Quando è stato introdotto l’attuale sistema tariffario per l’energia elettrica negli anni ’70 era in corso una crisi petrolifera che richiedeva una forte austerità energetica, perciò il metodo tariffario attuale penalizza chi consuma di più con prezzi progressivi.
L’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI) ritiene questo meccanismo obsoleto, proponendo l’eliminazione della progressività delle tariffe energia elettrica di rete, che sarebbero uguali per tutti e con un corrispettivo fisso annuo per ogni utenza, sulla potenza impegnata del contratto e sui consumi effettivi.
Secondo Legambiente, la riforma del metodo tariffario proposta dall’AEEGSI «Non va nella direzione auspicata, in quanto non premia la riduzione dei consumi e della spesa energetica delle famiglie. Comporta, invece, aggravi per la maggior parte di loro – in particolare famiglie poco numerose e anziani, come già messo in evidenza dalle associazioni dei consumatori – e penalizza i comportamenti virtuosi da parte degli utenti».
Le diverse proposte dell’Autorità per Legambiente – che sono state pubblicate in una consultazione pubblica disponibile fino al 16 marzo – «Porterebbero a superare la progressività rispetto ai consumi – in pratica riducendo la spesa per coloro che hanno i consumi elettrici più alti -, cancellare la distinzione residenti-non residenti, riformare il bonus sociale per le famiglie meno abbienti».
«In pratica – spiega l’associazione ambientalista – scomparirebbe qualsiasi incentivo a ridurre i consumi, perché rispetto a oggi in proporzione pagherebbe meno chi consuma di più, tanto che, secondo alcune simulazioni, l’aggravio medio per le famiglie con consumi bassi si attesterebbe tra il 15 e il 20%».
Aumenti per chi consuma poca energia
Stando in effetti ai calcoli dell’AEEGSI, i clienti residenziali con potenza di 3 kW e consumi fino a 1.500 kWh/anno (ovvero chi vive da solo, tra single e anziani) dovrebbero pagare 74 euro in più all’anno rispetto le attuali tariffe, mentre le coppie o in generale chi consuma fino a 2.200 kWh soffrirebbero un aggravio di 44 euro/anno. Molto più svantaggiata la categoria dei non residenti, ad esempio quel che ha una casa vacanza che magari utilizza poco, con consumi fino a 900 kWh, per cui il nuovo metodo comporterebbe un aumento di 129 euro all’anno.
Per le famiglie numerose o per chi consuma di più lo stop alle progressività delle tariffe consentirebbe un risparmio che raggiunge addirittura 618 euro all’anno. In ogni caso, con le attuali offerte luce e gas del mercato libero, queste famiglie numerose potrebbero risparmiare oggi fino a 330 euro/anno.
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Penalizzata l’energia rinnovabile
«Inoltre – continua Legambiente – la revisione degli oneri di rete e di sistema, spostati dalla componente variabile a quella fissa, penalizzerebbe l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Il rischio, se fossero introdotte queste novità, è che si avrebbero aggravi certi per larga parte delle famiglie, in particolare quelle a basso reddito, che oltretutto non possono accedere all’Ecobonus per gli interventi di efficienza energetica perché hanno limitati o nulli redditi da detrarre».
Il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, ha sottolineato: «Nonostante gli intenti siano condivisibili, tra cui la volontà di spingere gli usi elettrici diventati oggi competitivi anche da un punto di vista ambientale la revisione delle tariffe proposta dall’Autorità non aiuta le famiglie, né risponde alle sfide che l’Italia deve cogliere per ripensare il sistema energetico».
«Occorre infatti ripensare le tariffe per premiare gli interventi di riduzione dei consumi da parte degli utenti – conclude Zanchini – attraverso l’efficienza e l’autoproduzione. Chiediamo all’Autorità di aprire un confronto sulle proposte più efficaci in questa direzione, anche guardando all’esperienza di altri Paesi».