Le pensioni di reversibilità saranno aumentate nel 2022?

Le pensioni di reversibilità, così come altri trattamenti pensionistici, andranno incontro ad alcuni adeguamenti derivanti dall’inflazione (in aumento rispetto agli ultimi 2 anni), che in alcuni casi potranno estendersi fino a 300 euro all’anno. Vediamo di seguito quali saranno gli effetti della rivalutazione e quali gli aumenti sulle pensioni in arrivo nel 2022. 

Le pensioni di reversibilità saranno aumentate nel 2022?

La spesa previdenziale per il 2022 ammonta a 4 miliardi di euro, ovvero a un aumento di circa 25 euro al mese sugli assegni della pensione: è quello che si legge nel Decreto Mef datato 17 novembre 2021 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 novembre 2021.

Il tema pensioni è, ogni anno, uno dei più caldi e tra quelli che generano le maggiori discussioni: per il 2022 è stata fermata la pensione anticipata Quota 100, che è stata provvisoriamente sostituite da Quota 102, e sono state rinnovate misure già in vigore, quali Opzione donna e Ape social (in merito, è stato ampliato l’elenco di attività gravose e lavori usuranti che permettono di accedervi). 

Aumenti pensioni 2022: cos’è la perequazione

Le pensioni 2022 (tra le quali è compresa anche la pensione di reversibilità) andranno incontro a perequazione, ovvero a una rivalutazione annuale degli importi in relazione a un adeguamento al costo della vita. 

L’obiettivo è quello di proteggere il potere di acquisto delle pensioni, mettendole al riparo dell’erosione, a sua volta derivante dall’inflazione. Viene prevista per tutti i trattamenti pensionistici che sono erogati dalla previdenza pubblica e nei quali rientrano:

  • le pensioni dei lavoratori autonomi;
  • quelle delle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive;
  • le pensioni dirette;
  • le pensioni indirette, dunque le pensioni ai superstiti, quali quella di reversibilità. 

La perequazione viene applicata ogni anno al 1° di gennaio e l’adeguamento tiene conto degli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’ISTAT. Ai sensi di quanto previsto dal decreto ministeriale del 17 novembre 2021, la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è pari a 1,7%, a partire dal 1° gennaio 2022.

Le pensioni non saranno aumentate tutte allo stesso modo, ma la rivalutazione varierà in relazione alla fascia di reddito, sulla base di quanto segue:

  • 100% dell’inflazione, cioè in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90% dell’inflazione nel caso delle pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
  • 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.

La pensione minima calcolata in data 1° gennaio 2022 ammonta a 523,83 euro

Come aumenteranno le pensioni di reversibilità dal 1° gennaio 2022

Alla luce di quanto esposto finora, si possono effettuare dei calcoli e comprendere quali saranno gli aumenti previsti sui trattamenti pensionistici nel 2022, quindi anche sulla pensione di reversibilità. 

Ecco alcuni esempi concreti di rivalutazione e cambiamenti degli importi:

  • una pensione da 700 euro subirà una rivalutazione di 11,90 euro, per un totale previsto nel 2022 di 711,90 euro;
  • una pensione da 1.000 euro subirà una rivalutazione di 17 euro, per un totale previsto nel 2022 di 1.017 euro;
  • una pensione da 1.300 euro subirà una rivalutazione di 22,10 euro, per un totale previsto nel 2022 di 1.322,10 euro;
  • una pensione da 1.500 euro subirà una rivalutazione di 25,50 euro, per un totale previsto nel 2022 di 1.525,50 euro;
  • una pensione da 2.000 euro subirà una rivalutazione di 34 euro, per un totale previsto nel 2022 di 2.034 euro;
  • una pensione da 2.500 euro subirà una rivalutazione di 41,76 euro, per un totale previsto nel 2022 di 2.041,76 euro;
  • una pensione da 2.800 euro subirà una rivalutazione di 45,78 euro, per un totale previsto nel 2022 di 2.845,78 euro;
  • una pensione da 3.000 euro subirà una rivalutazione di 48,22 euro, per un totale previsto nel 2022 di 3.048,22 euro;
  • una pensione da 4.000 euro subirà una rivalutazione di 61,08 euro, per un totale previsto nel 2022 di 4.061,08 euro;
  • una pensione da 5.000 euro subirà una rivalutazione di 78,83 euro, per un totale previsto nel 2022 di 5.073,83 euro.

Cos’è la pensione di reversibilità?

Come si legge sul sito dell’INPS, la pensione di reversibilità (o pensione ai superstiti) è un trattamento pensionistico riconosciuto ai familiari superstiti in caso di decesso del pensionato: è pari a una percentuale della pensione del pensionato deceduto.

Viene erogata a:

  • il coniuge o l’unito civilmente;
  • il coniuge divorziato, nel caso in cui sia titolare dell’assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio;
  • i figli minorenni alla data del decesso del dante causa;
  • i figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, a prescindere dall’età;
  • i figli maggiorenni studenti, che sono a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età;
  • i  figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età.

Nell’ipotesi in cui il dante causa abbia contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale.

In assenza del coniuge o dei figli, la pensione di reversibilità spetta a:

  • i genitori dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo abbiano compiuto il 65° anno di età, non siano titolari di pensione e risultino a carico del lavoratore deceduto;
  • i fratelli celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione, siano a carico del lavoratore deceduto.

La pensione di reversibilità non si riceve in automatico, ma dovrà essere richiesta rivolgendosi direttamente all’INPS, tramite il sito web, il numero del Contact Center, oppure con il supporto di un patronato. Le maggiorazioni previste dalla legge per il 2022, invece, saranno applicate in automatico.  

Le aliquote di reversibilità sono state indicate nelle tabelle che seguono: la prima indicano le percentuali da applicare per il calcolo della pensione di reversibilità per coniuge e/o figli, mentre la seconda indica le percentuali relative ai genitori e a eventuali fratelli e/o sorelle. 

Percentuale pensione di reversibilità coniuge-figli

Soggetti superstiti Percentuale
coniuge solo 60%
coniuge e un figlio 80%
coniuge e due o più figli 100%

Percentuale pensione di reversibilità genitori/fratelli-sorelle

Soggetti superstiti Percentuale
un figlio 70%
due figli 80%
tre o più figli 100%
un genitore 15%
due genitori 30%
un fratello o sorella 15%
due fratelli o sorelle 30%

Quali sono le pensioni che avranno l’aumento?

Calcolatrice alla mano, per fare dei calcoli in autonomia sugli aumenti delle pensioni 2022, si potranno applicare le seguenti percentuali sugli importi delle pensioni:

  • 1,7%, per le pensioni fino a 2.062,32 euro;
  • dell’1,53% per le pensioni di importo compreso tra i 2.062,33 euro e i 2.577,90 euro;
  • dell’1,275% nel caso di importi superiori ai 2.577,90 euro.

Chi avrà l’aumento della pensione minima?

Dato che si tratta di un trattamento pensionistico che coinvolge un gran numero di persone, vediamo di seguito quali saranno gli aumenti previsti sulla cosiddetta “pensione minima INPS”. 

Come si legge sul sito ufficiale dell’istituto, è previsto un importo aggiuntivo, ovvero un’erogazione supplementare alla pensione, rivalutato ogni anno in base alle rilevazioni Istat, che è stato introdotto dalla legge finanziaria 2001 (art. 70, legge 23 dicembre 2000, n. 388) e che viene riconosciuto ai titolari di una o più pensioni con un importo complessivo non superiore al trattamento minimo e che si trovi in determinate condizioni reddituali.

Nello specifico l’importo aggiuntivo spetta ai titolari di tutte le pensioni erogate dall’INPS, fatta eccezione per:

  • le pensioni e gli assegni sociali;
  • le prestazioni agli invalidi civili;
  • le pensioni dei dipendenti degli enti creditizi, dei dirigenti d’azienda e dei trattamenti non aventi natura di pensione.

Il trattamento minimo per il 2022 è pari a 523,83 euro, che dovranno essere erogati per 13 mensilità.