In particolare, la società sudcoreana ha affermato di prevedere per il quarto periodo dell’anno fiscale un utile operativo di 6.100 miliardi di won (pari, al cambio attuale, a 5,1 miliardi di dollari), sotto i 6.500 miliardi di won che erano stati stimati dagli analisti. Il dato manifesta sì un incremento del 15,3 per cento rispetto a quanto era stato riscontrato nello stesso periodo dell’anno precedente, ma altresì in calo del 17,5 per cento rispetto al trimestre precedente.
Gli analisti hanno accolto tali dati preliminari (quelli definitivi si avranno solamente alla fine del mese di gennaio) con un pò di diffidenza. È ancora negli occhi quel che accadde nello scorso anno, quando la società perse 8 miliardi di dollari di capitalizzazione a causa dell’accoglienza non proprio entusiasta riservata al Galaxy S6. La concorrenza esercitata da Apple, Huawei, Xiaomi & co. è sempre più pressante, e le prestazioni aleatorie in Cina e nei mercati emergenti (dove la domanda per device di telefonia mobile inizia a manifestare un po’ di stanchezza) non sembrano rassicurare pienamente gli stakeholders.
Insomma, anche alla luce di questo scenario in corso di ulteriore evoluzione, dalle parti di Samsung sembrano aver compreso bene che qualcosa deve cambiare, a livello strategico. E di fatti, al fine di rilanciare le aspettative della compagnia, l’amministratore delegato B.K. Yoon ha annunciato di voler aumentare le acquisizioni e lavorare in modo più intenso con le start up, anche statunitensi.
Un cambio strategico che sembra essere stato gradito agli osservatori presenti al CES di Las Vegas, dove il top manager dell’azienda sudcoreana ha rinnovato le proprie intenzioni, ma che probabilmente non avrà effetti nel brevissimo termine. Quando, in altri termini, Samsung dovrà fronteggiare il rallentamento della crescita di alcuni mercati focali per i propri business. Una domanda in calo potrebbe penalizzare oltre modo i conti di Samsung, i cui risultati 2016 potrebbero allontanarsi in misura rilevante da quelli sperimentati nel 2015.