Patrimoniale sui conti correnti: le novità del mese

La patrimoniale sui conti correnti è una particolare imposta che, ciclicamente, torna a far parte dell'attualità politica italiana. In molti, infatti, ritengono che una patrimoniale possa rappresentare una soluzione fiscale valida per risolvere i problemi economici dei bilanci pubblici. In tempi di pandemia, è inevitabile, il tema della patrimoniale è tornato ad essere estremamente attuale. Ecco quali sono le ultime novità del mese sulla patrimoniale sui conti correnti e tutto quello che c'è da sapere su questa particolare tipologia di imposta.

Patrimoniale sui conti correnti: le novità del mese

La pandemia ha avviato una crisi economica che non accenna a diminuire di intensità. In attesa di scoprire quali saranno le scelte del Governo sul Recovery Fund e i relativi effetti sull’economia reale del Paese, da alcuni mesi le cronache politiche nazionali sono tornate a trattare l’argomento della patrimoniale sui conti correnti. Si tratta di un tema ricorrente che spesso viene proposto come possibile soluzione durante un periodo di emergenza economica come quello che stiamo vivendo.

Ecco gli ultimi aggiornamenti sulla patrimoniale.

Sta arrivando una patrimoniale sui conti correnti?

Il tema di una nuova patrimoniale è emerso nelle ultime settimane dello scorso anno. In Parlamento è arrivato, infatti, un emendamento alla Manovra finanziaria per inserire un prelievo progressivo sui grandi patrimoni. In particolare, la proposta puntava all’inserimento di un’aliquota progressiva riservata ai patrimoni di valore superiore ai 500 mila euro.

L’aliquota “base” di questa proposta di patrimoniale per il 2021 sarebbe stata dello 0.2%. Trattandosi di una soluzione di tipo progressivo, la percentuale del prelievo aumenterebbe all’aumentare del valore del patrimonio fino ad arrivare al 2% per i patrimonio oltre i 50 milioni di euro. A completare questa proposta di legge, inoltre, c’era anche un prelievo al 3% una tantum (per il solo 2021) per i patrimoni superiori a 1 miliardo di euro.

A completare i dettagli di questa proposta c’erano anche l’abolizione dell’IMU e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli. Tali tasse, attualmente previste dalla normativa, sarebbero state sostituite dal prelievo sui grandi patrimoni. Nelle stime dei firmatari dell’emendamento, Nicola Fratorianni (Sinistra Italiana – LeU) e Matteo Orfini (PD), ci sarebbe stata la possibilità per lo Stato di incassare fino a 18 miliardi di euro. Secondo altri osservatori, considerando l’abolizione dell’IMU, l’introito per lo Stato sarebbe stato nettamente inferiore.

Tale proposta, che ha riacceso l’attenzione sul tema della patrimoniale, è rimasta tale. Attualmente, quindi, non è in arrivo una nuova patrimoniale sui conti correnti degli italiani. Nell’agenda di Governo, inoltre, non sono previsti (per ora) interventi sui grandi patrimoni che esulano l’attuale contesto normativo in materia di fiscalità. Il tema di una nuova patrimoniale potrebbe, in ogni caso, tornare d’attualità nei prossimi mesi, con la prossima Manovra, anche in relazione all’andamento della pandemia e della relativa crisi economica.

Di certo, per il momento, non sono in programma dei prelievi diretti sul conto corrente per i risparmiatori italiani. L’argomento resterà, inevitabilmente, un tema di prima pagina delle cronache politiche italiane. La patrimoniale, infatti, viene spesso vista come uno strumento di “giustizia sociale”, in grado di riequilibrare le differenze economiche e di fornire un sostegno extra al Bilancio dello Stato.

Le patrimoniali in Italia

L’utilizzo di una patrimoniale non è certo una novità in Italia. Nella prima metà del secolo scorso, per via delle guerre, lo Stato italiano è intervento in diverse occasioni con delle vere e proprie patrimoniali, anche dopo la nascita della Repubblica con l’Imposta straordinaria per la ricostruzione introdotta nel 1947 ad esempio. Da ricordare anche il prelievo del 6 per mille sui conti correnti voluto dal Governo Amato nel 1992.

In ogni caso, le “patrimoniali” già attive in Italia sono diverse, anche se celate sotto altri nomi. Sul tema si segnala lo studio della Cgia di Mestre che, nel 2018, evidenziò come le imposte sul patrimonio garantiscono un gettito allo Stato di oltre 45 miliardi di euro all’anno. Tra le principali “patrimoniali” con cui gli italiani devono fare i conti ci sono le imposte sugli immobili che, sempre secondo l’indagine del 2018 della Cgia di Mestre, hanno garantito allo Stato italiano almeno 21 miliardi di euro all’anno.

C’è poi da considerare il bollo auto, la discussa tassa di possesso sui veicoli, che arricchisce le casse delle Regioni italiani di quasi 7 miliardi di euro all’anno. Non mancano poi altre imposte di bollo come quella sui conti correnti, che comporta un prelievo di 34,20 euro all’anno per le persone fisiche in caso di giacenza media superiore ai 5.000 euro, oppure sulle fatture. Complessivamente, secondo l’indagine realizzata pre-pandemia dall’ufficio studi della Cgia, per gli italiani ci sarebbero circa quindici tasse patrimoniali già attive.

Patrimoniale sui conti correnti

Nonostante l’esistenza di diverse “patrimoniali”, il tema di una patrimoniale sui conti correnti resta un argomento sempre molto discusso e temuto da una buona fetta di risparmiatori. Senza entrare negli aspetti politici della questione, è opportuno sottolineare che una patrimoniale sui conti correnti potrebbe tradursi in un prelievo forzoso in grado di colpire i risparmi custoditi sul proprio conto corrente.

Come sottolineato in precedenza, al momento non c’è motivo di temere una nuova patrimoniale sui conti correnti. Tale tassa non fa parte dell’agenda futura di Governo e non dovrebbe essere presa in considerazione in futuro. Per uscire dall’emergenza economica collegata alla pandemia, molto probabilmente, verranno utilizzate strade differenti da quelle del prelievo diretto nei conti correnti degli italiani.

I punti di vista sul prelievo forzoso sui conti correnti

La patrimoniale sui conti correnti è un tema molto dibattuto. In linea generale, su questa particolare tipologia di imposta ci sono due punti di vista ben distinti. Da una parte, infatti, la patrimoniale sui conti viene vista come un intervento di “giustizia sociale”. Durante un periodo di emergenza sanitaria, per alcuni, questo tipo di prelievo può rappresentare la soluzione giusta per aiutare chi è in difficoltà intervenendo sul patrimoni di chi, invece, non ha problemi economici. Questo punto di vista è alla base dell’emendamento presentato alla scorsa Manovra finanziaria che, come detto, fissava un prelievo per i patrimoni di valore superiore ai 500.000 euro.

La patrimoniale sui conti correnti viene considerata, da un altro punto di vista, come una tassa ingiusta in quanto va ad intervenire su di un patrimonio già tassato a monte. Ad esempio, un patrimonio generato con il proprio reddito di lavoro è, di fatto, già tassato ogni anno dallo Stato ed il denaro accumulato nel conto non è altro che quanto resta dopo tale prelievo. Un discorso simile può essere fatto anche per altre tipologie di reddito, già tassate, e che verrebbero nuovamente tassate in caso di patrimoniale.

Come difendersi dalla patrimoniale sul conto corrente

Bisogna sottolineare, in ogni caso, che i risparmiatori italiani possono difendersi da un’ipotetica patrimoniale sui conti correnti. Tale difesa è completamente legittima e non comporta la violazione di alcuna normativa vigente. Bastano, infatti, poche e semplici mosse, del tutto legali, per poter evitare un possibile prelievo forzoso dal conto corrente.

La “difesa” da una patrimoniale comporta un intervento sui risparmi custoditi nel conto corrente. Molti risparmiatori, per timore di una patrimoniale, si affrettano ad effettuare il prelievo di contanti, anche con somme consistenti. In realtà, a disposizione dei risparmiatori ci sono anche altre soluzioni.

Una prima soluzione potrebbe essere quella di evitare di depositare denaro sui conti correnti che non fruttano interessi. Chi ha una certa liquidità troverà sicuramente più vantaggioso puntare su di un conto deposito. Si tratta di uno strumento di risparmio completamente sicuro (i depositi sono garantiti fino a 100.000 euro dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi) che può garantire un certo guadagno nel corso del tempo.

Scegliendo di custodire una determinata somma di denaro in un conto deposito, infatti, sarà possibile sfruttare un tasso di interesse nettamente superiore rispetto a quello, praticamente nullo, di un conto corrente. In questo modo si otterrà un incremento del proprio patrimonio senza dover effettuare investimenti o altre operazioni rischiose. Il conto deposito è anche un ottimo strumento per difendersi dall’inflazione che, di fatto, fa svalutare una somma di denaro custodita in un conto per un lungo periodo di tempo.

Ricordiamo che per chi è in cerca di un nuovo conto deposito in grado di offrire un tasso di interesse particolarmente elevato c’è la possibilità di utilizzare il comparatore di SOStariffe.it, disponibile cliccando sul link qui di sotto, per individuare le soluzioni più vantaggiose.

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Oltre all’opzione del conto deposito, è sempre possibile incrementare il valore del proprio patrimonio scegliendo di spostare il denaro custodito sul conto corrente e che non si prevede di utilizzare verso una soluzione di investimento. Le soluzioni di investimento a disposizione dei risparmiatori sono molteplici. Si va da titoli azionari a soluzioni più tradizionali per la protezione del patrimonio come i titoli di Stato o beni materiali come l’oro. Scegliere di investire una parte del proprio patrimonio custodito nel conto corrente può essere un’ottima soluzione per evitare un prelievo forzoso collegato ad una patrimoniale sui conti.