E’ la novità del momento: l’orologio da polso con le stesso funzioni di un computer, o meglio, di uno smartphone. Si chiama smartwatch, un dispositivo molto in voga fra i giovani (ma anche fra i meno giovani) molto utile perché consente di rispondere a chiamate e di inviare messaggi WhatsApp senza troppa fatica. Come ogni tecnologia “connessa” però, anche lo smartwatch può essere preso di mira da virus e hacker in grado di trafugare dati sensibili come il pin del bancomat: lo dimostra l’ultima applicazione creata da uno studente dell’Università di Copenhagen.
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Pin del bancomat e smartwatch: attenzione alle applicazioni
Tony Beltramelli, uno studente di origine italiana iscritto all’Univeristà di Copenhagen, ha presentato alla sua tesi di laurea una nuova applicazione per dispositivi mobili che ha già destato preoccupazione in tutto il Mondo, specialmente fra i possessori di smartwatch. L’APP realizzata da Beltramelli riesce a decifrare i movimenti della mano mentre si digita il pin del Bancomat sulla tastiera dell’orologio smart. La rivoluzionaria applicazione si basa su di un algoritmo di tecnologia estremamente avanzata, che può tradurre i dati forniti dai sensori dello smartwatch, quindi comunicarli via Bluetooth con uno smartphone Android, che a sua volta trasferisce i dati su un server remoto.
Come proteggere la carta di credito
Come proteggere la carta di credito in questi casi? E’ bene sapere che l’APP proveniente da Copenhagen è in grado di dedurre anche dalla pressione dei tasti quali numeri o cifre sono state digitate. Il primo strumento di protezione è evitare di scaricare sui propri dispositivi applicazioni o programmi privi di certificato, insoliti, sconosciuti e poco affidabili. Ivan Giacomelli dell’associazione di consumatori Codici, consiglia anche di spostare lo smartwatch sul braccio opposto per far sì che la pressione sui tasti sia diversa dal solito.
Valgono inoltre tutte le buone norme di sicurezza inerenti l’uso delle carte di credito, tra cui:
- cambiare spesso password;
- non creare la password con serie numeriche semplici (ex. 123 o 000 etc etc…) o elementi come data di nascita e riferimenti ad informazioni facilmente reperibili dagli hacker;
- creare password diverse per l’accesso a diversi servizi (1 pin Bancomat per lo smartwatch; una password per l’email, una diversa per Facebook e così via);
- mai annotare la password in modo tale da metterla facilmente in disponibilità a terzi.
Diverse banche (anche nelle versioni online) utilizzano sistemi di protezione molto avanzati per tenere al sicuro i dati sensibili da hacker e virus. E’ in uso fra gli istituto di nuova generazione, fornire al cliente utilissime chiavette che generano diverse password monouso, di modo che, di volta in volta, i dati d’accesso risultino diversi.
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