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Le tariffe di Google Project Fi non sempre sono le più convenienti

Google, secondo il Wall Street Journal, con le tariffe e le offerte confezionate per il servizio Project Fi, rompe molti degli schemi commerciali seguiti dagli operatori di telefonia mobile dominanti nel mercato statunitense. Un confronto elaborato da Ars Technica mostra tuttavia che non sempre le proposte firmate dal gruppo di Mountain View (California, USA) sono le più convenienti per i consumatori. 

Le tariffe di Google Project Fi non sempre sono le più convenienti

Google ha debuttato in via ufficiale nel mercato statunitense della telefonia mobile con il lancio del servizio Project Fi, nella veste di MVNO (Mobile Virtual Network Operator), affidandosi alle infrastrutture di rete di Sprint e T-Mobile per la copertura 4G LTE (Long Term Evolution), 3G 2G.

Secondo il Wall Street Journal, le tariffe e le offerte messe a punto da Google per Project Fi scombinano molti degli schemi commerciali seguiti dagli operatori di telefonia mobile dominanti nel mercato a stelle e strisce, vale a dire Verizon Wireless, AT&T e le stesse Sprint e T-Mobile con cui BigG ha siglato accordi.

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E se è vero che T-Mobile, con il servizio Data Stash, e AT&T, con il programma Rollover Data, permettono ai clienti di accumulare i MB di dati non consumati nel mese di riferimento, è altrettanto indubbio che Google, con Project Fi, va oltre, perché ha previsto un meccanismo di riaccredito delle cifre pagate dai clienti per il traffico dati non consumato.

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A distinguere Project Fi dalla concorrenza – osserva ancora il Wall Street Journal – è anche il fatto che il servizio di Google collega in automatico gli smartphone abilitati (per il momento, soltanto Nexus 6) alle reti Wi-Fi gratuite e aperte disponibili in zona, sempre che, nella medesima zona, non siano disponibili reti cellulari capaci di offrire prestazioni migliori.

Le mosse di Google potrebbero complicare il rapporto della casa di Mountain View con gli operatori di telefonia mobile che distribuiscono smartphone equipaggiati con il sistema operativo Android e con applicazioni firmate BigG, aggiunge il Wall Street Journal.

Google ha senza messo in conto possibili frizioni con le compagnie telefoniche, ma a BigG interessa soprattutto che sempre più consumatori accedano a servizi di connettività a Internet di qualità, a condizioni economiche sempre più favorevoli, così da attrarre gli stessi verso i prodotti della casa, quali Search e YouTube, e battere cassa con la pubblicità.

In materia di condizioni economiche, tuttavia, non sempre le tariffe e le offerte confezionate da Google per Project Fi sono le più convenienti nel mercato statunitense, stando a un confronto delle soluzioni commerciali comparabili elaborato da Ars Tecnica.

Secondo Ars Technica, il servizio di Google è conveniente per chi non consuma ogni mese (più o meno) la stessa quantità di dati, vale a dire per chi ha consumi fluttuanti, e anche per chi viaggia spesso e necessita di accedere a reti Wi-Fi gratuite e aperte di qualità. Di contro, se i consumi di dati sono costanti, risultano più convenienti alcuni piani tariffari dei concorrenti.