La Delibera 582/2015/R/EEL dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) introduce l’ultima riforma tariffe elettriche che interessa circa 30 milioni di consumatori domestici, tanto in maggior tutela come nel mercato libero, e riguarda soltanto la prima abitazione ovvero quella dove il cliente ha la residenza. La riforma va a modificare due componenti tariffarie: i servizi di rete e gli oneri di sistema.
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Servizi di rete e oneri di sistema: di cosa parliamo?
Per “servizi di rete” si intende quella componente della bolletta elettrica (leggi il nostro articolo su come leggere la bolletta della luce con i dettagli sulle voci di spesa per saperne di più) che include i costi per il trasporto dell’energia elettrica dagli impianti di generazione alla rete di distribuzione locale, nonché la distribuzione locale (il trasporto sino alle abitazioni) e la misura, ovvero le attività di lettura dei contatori e rilevazione dei consumi.
I più polemici oneri generali di sistema, comprendono i sussidi a beneficio di determinate attività o altri soggetti, non necessariamente appartenenti al settore energetico, come ad esempio i sussidi alle rinnovabili o il supporto alla dismissione del nucleare.
Queste componenti tariffarie sono aggiornate periodicamente dall’Autorità e i loro valori sono identici sia per i consumatori in maggior tutela come per quelli sul mercato libero. Le condizioni sono diverse invece fra consumatori residenti e non residenti, e per quelli con potenza installata superiore o uguale a 3 kW.
Che significa che le tariffe siano progressive?
La riforma energetica mira a eliminare la progressività delle tariffe: di cosa si parla? Per capire bisogna innanzitutto conoscere la composizione delle due componenti tariffarie che vengono modificate dall’ultima delibera AEEGSI.
La tariffa per i servizi di rete include una quota energia (c€/kWh, centesimi di euro per kilowattora per anno), una quota fissa (€/anno), e la potenza, ovvero un ammontare (€/kW/anno) da moltiplicare per i kW di potenza impegnata (quest’ultima è solitamente 3 kW per le famiglie residenti; questo valore è consultabile in bolletta).
La tariffa a copertura degli oneri generali di sistema invece possiede due voci: quota energia e potenza.
La quota energia è progressiva, tanto nei servizi di rete come negli oneri di sistema: il valore unitario (c€\kWh) cresce, in misura più che proporzionale, all’aumentare i consumi di energia elettrica.
Più elettricità si consuma, quindi, più si paga: questo è la progressività delle tariffe che la riforma eliminerà, come vediamo di seguito.
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Riforma tariffe elettriche: cosa cambia?
La riforma appena avviata dall’AEEGSI punta a superare la progressività tariffaria, ma gradualmente e nell’arco di due anni, attraverso questi interventi:
Dal 1° gennaio 2016, si interviene sui servizi di rete di consumatori residenti e non residenti:
- viene eliminata la progressività della quota energia (c€/kWh);
- cambiano le voci di spesa, che passano da tre a due: i costi di misura, commercializzazione e distribuzione saranno coperti in quota fissa pro-cliente (€/anno) e in quota potenza (€/kW/anno) che, d’altronde, aumenteranno;
- la remunerazione dei costi per i servizi di trasmissione, che è la componente più pesante dei servizi di rete, si pagherà solo in una voce, la quota energia (c€/kWh).
Dal 1° gennaio 2017 si interviene sugli oneri generali di sistema, solo sui consumatori residenti:
- vengono limitati a due il numero di scaglioni di consumo;
- viene eliminata la progressività della quota energia (c€/kWh).
La tariffa per gli oneri generali di sistema dei consumatori non residenti rimane identica.
Perché la riforma tariffaria? Per usare più elettricità e meno fonti non rinnovabili.
Sono molti i motivi che hanno spinto l’Autorità a riformare l’attuale sistema tariffario, che risale agli anni ’70. Fra i principali c’è la promozione della cosiddetta elettrificazione dei consumi: usare più elettricità e meno fonti non rinnovabili. La riforma premia chi sceglie tecnologie più efficienti come le pompe di calore, le auto elettriche o le piastre a induzione, che attualmente presentano costi di consumo troppo elevati giustamente per colpa della progressività della tariffa.
Grazie alla riforma ai consumatore converrà sostituire gli impianti di gas o GLP (che sono non rinnovabili) con energia elettrica, aumentando la potenza installata nell’abitazione senza essere penalizzato.
L’AEEGSI ha eliminato anche i costi per l’aumento della potenza installata (oggi 30 euro), seppur in maniera transitoria. Prevista anche una maggiore granularità nei livelli di potenza tra cui il consumatore potrà scegliere.
All’aumentare i consumi, l’incidenza di quota fissa e potenza delle componente tariffarie si ridurrà.
Senza progressività e altri fattori esterni (sussidi, imposte, etc) le bollette diventano più trasparenti e facili da capire, con un importo sempre più legato al costo effettivo per kWh consumato. Così l’Autorità vuole incoraggiare i consumatori a partecipare al mercato energetico in maniera più stretta.
Infine, queste modifiche potrebbero avere un forte impatto per quel che riguarda l‘innovazione e il risparmio energetico, perciò bisognerebbe valutare bene alcune misure (ad esempio l’introduzione del Canone Rai in bolletta) che possono indebolire l’efficacia della riforma.
Mercato libero: prezzi più bassi e maggior convenienza
Con il mercato libero dell’energia, ricordiamo, i prezzi per l’energia elettrica e il gas sono più bassi, perché le società adeguano sempre le loro proposte ai fini di coinvolgere più utenti. Attualmente è possibile risparmiare fino a un 15% sulla bolletta della luce e un 9% sul gas, ogni anno, semplicemente scegliendo la tariffa gas e luce più adeguata alle proprie esigenze.
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