Cosa fare in caso di bolletta troppo alta
Non sempre gli operatori nel settore dell’energia elettrica e del gas sono infallibili: sviste, calcoli sbagliati, problemi nel funzionamento dei contatori possono portare infatti a bollette errate, con una richiesta di pagamento più alta del dovuto. In tutti questi casi e altri ancora (a esempio, quando gli elettrodomestici si rompono in seguito a un black out dovuto al fornitore) l’utente ha la possibilità di rifarsi chiedendo il risarcimento tramite reclamo, ma la procedura non è immediata.
Quando si può effettuare il reclamo e come farlo
Innanzitutto è possibile fare reclamo relativamente alla bolletta di un’offerta energia o gas quando viene richiesto il pagamento di una fattura già saldata, vengono addebitati in bolletta dei servizi non utilizzati o viene richiesto di pagare una somma maggiore rispetto a quella dovuta.
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Per effettuare il reclamo, è possibile sia utilizzare i moduli che si trovano online nel sito dell’operatore sia con una lettera in forma libera che indichi tutti i dati da segnalare, tra cui il POD, gli estremi della bolletta, del richiedente e del destinatario. La lettera va inviata tramite fax, PEC o raccomanda con ricevuta di ritorno. Quando il fornitore non corregge l’errore è possibile rivolgersi direttamente all’Autorità Garante dell’Energia o fare ricorso al giudice di pace.
Quando scade il diritto al rimborso
Attenzione perché il diritto al rimborso per importi versati superiori a quanto dovuto si prescrive entro 5 anni. Entro questo lasso di tempo, l’operatore, una volta avuta la conferma dell’importo errato, è tenuto a rettificare entro 90 giorni la fattura e procedere al rimborso (sulla bolletta, tramite bonifico o con assegno).
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