Le 5 cose che non sapevi sulla fusione Wind e Tre

Lo scorso 31 dicembre è stata finalizzata una volta per tutte la fusione tra Wind e Tre, che ha dato vita al più grande operatore mobile italiano: Wind Tre, appunto, che può contare su 6,25 miliardi di ricavi complessivi tra le due società, 34 milioni di clienti nella telefonia mobile e fissa e su 7 miliardi di investimenti programmati in infrastrutture digitali italiane nei prossimi anni. E gli interrogativi sulle conseguenze sono tanti.

Le 5 cose che non sapevi sulla fusione Wind e Tre

1. C’entrerà anche la fibra ottica

Gli investimenti del nuovo soggetto Wind Tre nel mercato digitale ammontano a 7 miliardi di euro in infrastrutture digitali, con l’obiettivo di diventare un player di riferimento nell’integrazione fisso-mobile. L’accordo con Enel Open Fiber per la realizzazione delle reti per la banda ultralarga in Italia porterà allo sviluppo anche delle infrastrutture fisse, che per ora si basano sulla fibra ottica offerta da Infostrada con le offerte Absolute Fibra e All Inclusive Unlimited Fibra.

Secondo le parole del CEO della nuova società e già CEO di Wind, Maximo Ibarra, «comincia una grande sfida di mercato, un’importante fase di sviluppo per l’economia digitale nel nostro Paese. Vogliamo essere leader nella relazione con i clienti grazie alla qualità delle nostre infrastrutture, alla trasparenza delle nostre offerte e alla passione delle nostre persone».

La squadra che affiancherà Ibarra è così composta: Dina Ravera (Merger Integration Officer), Stefano Invernizzi (Finance, Control & Procurement), Benoit Hanssen (Technology), Paolo Nanni (Business & Wholesale), Luciano Sale (Human Resources), Mark Shalaby (Legal, Compliance & Regulatory), Michiel Van Eldik (Consumer & Digital) e Massimo Angelini (PR Internal & External Communication).

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2. Almeno per il momento, per i clienti non cambierà (quasi) nulla

Per quanto riguarda l’immediato, non ci saranno cambiamenti sostanziali nelle offerte dei due marchi, che continueranno a intervenire separatamente sul mercato: via libera dunque per chi non sapeva se approfittare di un’offerta di telefonia mobile dell’uno o dell’altro operatore, temendo magari che sarebbe stata rimpiazzata entro breve.
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Tre ha chiarito che non ci saranno cambiamenti nel roaming nazionale per i clienti 3, e anche i piani di fidelizzazione delle due società verranno proposti separatamente. Il tutto, ovviamente, sempre nel breve termine, perché è ovvio che prima o poi gli effetti della fusione si faranno sentire e si andrà verso una progressiva ricostruzione di un listino unico.

3. Integrazione? Sì, ma entro il 2019

Il processo di integrazione delle reti comincerà nella seconda metà del 2017 e verrà completato nel corso del 2019, e i nuovi clienti potranno  se non altro beneficiare via via del miglioramento della rete: una copertura sempre più capillare per due operatori che spesso venivano visti come vantaggiosi e competitivi in termini di prezzo ma con una presenza sul territorio non paragonabile a quella degli ex primatisti italiani, cioè TIM e Vodafone. Ora, unendo le forze, le cose cambieranno, anche se forse ci vorrà più tempo di quanto i clienti si aspettavano.

4. Il mercato rimarrà a tre solo per poco

Si è più volte detto – anche da parte delle istituzioni europee – che quattro operatori sono troppi in Italia, e danno vita a un mercato eccessivamente frammentato. La fusione tra Wind e Tre, che semplificherà la situazione, non rappresenta però una soluzione a lungo termine: per luglio 2017 è infatti previsto l’ingresso di un nuovo operatore low-cost, grazie ai francesi di Iliad, che potrebbe andare a riempire progressivamente proprio il “buco” lasciato da Tre.
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Sarà difficile, infatti, che il nuovo operatore Wind Tre, a fronte di servizi sicuramente più avanzati e competitivi (prima di tutto proprio la copertura), proponga gli stessi bassi prezzi che tuttora rappresentano il maggiore selling point, con un prezzo al minuto di conversazione o di GB di traffico dati particolarmente vantaggioso per il cliente.

Oltre ai player più grandi, poi, ci sono i MVNO, gli operatori mobili virtuali che a quanto sembra non hanno alcuna intenzione di diminuire. Anche la stessa TIM sta per lanciarne uno, e qualche tempo fa Flavio Cattaneo, AD di TIM, dopo l’acquisto di Noverca aveva dichiarato:

«Nei prossimi mesi lanceremo un nuovo operatore di telefonia mobile con un nuovo marchio. L’operatore prima deve partire, quindi non si può pensare a un target di clienti. Il servizio sarà indirizzato a clienti essenzialmente attenti ai costi e che fa tutte le operazioni via web. Ci saranno pochi negozi, ma in tutta Italia. Lo lanceremo tra un po’ di tempo, ci sarà il nome, i test sono già pronti e partiti».

5. La nuova rete verrà gestita da ZTE

A gestire la nuova rete di Tre e di Wind saranno i cinesi di ZTE, che hanno stretto un accordo per il consolidamento e per l’ammodernamento dell’infrastruttura attuale, anche in vista delle prime sperimentazioni sul 5G. Verrà anche sviluppata una “golden network”, e cioè una rete in grado di fornire servizi di valore aggiunto sia ai clienti consumer che ai clienti business.

Tutto questo dovrebbe portare anche a nuovi posti di lavoro, visto che ZTE prevede di dar vita a un nuovo polo tecnologico e ad assumere 2.500 nuovi dipendenti. Magari quelli in esubero da Ericsson, che è rimasta fuori dopo la fusione tra Wind e Tre.