Nuove etichette per i carburanti: cosa cambia da ottobre 2018

Nelle stazioni di servizio italiane, ad affiancare le tradizionali indicazioni sulla natura del carburante proprio in questi giorni stanno arrivando nuove etichette: è la conseguenza del recepimento di un regolamento europeo del 2014, che aiuterà gli automobilisti a orientarsi per i carburanti alternativi, pensati per migliorare l’impatto ambientale, grazie a delle sigle standard.

Nuove etichette per i carburanti: cosa cambia da ottobre 2018

I carburanti alternativi e l’ambiente

Chi gira l’Europa sa bene che la divisione classica dei carburanti presente presso le nostre stazioni di servizio – senza piombo e diesel, più il GPL per chi lo fornisce – in altri Paesi è molto più complessa, con pompe che indicano ad esempio la percentuale di etanolo. 

Per molti, l’impressione è che siano soltanto carburanti “premium” più costosi e senza un reale vantaggio, ma al contrario si tratta di scelte più sostenibili e con un impatto ambientale minore, da preferirsi per chi ha a cuore il mondo che ci circonda. 

Proprio per questo l’Unione Europea, in attuazione del regolamento 2014/94, recepito in Italia con un decreto legislativo del 2017, ha fatto sì che venissero uniformate le etichette per il carburante: una scelta ragionata, infatti, è possibile soltanto quando chi guida un veicolo ha a disposizione informazioni chiare e univoche. Da ricordare che le auto con carburanti ecologici possono avere anche sconti su bollo e assicurazione.
Confronta le offerte di assicurazione »

Che cosa indicano le nuove etichette

In questi giorni per la prima volta hanno fatto la loro comparsa nelle stazioni di servizio le nuove etichette standardizzate, che vengono proposte non in sostituzione ma in aggiunta rispetto a quelle già esistenti: circolari per la benzina, quadrate per il diesel, a forma di rombo per i combustibili gassosi, indicati anche da lettere, rispettivamente E, B e LPG (o altri). Oltre alla lettera, un numero può segnalare la percentuale di etanolo contenuta, ma visto che  Italia non viene distribuita benzina addizionata con etanolo, l’unica sigla prevista è la ‘E’.

Diverso il discorso per il diesel (con B7 e B10 a indicare un contenuto di biodiesel del 7 e del 10%). Infine i carburanti gassosi: H2 per l’idrogeno, CNG per il gas naturale compresso, LPG per il GPL e LNG per il gas naturale liquefatto.