Più tutele in arrivo, aspettando le elezioni
La disciplina delle partite IVA è sempre stata piuttosto movimenta. L’”altra metà del cielo” – quella del lavoro autonomo, insomma – non ha quasi mai avuto la stessa attenzione del lavoro dipendente, e per questo negli anni i governi hanno alternato correttivi e palliativi per rendere la gestione fiscale meno opprimente, con sollievo per il conto corrente dell’autonomo.
Dal nuovo regime dei minimi e dei superminimi fino alle semplificazioni per gli adempimenti IVA, le novità non mancano, di anno in anno, anche se non sempre soddisfano le aspettative. Vediamo qui di seguito la normativa relativa al 2018, senza contare le varie promesse che sono state fatte in campagna elettorale in vista del voto del 4 marzo (e che ovviamente potrebbero rimanere tali. Si vedrà).
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L’obbligo della fatturazione elettronica
Dal 2019 partirà l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati, ma questo comporterà dei cambiamenti anche per l’anno corrente, ad esempio per l’abolizione della scheda carburante: bisognerà quindi fare richiesta della fattura elettronica per poter poi beneficiare delle agevolazioni sui costi auto, riconosciute in futuro soltanto quanto i pagamenti sono stati effettuati con mezzi tracciabili.
Dopo l’abolizione del regime dei minimi nel 2016 (valido ancora, comunque, per chi avesse fatto richiesta prima), oggi il regime agevolato per le partite IVA è quello forfettario: in questo caso la tassazione Irpef è del 15%, senza obbligo di fatturazione elettronica e con l’esonero dal pagamento dell’IVA e dagli studi di settore.
Sempre con la Legge di Stabilità 2018 è stato allargato il meccanismo di split payment e si è sancito il rinvio all’entrata in vigore dell’Iri e degli Isa al posto degli studi di settore. In compenso, sempre da quest’anno entra in vigore il bonus pubblicità: si tratta di un credito d’imposta per professionisti e imprese che effettuano campagne pubblicitarie su stampa periodica o quotidiana, sia offline che online. L’importo è pari al 75% della quota incrementale dell’investimento rispetto all’anno precedente e del 90% della quota incrementale dell’investimento rispetto all’anno precedente nel caso di microimprese, Pmi e start-up innovative.
Inoltre sono stati prorogati il superammortamento al 130% e l’iperammortamento.
Le novità del Jobs Act
Il cosiddetto “Jobs Act del lavoro autonomo” approvato lo scorso anno ha portato ulteriori novità per le partita IVA; in particolare la maggior tutela per i pagamenti (diventano illegittime le clausole contrattuali nelle quali si stabilisce che i pagamenti verso professionisti, artigiani e collaboratori coordinati possano avvenire dopo i 60 giorni dallo svolgimento dei lavori), deducibilità totale relativa alle spese di formazione, Dis-Coll estesa anche ai titolari di dottorato o di assegno di ricerca e, infine, tutela della maternità per le lavoratici autonome iscritte alla Gestione separata Inps con congedo parentale di 6 mesi.