Un nuovo rinvio
Secondo le bozze del ddl Concorrenza che sono circolate fino a pochi giorni fa, il Governo era pronto a fissare alla metà del 2018 il momento del passaggio obbligato, per quanto riguarda le forniture di gas e di energia elettrica, dal mercato tutelato a quello libero. Questo perché, a dispetto di bollette più convenienti, moltissimi italiani non hanno ancora scelto una delle offerte del mercato libero e anche la “semitutela”, per via della scarsa pubblicità, ha avuto un successo decisamente modesto.
L’idea del passaggio graduale dalla tutela al regime di piena concorrenza è sempre stata una priorità per le liberalizzazioni del settore energetico, ma di fatto si è trattato di un percorso a ostacoli. L’ultimo proprio in questi giorni: si parla infatti del rinvio di un anno per il passaggio al mercato non tutelato, che quindi dovrebbe diventare realtà a giugno 2019.
Secondo il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, «ci sarà un aggiornamento dei termini derivante dal fatto che il ddl Concorrenza è slittato in avanti: ci dobbiamo muovere con grandissima cautela ed essere sicuri che ci siano tutte le garanzie, che non ci siano aumenti di prezzi per i consumatori».
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Chi si oppone al mercato libero
Il timore, per alcuni, è proprio che i vari fornitori aumentino le loro tariffe con la fine del mercato tutelato. Si tratterebbe comunque di una fase solo transitoria, perché lo scarso interesse ad abbassare le bollette degli utenti – comunque obbligati a scegliere un fornitore del mercato libero – finirebbe ben presto, cioè al primo ribasso da parte di un operatore per invogliare lo “switch” ai suoi servizi. Le conseguenze sarebbero le stesse già riscontrate nel mercato della telefonia mobile, cioè una guerra di prezzi a tutto vantaggio del consumatore.
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Una situazione che però, secondo il Governo, va affrontata con ulteriore delicatezza. E c’è chi si spinge più in là, come il Codacons, che arriva addirittura a chiedere lo stralcio della norma: «Chiediamo di stralciare dal disegno di legge lo stop al mercato tutelato, perché tale misura si tradurrà in pesanti rincari per i consumatori italiani. Le liberalizzazioni nel settore dell’energia si sono rivelate un clamoroso flop: chi è passato dal mercato tutelato a quello libero, infatti, ha subito aggravi di spesa e un incremento delle tariffe del +20% per l’elettricità e +8% per il gas. Non solo. Sono aumentati anche i disservizi, le lamentele e le controversie tra operatori energetici e utenti che hanno optato per il mercato libero».
Una situazione più complessa
In realtà, la situazione è molto più complessa. Come ha rilevato la stessa AEEGSI, è molto difficile comparare semplicemente il prezzo delle diverse tariffe di gas ed energia tra mercato libero e mercato tutelato, perché nel primo caso sono inclusi nelle offerte quasi sempre dei servizi aggiuntivi: ad esempio il prezzo fisso per un anno o più in modo da tenersi al riparo dalle variazioni del costo della materia prima, i servizi di assicurazione, il risparmio energetico con luci a LED, il ricorso a fonti rinnovabili.
Anche sul fronte del prezzo, con una scelta accorta il mercato libero permette di risparmiare. Per fare un esempio, attualmente, a fronte di 496,86 euro sul mercato tutelato dell’energia per una famiglia media di tre persone, è possibile risparmiare più di 70 euro con Wekiwi e Sorgenia, più di 60 con Illumia ed Edison e così via.