così via. In questo modo, chi riesce a rimanere lontano dal cellulare mentre guida potrà avere significativi sconti sulla polizza auto, mentre cifre ben più salate dovrà pagare chi non può fare a meno di controllare ogni singola notifica spunti sullo schermo.
Arity ha mostrato numeri preoccupanti, anche se purtroppo non sorprendenti: in particolare, i conducenti indisciplinati costano il 160% in più alle compagnie assicurative rispetto a quelli che rispettano il Codice della Strada. Secondo il CEO Gary Hallgren, «le persone possono essere incoraggiate e crediamo che guidando in modo meno aggressivo, usando meno il telefono, ci siano possibilità non solo per un canone assicurativo più accurato e legato alle scelte effettuate, ma più controllo per i guidatori stessi».
D’altro canto, chi utilizzerà l’app dovrà farlo su base volontaria, perché – almeno in USA – non si può rendere obbligatorio il download di un programma per questi scopi; ma se comincerà a farlo qualcuno con l’obiettivo di dimostrare la sua buona condotta e risparmiare qualcosa, probabilmente molti altri lo seguiranno. Si spera.